lunedì 19 dicembre 2011

Denervo 360

Da un po' di tempo a questa parte il nostro caro Gianfranco, per gli amici Gfavier, si cimenta nella realizzazione di bellissimi panorami a 360 gradi catturati dai punti strategici che raggiungiamo durante le nostre escursioni.
Ho visto quest'ultimo dal Monte Denervo poco fa, postato sul mtb-forum, e personalmente trovo che sia bellissimo il fatto che la foto di gruppo sia stata integrata all'interno del 360. Molto spettacolare.
Desidero ringraziare Gfavier per questi bellissimi contributi che regolarmente ci regala. Continua così!

sabato 10 dicembre 2011

Baita Segala

Partenza da Limone del Garda in notturna, sotto una pioggia di stelle cadenti. Bellissime! Accendiamo il fuoco e poi a letto, ma che fret! L'indomani, scarichi dei bagagli, partiamo per un bel giro con discesa iniziale, poi Passo Fobia e ritorno a Baita Segala. Stupendo, ma abbiamo qualcosa da recriminare ;-D Finalmente, a sera, sotto un tramonto da sogno, riesco nell'intento di farmi il minestrone, un altro grande successo molto apprezzato anche da Dario. Il tempo di esserci ristorati e di aver scaldato l'ambiente con un bel fuoco ed ecco arrivare dei diciannovenni, saliti in auto, a disturbare l'ecosistema che si era creato. Tutti a letto così non ci si pensa più. Domenica ritrovo a Bocca dei Fortini con un nutrito gruppo di BdB ed il mitico Trapper che non si vedeva dal giro dello Sciliar. Milzo è eccitatissimo per l'esplo di oggi e per la bici nuova che gli piace fess. E che piace moltissimo anche a noi. Ecco i video racconto di queste giornate.

venerdì 9 dicembre 2011

Ringölem(anello intorno al Guglielmo)

RACCONTO SEMISERIO DI UNA BELLA GIORNATA CON I BdB(le foto sono di Gianfranco)
Sono le 8,00,il cielo è terso,non fa freddo,mentre inforchiamo le bici sorge il sole,siamo a 1000slm,il giro non è lunghissimo ma prevedo 8/8,5ore in movimento,questo giro ad anello è un pò una scommessa,a tavolino ho unito un'infinità di trattini testati durante altri giri negli ultimi 3 anni,mi sembra più logico farlo in senso antiorario (Gaffier approverà),non ho il gps,visti i numerosi bivi e sentieri non segnati,rammento chi ce l'ha,di precedermi e seguire la traccia fedelmente.
Pronti via,sono ultimo e al primo bivio le "guide" prontamente sbagliano strada,de l'osti cominciamo bene, peggio per loro sono in discesa,poi torneranno su,eccoli che tornano indietro sprecando preziose energie.
Il sentiero inizia a salire, e ti invita a non mettere piede a terra,eccoci all'unico tratto che non conosco,l'ho considerato a spinta invece si rimane in sella fino a sbucare su un tratturo ripidissimo in salita,è poco che siamo partiti e cerco in tutti i modi di pedalarlo sapendo che la pagherò cara.
Il buon Gaffier inventando fantomatiche scuse vuole darmi le chiavi della sua macchina e tornare a casa,minchia,ormai sono abituato,è la quarta o quinta volta quest'anno,abbiamo fatto già 3 km e mentre lo mando in qualche modo a cagare,i miei compagni lo invitano a tener duro e continuare.
Ora un bel sentiero in discesa ci porta nel pratone del rif.Pontogna,al sole si sta bene ma nelle zone in ombra il paraorecchie non da fastidio.Si ritorna a salire su panoramica sterrata,siamo a nord del Guglielmo in un tratto caro agli scialpinisti,la neve di solito qui rimane fino in primavera,ma quest'anno nisba,meglio così.
Intersechiamo la discesa del giro "guglielmo nord", eccoci a malga Gale e Gaffier si esibisce in un acrobatico 360°,il Lonfo chiede lumi e capisce ben presto che è meglio lasciar perdere.
Elena oggi è strana,ha freddo,ha caldo,ha fame ha sete,va su e va giù.....Bellissimo traverso che ci porta con velenosi strappetti fino al rifugio Medelet,delucido i miei compagni sulla discesa del "Guglielmo nordovest" da punta Caravina provata da me,perse e il fighet questa primavera.
Si scende decisamente tutti rigorosamente senza protezioni,visti i 236cambi di pendenza o le tieni su tutto il giorno o conviene farne a meno.

Eccoci sul sentiero esplorato da Giani su commissione,sembra segnato di recente e in un amen ci troviamo su una bella sterrata che presto diventa brutta perchè ripidissima,solo Vito la fa in sella,beato lui,diventa sentiero e siamo nel secondo lungo tratto bici in spalla(15 minuti),nonostante tre settimane di inattività e una bronchite sto abbastanza bene,sbuco insieme al Lonfo al monte Agolo(13 piente)punto più a occidente del giro odierno.Siamo a metà giro, proprio qui passa la discesa del "Guglielmo ovest",siamo in perfetta tabella oraria e uno spuntino è d'obbligo.Il lago d'Iseo si mostra in tutta la sua bellezza,ripartiamo dopo un altro 360° del resuscitato Gaffier su un bel sentierino(sentiero dell'uccellatore) che con infiniti e ripidissimi su e giù ci porta alla baita Presel, altro balcone panoramico e incrocio con il "Guglielmo sudovest"

Questo tratto mi taglia le gambe che diventano due macigni,è ancora lunga,il giro è bello, ed il tratto che ci apprestiamo a fare è uno dei migliori,entiamo nel bosco di abeti rossi e il sentiero prevelentemente in discesa(i su e giu non mancano nemmeno qui)mi invita a mollare un pò i freni.
Eccoci sulla salita per passo croce di Marone e sono colto da sconforto,le gambe mi dolgono e fatico a spingere il rapporto più agile su una pendenza che non supera il 7%.Finalmente siamo al passo,su un cartello che indica la via da seguire leggo 3,5 ore e mi deprimo.
Ho finito il thè col marsala e con fare circospetto chiedo a Vito un pò di droga per ciclisti,fruga nello zaino e mi dice "eccola"....pota,de l'osti è un misero pocket coffee,non ho ancora molta confidenza e non posso mandalo a cagare anche se forse se lo meriterebbe,butto giù e via che si riparte,su e giu,su e giù,blu tornado a gardaland fa ridere al cospetto,la cementata è talmente ripida che rischio di cappottare all'indietro,Vito mi passa accanto come un treno e mi ricorda il fighet,ho le convulsioni e giù di nuovo fino all'abbeveratoio naturale sotto la roccia"guglielmo sud",Vito si spinge pericolosamente nella palta e sta per essere inghiottito dalle sabbie mobili,non ho la corda,in tutta fretta smonto una ruota e glie la lancio,per questa volta è salvo,occhiataccia di Elena.
..............finalmente siamo all'inizio dell'ultima salita,sono 6 ore che andiamo su e giù e poi su e poi di nuovo giù e su e giù di nuovo e su e giù ancora all'infinito,le forze mi hanno abbandonato da tempo,ansimo,10 passi e mi fermo,mi appoggio ad un albero,un lungo respiro e altri 10 passi,forse sto morendo,ma sono contento e tanta gioia nella testa mi spinge ancora su,la bici pesa, pesa e pesa ancora , mi sembra di avere una "bora" sulle spalle,i miei compagni sono avanti,non manca tanto ma gli scarpù sono di piombo,un sorriso di Elena vale di più di cento barrette.

Siamo a malga Lividino e la salita è finita,mi dò un pizzicotto,non vorrei sognare,siamo su un bel balcone sulla valtrompia,il sole inizia a calare i colori sono bellissimi,altro 360° qualche battuta che ci fa scordare la stanchezza e mentre la luna piena sale sopra la Corna Blacca ci buttiamo giù verso la nostra agognata meta,i riflessi sono quel che sono,non abbiamo le protezioni e con cautela arriviamo quasi sani e salvi al piunto di partenza.Una bevuta al bar del parcheggio è d'obbligo prima di avviarci a casa,altra stupenda giornata in compagnia dei BdB.

giovedì 24 novembre 2011

Mucche pro e contro29er

Forcella 3 dita

Longiarù,bassa val Badia Mercoledi 27 luglio 2011

In questa pazza estate oggi il tempo sembra reggere,meglio approffitarne,bici in auto direzione Valdaora.
Parcheggio poco sopra Valdaora sulla strada che sale al Furcia a quota 1300 punto più basso del giro in programma,sono le 7,00 ha piovuto tutta la notte e sull'asfaltata che sale al passo non c'è anima viva,meglio così,a sinistra lo sguardo volge alla meta la forcella 3Dita già illuminata dal sole



Raggiungo in breve tempo il passo e abbandonato l'asfalto prendo la sterrata che scende verso san vigilio di marebbe,ho freddo ma resisto,la discesa veloce finisce presto,provo un nuovo taglio che dovrebbe portarmi in val Fodejora più in alto,ma il vizio di fare pezzi nuovi lo pago con 15 minuti a spinta,era meglio seguire la sterrata in piano.
Eccomi ad ansimare su una delle salite sterrate più ripide delle dolomiti,è qualche anno che non salgo da qui e ogni volta è peggio,sarà aumentata la pendenza o saranno gli anni che passano?
Eccomi finalmente al passo,prendo fiato e abbandono la retta via per una nuova esplo,scendo allo splendido laghetto rischiando un cappottamento dimenticandomi di abbassare la sella,ho il ks sotto il culo ma qualche volta me lo dimentico,mia moglie dice che è l'età....bo?



Ora bici in spalla per 10 minuti fino al sentierino in quota n° 3,è abbastanza presto e i turisti non si vedono ancora,si vedono però delle mucche che mentre mi riposo seduto con le gambe a penzoloni su un dirupo,si avvicinano con fare circospetto alla mia 29er discutendo animatamente,le più scuotono la testa ansimando nervosamente,mentre un paio si mostrano molto interessate scodinzolando e muggendo compiacenti,alla fine la più riluttante, fa dietro front e mostra tutto il suo disappunto rilasciando commenti poco profumati sulla bici con le ruotone.



mi trovo a 2400slm,i tratti in alta quota ciclalbili delle dolomiti sono sempre bellissimi e questo seppur breve non lo è da meno,il tempo regge e il panorama è superbo,



l'attenzione è massima per l'esposizione del sentiero,la caduta in questo tratto mi riporterebbe 500 metri più in basso direttamente sulla sterrata fatta 2 ore fa e quindi dovrei risalire di nuovo........quindi sto attento a non cadere,c'è un passaggio molto ostico(l'unico) con la bici appresso,con attenzione e fatica riesco a tirare su la bici e sono di nuovo in sella in leggera discesa fino a raggiungere il passo 3 Dita



150 metri sopra c'è la cima di Pares da dove si gode di un panorama fantastico,ma qualche camminatore si stà avvicinando dal fondo valle al ghiaione da dove devo scendere e devo anticiparlo.Sulla cima ci sono già stato lo scorso anno e con 20/25 minuti bici in spalla si può raggiungere senza pericolo per poi scendere dallo stesso percorso questa volta in sella(variante molto consigliata).
L'inizio(stile passo principe) è ripidissimo e il fondo ghiaioso mi fanno scendere dalla bici un paio di volte,ma è divertente e adrenalinico,mi fermo a far passare degli escursionisti e faccio un'ultima foto al tratto appena percorso.



Arrivo ad un bivio e vado a destra su sentiero 3A (credo) poi di nuovo in ripida discesa su un costone,ora sono nel bosco,il fondo è bagnato ma il sentierino è sempre molto bello e divertente fino a sbucare su una sterrata 1000 metri più in basso,soddisfatto della carinissima discesa appena scoperta che sicuramente il Nonnocarb non conosce(o forse sì),mi avvio verso il parcheggio non prima di aver riempito lo zaino di funghi giallini,sento già il profumo del succulento risotto che mi magnerò questa sera in appartamento mentre il sole tramonterà sulle odle

conclusioni:
giro breve 24km e di non eccessivo dislivello 1400m,la salita al passo fodejora è ripidissima specialmente l'ultimo tratto che ho fatto a spinta(10/15 minuti),carino il tratto in quota anche se molto breve e carinissima la discesa che tranne l'inizio si fa tutta in sella(con buona tecnica e senza paura).

domenica 20 novembre 2011

13.11.11 Periplo Corna Blacca

Un giro splendido su sentieri impegnativi, ma decisamente suggestivi per gli scenari che si possono ammirare e appaganti per coloro che amano il tecnico, sia in salita che in discesa. Qualcuno si cimenta pure in single speed. Un bel gruppo per una giornata da ricordare.

giovedì 17 novembre 2011

Mega pranzo di fine anno BdB

Ci avviciniamo alla fine di questo 2011, come tutti gli anni i BdB si ritrovano con le gambe sotto il tavolo per festeggiare insieme le scorribande dei mesi precedenti.
Cambiando un pò formula rispetto alle passate edizioni quest'anno abbiamo deciso di organizzare un PRANZO! Speriamo in questo modo di agevolare la presenza e la festa... anche di chi viene da più lontano ;-)

Il tutto è fissato per DOMENICA 11 DICEMBRE presso la cantina dell'azienda agricola "Pasini-La Torre" (dal cognato di Milzo). Menù come sempre a base di spiedo con l'eccezione per i vegetariani.

Scrivete qui sotto le vostre adesioni comprensive come sempre di mogli/morose/amanti/figli/figlie/amici/amiche.

Almeno una settimana prima sarebbe buona cosa sapere il numero di persone in cui saremo a pranzo.

martedì 15 novembre 2011

Navert 2011

Dopo la simpatica iniziativa dello scorso anno,ho pensato di replicare questa domenica 20 novembre.
Giro sui monti di Nave e merenda in cascina,preparata da me,la Mery,Simone e forse Pietro.
I posti non sono tanti,calcolo una quindicina di BdB +o-.
Cosa ne pensate?

presenti

Mauro
Mary
Simone

Dario
Gilbo
Mabender
Perse
Cecco
Wilmer
Lonfo
Seby

ritrovo a Nave alle ore 8,00 in sella alle ore 8,15 alla solita banca credito cooperativo
vi aspetto in cascina per le 13,00
seguite Dario

questo il giro più credo Conche


menù"inverno alle porte"

pasta vegetariana
salamina nostrana
assaggio di baccalà alla bresciana
frittatina alle erbette
speck di longiarù
salame di montisola
formagella della corna blacca
torta di noci di navazze
torta bicolore
caffè

vino a volontà

sabato 5 novembre 2011

Da cosa si riconosce un BdB?

Non lo so, ma da ora di sicuro anche dalla calza, soprattutto dopo che è stata usata...



Grazie Vittorio (del negozio Happybike ndr) per il graditissimo omaggio

venerdì 4 novembre 2011

Ultimo dell'anno, facciamo la conta


Anche per il 2012, come oramai da 3 anni, un gruppetto di bdb salirà al Rif. Chierego per festeggiare l'anno nuovo; anzi: con la scusa del capodanno ci si fa una girata in montagna, sulla neve, e si festeggia lassù a 2000 metri.

Visto che devo avvisare Massimo, il gestore, mi servirebbe sapere chi c'è.
Io probabilmente partirò da casa il giorno prima, e approfitterò delle vacanze per farmi un giro un po' più lunghetto. Comunque poco importa, direi che alle 8 da San Zeno della Montagna (meglio partire presto, così si "sfrutta" la neve ghiacciata per salire più agevolmente, pedalando fin dove possibile) partiremo alla volta del Monte Baldo!!!

io ci sono, chi c'è?

giovedì 3 novembre 2011

Ciclabile vietata alle biciclette?

Sabato sera ho fatto la "Gavardina" per andare a Campei de Sima e con grande sorpresa mi sono trovato l'ultimo km di ciclabile vietato alle biciclette.
Non capendo il perchè ho cercato notizie e ho trovato questo:

ROBE DE MATT

martedì 18 ottobre 2011

Domenica con Wilmer

E' Sabato, gran bel giro sui monti di Bagolino con il gruppo: Mauro, Gigi, Paolo, Gianfranco, Claudio, Enrico, Stefano. La bici fa un po' le bizze, l'ammo si sgonfia, non sono convinto di fare all mountain anche la domenica. So di aver speso parola con Wilmer, e pure vorrei fare un bel girone anche domenica. Un po' titubante, decido di andare ugualmente. Non ho molte idee, scelgo la meta sfogliando gli album di flickr. La traversata, dal Pernici all'Ussol, un giro di quelli seri, oppure un giro di quelli matti. Eppure mi era piaciuto tantissimo, anche questo scaturito da Orma: e Wilmer so che apprezzerà, è un giro per lui!

Partiamo da Bezzecca con 1°C, in abbigliamento poco più che estivo. la salita tutta in ombra ci mantiene al fresco, noto però che dalla fronte di Wilmer gocciola sudore. Suderebbe anche sottozero, in discesa. La salita asfaltata vola via, è poco più di un riscaldamento per quello che ci aspetterà dopo. Il Pernici, per mia sorpresa aperto, ci accoglie con un caffé e un bel sole caldo. Non sono neanche le dieci, soltanto un escursionista è già arrivato quassù.

Ripartiamo: il cartello non mente, un'ora secca. Tutta a piedi. A parte quando costringo Wilmer a pedalare 2 metri per scattare improbabili foto tra pini mughi.
Mammano che saliamo dal crinale della Val Concei comincia a spuntare roba rocciosa, là dietro ci sono le grandi montagne, e la giornata bellissima consente di vederle proprio tutte! Saliamo di buon passo, Wilmer a piedi è una macchina, passi costanti e ritmo instancabile.



Siamo sul Pichea giusto per una mela, prima di cominciare la bellissima quanto impegnativa traversata. Tratti molto esposti, il ricordo di un ribaltone proprio lì mi spaventa, ma tra i filmati di Wilmer, e una chiacchierata con simpatici escursionisti la giornata prosegue in modo perfetto.

Brevi e dure risalite a spalla si alternano a bei tratti pedalati.







Proseguiamo tra infiniti crinali, un po' erbosi, un po' rocciosi. Un sentiero militare lungo e bellissimo. Ogni tanto qualche caverna, scalino e tutto una trincea ci ricordano chi qui si divertiva meno di noi.
Ci fermiamo ad ammirare il panorama, a nord si spazia da Adamello e Presanella, Brenta, più lontano le dolomiti e le vette innevate delle alpi austriache. Dietro di noi le cime delle prealpi bresciane, immerse nella lattiginosa foschia, spuntano dalle valli.





Mi è piaciuto come abbiamo affrontato questa escursione, senza prendere troppi rischi, con un occhio di riguardo a lato, e uno al percorrere questi splendidi sentieri! Uno spettacolo scendere dal Doss della Torta, tra pareti rocciose e curve tortuose. il fondo non tiene niente, è una perdita di aderenza continua, e anche questo ci diverte. Adrenalina a mille, seppur velocità bassa.



Arriviamo alla bocca dell'Ussol, ci manca il discesone finale verso la Val Concei. ci divertiamo a vederci scivolare su un curvone senza aderenza, ogni volta che si passa di qua, partiamo determinati più che mai. Ma, inevitabilmente, in terra. Come dei bambini, ci divertiamo così. E meno male.

Ho fatto bene ad andare in montagna anche questa domenica, lo sapevo. e Wilmer ha apprezzato, lo sapevo. Non è un giro ciclabile, talvolta la bici dovrebbe sparire, per poi ricomparire. Ma non servono spiegazioni, quando pedalo lassù, dimentico tutta la fatica fatta per arrivarci.

Grazie Wilmer per la compagnia, e alla prossima foto in vetta!

lunedì 17 ottobre 2011

Grande Pozzi, e grande Benni

A giorni sarà nelle sale cinematografiche Bar Sport, l'inarrivabile raccolta umoristica del mio quasi omoninmo Stefano Benni.
Uno tra i brani più belli è dedicato alla bicicletta, anzi ai tempi eroici della bicicletta e alle epiche sfide tra Coppi, Bartali e Girardengo.
Ne propongo qualche brano per il godimento di chi già lo conosce e di chi - beato lui così giovane - ne ha sentito parlare solo adesso per il film.
Se poi vi piace compratevi l'Oscar Mondadori e correte a pagina 57.

IL GRANDE POZZI

Quell'anno il grande Pozzi aveva vinto quasi tutto, insomma non aveva più avversari. A volte pedalava con una gamba sola, a volte per divertirsi saltava giù di sella, si nascondeva dietro un albero, poi quando passava Bartoli saltava sulla ruota di dietro e si faceva portare per molti chilometri, poi cacciava giù Bartoli dalla bicicletta e arrivava da solo al traguardo. Vinse il giro d'Italia, quello di Francia, del Belgio, di Spagna, la Milano-Leningrado, il giro dei Vosgi e altre chicche. Finché un giorno venne a sapere che c'era un giro di Germania, e si iscrisse.
Al giro di Germania c'era anche il famoso Girardoux. Era alto più di due metri, con un culo enorme, tanto che al posto del sellino aveva una sedia da barbiere. Era completamente calvo, all'infuori di una folta capigliatura rossa che teneva annodata in trecce legate con filo spinato. Aveva anche due baffi dritti, orizzontali, durissimi e prensili, con i quali infilzava e si metteva in bocca il cibo mentre correva. Mangiava una zuppa tipica della sua regione, l'Artois, a base di metano e cappone lesso, e faceva dei rutti spaventosi all'indietro facendo cadere chi lo inseguiva. Aveva anche due piedi enormi; tutte le volte che stava per attaccare si gonfiavano ed emettevano un sinistro suono di carillon. Allora Girardoux inarcava la schiena e con quattro pedalate scompariva sui tornanti: la sua potenza era tale che spesso doveva frenare in salita per non uscire di strada. La macchina della casa, che era la Bouillabaisse Balboux, o qualcosa del genere, non riusciva mai a tenergli dietro. Quindi, quando forava, Girardoux dava un colpo di reni e proseguiva solo sulla ruota di dietro. Una volta forò tutte e due le gomme e vinse egualmente saltando sul mozzo del cannone come su un cangurino.
Quando Pozzi seppe che c'era anche Girardoux, disse una frase storica, «Adesso si vedrà», poi prese una pompa di bicicletta e ci fece un nodo. Quando Girardoux lo venne a sapere, disse: «Ah, sì?», e prese una pompa di bicicletta e ci fece tre nodi. Allora Pozzi disse: «Così, eh?», prese due pompe di bicicletta e ci fece una griglia rustica.
Allora Girardoux disse: «Così, uh?», prese quattro pompe di bicicletta e ci fece un ritratto di profilo di D'Annunzio, per la verità non molto somigliante. Allora Pozzi prese il meccanico di Girardoux e ci fece una pompa di bicicletta. Allora Girardoux prese il meccanico di Pozzi, che però era molto furbo e non solo non fu neanche toccato, ma riuscì anche a vendergli per tre milioni una casa decrepita a Milano Marittima. I giornali montarono subito la faccenda, e subito qualcuno parlò di rivalità.
[...]
La mattina dopo ci fu la seconda tappa, detta «il diagonalone», seimilatrecento chilometri d'autostrada da Lisbona a Leningrado. Il gruppo rimase compatto fino ai milletrecento chilometri: poi, all'autogrill Pavesi, Borzignon chiese di poter andare un po' avanti per salutare i suoi a Cattolica. Pozzi e Girardoux diedero il permesso e Borzignon partì come un ossesso. Pochi minuti dopo nel gruppo cominciò a circolare la voce che Borzignon era di Pordenone. Pozzi urlò «Traditore!» e si lanciò all'inseguimento. Borzignon aveva già due ore e mezzo di vantaggio, ma in poche pedalate fu ripreso: venne ammonito e picchiato.
Allora Girardoux cominciò a fare una gara tattica. Disse: «Beh, io vado a fare un giretto», e uscì a Rimini nord. Pozzi, preoccupatissimo,glisi pose alle calcagna. Girardoux, tranquillissimo, comprò un gelato e si mise a passeggiare sul lungomare. Pozzi e tre gregari lo seguirono pedalando sulla spiaggia. Poi Girardoux fece il bagno in moscone. Nel clan italiano tutti erano molto preoccupati per la mossa del francese. Girardoux fece sei partite a flipper, comprò alcune cartoline e andò a vedere i delfini. Uno dei Panozzo lo seguì strisciando sul bordo della piscina, un delfino saltò e ne fece un boccone. Alle otto e mezzo di sera il gruppo era a settecento chilometri di distanza, ma Girardoux non dava segni di impazienza. Pozzi invece era nervosissimo e ogni tanto sbuffava aprendo larghe voragini sulla strada. Alle dieci Girardoux si presentò al Mocambo e invitò a ballare una tedesca. Pozzi, nascosto dietro una palma, lo sorvegliava. Ballarono a lungo, poi Girardoux tentò uno stricco e prese una sberla. Allora invitò un'altra tedesca. Ballarono fino a mezzanotte. Il gruppo intanto era a trenta chilometri dal traguardo. A mezzanotte e mezzo Girardoux e la tedesca cominciarono a fare i gustini e Borzignon mugolò, eccitatissimo. All'una i due uscirono teneramente allacciati e si diressero verso l'albergo Mareverde. Pozzi li seguì e li vide entrare in camera mentre a Lisbona il gruppo entrava sulla dirittura d'arrivo. Girardoux si levò la maglietta e il berrettino: poi, mentre la tedesca andava in bagno, si tolse i pantaloni: si guardò un momento intorno e fulmineo trasse di tasca una bicicletta e partì come un fulmine dalla finestra.
Pozzi urlò «Maledetto!», e si lanciò all'inseguimento.

[...]
Solo il vecchio meccanico di Girardoux, Rougeon, aspettò seduto sul bordo della strada altri nove anni il suo pupillo col cacciavite multiplo in mano, mirabile esempio di fedeltà. Dieci anni fa su quel punto della strada fu costruito un palazzo residenziale di nove piani.
Dopo lunghe consultazioni, si decise di lasciare Rougeon al suo posto, e infatti, fino a tre anni fa, chi voleva vedere il meccanico di Girardoux, poteva andare al pianterreno del palazzo dove, protetto da una griglia di vetro, c'erano tre metri quadrati della vecchia strada e Rougeon seduto su un pilastrino. Finché, appunto tre anni fa, una mattina alle 8,30 Rougeon disse: «Beh, adesso mi sono rotto i coglioni», si alzò e se ne andò. Appena fuori dal palazzo finì sotto un autobus. Aveva cento quattordici anni.
Uomini così non ce ne sono più. E neanche come Pozzi e Girardoux. Dio sa dove sono.

Il week-end dolomitico: Rif. Principe / Antermoia

Poche parole, lasciamo parlare le immagini. La scena è tutta per le montagne ed i suoi abitanti, anche se i bikers ciclo alpinisti hanno la loro parte. Grazie a Bobo e a Dario per questa bella esperienza.

mercoledì 12 ottobre 2011

BdB & Family - Domenica 23 ottobre

come da titolo e come già accennato sul forum, stiamo organizzando per domenica 23 ottobre un ritrovo per i BdB con mogli, fidanzate, figli, amici e amiche.
Quest'anno un pò in ritardo rispetto agli altri anni faremo "quel che si può" sperando di poter pedalare tutti insieme anche se con un pò più di freschino...per poi ritrovarci con le gambe sotto il tavolo :-)
Ho accolto molto volentieri una proposta di Vito per un giro/pranzo in zona Prevalle, più precisamente presso l'azienda agricola "Le Caselle", che organizza proprio per quel giorno un giro in BDC stile randonnèe (a cui noi non parteciperemo perchè un pò duro per essere un giro x famiglie) e un pranzo biologico, noi ci aggregheremo solo per quest'ultimo.

Vito sta pensando ad un giro in MTB da fare in zona per poi poter essere verso le 12:00 all'azienda agricola. Il posto ha ampi spazi all'aperto, ma se dovesse fare freddo o piovere ha 40-45 posti al coperto ed al caldo. Per chi volesse ci sono le docce e possiamo portare anche da mangiare e bere , tipo torte o birre. L'unico limite è che per i 45 posti al chiuso c'è da confermare alla svelta . Per lunedì - martedì dobbiamo avere in linea di massima il numero dei presenti al pranzo.
Maggiori dettagli verranno forniti quanto prima.
Postate per favore qui sotto le vostre adesioni oltre a :

Vito - Elena
Giani - Marta
...

lunedì 10 ottobre 2011

mi mancava...

mi mancava pedalare in montagna, mi mancava la compagnia dei BdB, mi mancava la fatica della salita, mi mancava il bello della discesa, mi mancava l'imprevedibilità dell'explò, quante cose mi mancavano!
Ieri è stata una bellissima giornata sul lago di Garda, ho rivisto volentieri tanti di voi amici, sempre piacevole la vostra compagnia. Oggi sono un pò cotto, le gambe fanno ancora male dopo i crampi dovuti alla prolungata pausa edile...ma ieri tutto è andato bene :-) mi ci voleva proprio!
Grazie al piccante vento il cielo era pulitissimo, la vista del lago spaziale, non appena possibile lo sguardo ci veniva rubato dallo specchio d'acqua e dai tanto amati monti che lo circondano. Peccato non aver con me nemmeno una macchina fotografica perchè lo spettacolo meritava veramente, per fortuna c'erano i BdB a supplire alle mie carenze ;-)
Al rifugio è stato bello trovare Dario, Elena, Vito e Perse che ci hanno accolto con il fuoco acceso e tante cosucce da mangiare, tutta la fatica della lunga salita è sparita velocemente.
Non vedo l'ora di poter fare di nuovo un giro BdB...l'entusiamo si sa è contagioso...vi riporto un parte di un sms che ho ricevuto ieri sera da Cecco dopo avergli raccontato la giornata:
"...Già ce l'avevo, ma mi hai fatto venire ancora più voglia di BdB"

Grazie a tutti!!!

giovedì 6 ottobre 2011

La mia testa calda...

Chiedo scusa ai miei compagni di viaggio, a coloro che seguono questo blog, se a volte è capitato loro di leggere delle cose offensive, lesive della loro sensibilità, o comunque divergenti dal loro pensiero.
Quanto scritto su questo blog, firmato dal sottoscritto, è da intendersi come un' opinione personale, molto spesso non condivisa dagli altri BikersdiBrescia, e quindi non attribuibile all'intero gruppo.
In futuro farò in modo di evitare questo genere di malintesi.
Nel caso sentissi il bisogno impellente di scrivere qualcosa di piccante o pungente, commento o racconto che sia, ciò avverrà su una pagina personale, evitando in questo modo qualsiasi tipo di problema a questo gruppo di bikers che mi stanno tanto a cuore...


martedì 4 ottobre 2011

Dalla Val Gardena alla Val di Funes sfiorando la Val Badia


Da un forumendolo: "Certo, volevo solo capire perché lo fai cosí....sulla carta non vedo discese interessanti".

e rispondo così sul forum:
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Detto questo ieri ho fatto il giro Ortisei - Alpe Mastlè Bassa - Rif. Firenze - Forcella de la Roa - Malga Medalges - Rif Genova - Val di Funes - Chiusa - Ponte Gardena.
Il giro nel suo insieme è stato fantastico, il tratto Rif. Firenze - Rif. Genova è parte dell'alta via delle Dolomiti ed è bellissimo. Dal Firenze alla forcella (600 metri di dislivello) ho fatto 1 ora a spinta e 1 ora in bici (faticando non poco), i miei compagni, che ringrazio, 1,5 ore a spinta e mezz'ora in sella. In discesa è abbastanza facile, mai esposto e tutto in sella in ambiente che ha poco da invidiare alla Val Fiscalina o alla Travenanzes. Dalla forcella alla Medalges è a mio avviso molto interessante, sono anche riuscito a stare quasi sempre in sella nel primo tratto del ghiaione (non ci devono essere escursionisti che salgono, altrimenti scendere a piedi), molto ripido e sdrucciolevole, poi ottimo traverso verso la medalges che si raggiunge con 200 metri disliv. di risalita finali e qualche tratto a spinta. Dalla malga altri 7/8 minuti di bici in spalla e traverso sempre bello fino al Genova, quindi bella discesa su sentiero fino alla sterrata di malga Zannes; sterratone fino a Santa Maddalena/San Pietro e qui data l'ora tarda discesa su asfalto fino a valle, (che si può tranquillamente evitare stando a destra della valle direzione Tiso/Nave fondo valle). Diciamo che dalla forcella della Roa (2600slm) a valle (500slm) (più 200 metri di risalita a Medalges) sono 2300 metri di dislivello negativo su sentieri sterrate e brevi tratti su asfalto.

altre foto di Gfranco e quelle di Gigi

giovedì 29 settembre 2011

L'erba voglio...

L'erba voglio non cresce neppure nel giardino del re.

Che cosa vorrei...
Vorrei rivivere tutti i week end le belle emozioni che ho potuto provare quella volta del Torsoleto poche settimane fa, o, andando indietro nel tempo, del giro dello Sciliar, con Spiz e la Pat, o della traversata Ventimiglia-Monviso a cena con Mauro e Favier all'Osteria della Gardetta. Quella volta ci hanno portato delle enormi pirofile stracolme di pasta fumante; anche al Torsoleto non hanno affatto scherzato, con quasi tre etti a riempire i piatti non sufficientemente fondi per tali dosi.

Sono ingordo di risate, di quei momenti in cui, davanti ad una tazza di tè fumante o ad un bicchiere di vino rosso, ci si anima parlando di lavoro e di stipendi, per poi ritornare sull'argomento bici, nostra passione.

Trovarsi lì, sereni e beati, protetti al calduccio quando là fuori tira un'aria che ti mette i brividi e ti fa incrociare le braccia, è una bella sensazione. Il Lonfo che si sdraia e fa il sonnellino pomeridiano, Mauro benestante che comanda l'acqua calda per la doccia...
Tutti dettagli che mi mancano già. Ho nostalgia.

vorrei...

Purtroppo i ritagli di tempo libero di ciascuno di noi sono diversi: gli impegni, la famiglia presente e futura a cui badare, non ci permettono di avere tutte le tessere a disposizione per completare il puzzle. Almeno non tutte le settimane.

Ma pensiamoci su, se appena possiamo, cerchiamo di stare insieme, che è bello.

martedì 27 settembre 2011

Non mi avete convinto...

Bici in carbonio, senza un graffio (altrimenti sarebbe già rotta), di alta gamma, nuova fiammante. Lui ha un' aria un po' spavalda, tipica forse di coloro che si chiamano Claudio? Non conosco sinceramente il motivo vero per cui si sia aggregato al nostro gruppo per il giro di oggi sul Monte Carone, detto anche Caronte? (tratti infernali). Non lo so. Forse Stefano, il Lonfo, non vuole tanto bene ai suoi amici, e gode nel vederli soffrire, soccombere, mentre lui, come un grillo, saltella qua e là e se la ride dopo aver recuperato in extremis il "controllo" della sua bici. Il nostro gruppo è sotto esame da parte della new entry di oggi. Questa è la mia impressione. Sembra quasi che un "guru" esterno, venga a vedere se i BdB fanno bicicletta nel modo giusto oppure no. Come quando il controllo ASL viene a vedere col guanto bianco se la cucina è pulita, a norme, per poi alla fine giudicare, verbalizzare e, se necessario, multare.

"Come mai salite per di qua? Non è la solita strada che faccio io..."

Perché oggi ci va così!

La mia impressione iniziale, man mano che procediamo verso Bocca dei Fortini, si rivela corretta. Con noi oggi abbiamo uno che la sa più degli altri e che si aspetta che gli altri, appunto, facciano come fa lui. Poi arriva il momento dell'ascesa al Carone. Inizia un tratto di salita un po' inusuale per chi pratica la mountain bike in maniera classica, cioè pedalata. Inoltre la new entry potrebbe trovarsi in serie difficoltà sul seguente tratto di discesa. Percepisco una certa preoccupazione, soprattutto per via della preziosa bici che potrebbe danneggiarsi e quindi mi premuro di consigliare una strada alternativa, conosciuta dal nostro esperto compagno di viaggio, più tranquilla e sicura.

L'idilliaca strada per un felice e spensierato ritorno a baita...

Sono praticamente riuscito a salvarci dall'impietoso giudizio finale di "Clod", quando qualche BdB decide di tirarsi la zappa sui piedi prospettando all'ignaro avventuriero sentieri facili, su terra battuta, mai ripidi e con cuscini di lato per proteggere la bici da eventuali tonfi.

E dunque così sia, se è questo che volete, se è vostra intenzione assassinare dei poveri reggisella, sfigurare senza ritegno le delicate e candide grafiche in rilievo, che si proceda pure con l'abbassamento della sella. E che il misfatto avvenga, deturpatori di telai carboniosi, questa volta l'avete combinata grossa!

La discesa per noi non è complicata, ma in certi casi dovremmo metterci nella testa di chi certe cose non se le sogna neppure nel peggiore degli incubi. Gli amici -veri- si vedono proprio in queste situazioni, vero Lonfo? Gli amici -veri- non ti portano con i BdB. Perché il Lonfo sapeva benissimo che Claudio non avrebbe apprezzato.

E così è arrivato, alla fine, il giudizio, il verdetto: "Non mi avete convinto"!

Ebbene sì, è così, questa è la cruda realtà dei fatti. A volte nemmeno lo zoccolo duro riesce a convincersi, figuriamoci un esterno trascinato nel baratro da una mano amica...

Buone strade a tutti

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MI AVETE CONVINTO

Ovvero il post-Carone Lonfo version

L'iperbolico racconto di Perse, accanto alla momentanea irritazione, mi aveva fatto sorgere un dubbio: e se davvero avessi osato troppo? Se malgrado l'esame preventivo a Clod (sei allenato? che dislivelli hai fatto? che bici hai? ti fa niente portarla a spalla? conosci la zona? e in discesa te la cavi?) avessi toppato nella valutazione? Perchè è vero, portarsi dietro un compagno impreparato si rivela di poco sugo e alla fine pericoloso, l'ho imparato in tanti anni di montagna (anche alta montagna invernale).


Sì, l'avevo visto un po' stranito ma mai veramente in difficoltà; è solo sceso un tratto sulla sterrata "dove mi diverto di più".
Così dopo la gita ho chiesto a un amico comune, con il quale so che Clod si confida,se c'erano stati commenti da parte del diretto interessato.


Ecco il verdetto: "Sono sicuro che in salita non ha sfigurato, è rimasto un po' impressionato dalla parte finale bici in spalla, specialmente il canalino, quanto alla discesa testualmente 'chesti che i è mia a posto', penso che tornerà ai suoi giri solitari... o con me a traino".
Ecco, mi sono convinto che siamo tutti 'mia a posto', il che può essere anche essere preso come un complimento.

L'avevo previsto e avvisato: o vedi la luce o non ti vediamo più. Non lo rivedremo, ma senza drammi e sempre in amicizia. Dimenticavo, c'è rimasto così male che al rientro in macchina stavamo già progettando di far nascere un gruppo MTB-CAI a Desenzano...

domenica 25 settembre 2011

Per chi si fosse perso il giro...

Per chi non era presente al nostro giro del 10-11 Settembre, per chi si fosse perso il week end, di seguito pubblico il video che ho realizzato grazie al contributo di un gruppo di bikers dalla gran voglia di montagna, di avventura, di silenzi. Un gruppo di "matti" che ama farsi del male portando con sé la bicicletta in posti impervi, sperando sempre che la natura si addolcisca un po', e che gli permetta di far rotolare le ruote su qualche pietra e in qualche prato. Purtroppo non è sempre così, e allora tocca camminare e rompere gli scarponi. Ma quando il vento soffia e gli occhi si inumidiscono d'emozione, va bene anche soffrire un po' e far palpitare il cuore attaccati ad una catena, sperando che sia ben salda.
Buona bicicletta a tutti.


lunedì 19 settembre 2011

SSIT11 - Saint Nicolas - V. Aosta

Ogni anno in questo periodo si presenta puntualmente l'appuntamento con la single speed, con il campionato italiano. L'edizione 2011 si svolge a casa di Yoda, Marco Nicoletti, presso Saint Nicolas, in Valle d'Aosta.

Ricordo la prima edizione a cui ho partecipato, a Piane di Lama Mocogno, nel 2008, con la Marin rossa, arrivo alla mattina, dopo la pixie, dopo una notte di travestimenti e festeggiamenti. In questo modo mi perdo una bella fetta della torta, ma comunque riesco ad assaporare una dolce atmosfera, fatta di allegria, spensieratezza e follia.

Parli di campionato italiano single speed e tutti pensano ad una cosa seria, ad una gara di agonisti: gambe rasate, tesserini, chip alla caviglia, liquidi mirabolanti nelle borracce, teste basse e volti tesi e perennemente crucciati. No, è tutto un altro mondo, la gara ha un'importanza relativa, è solo il pretesto per incontrarsi, fare festa, bere birra, trovare amici, e pedalare con le nostre single speed. Bici apparentemente assurde che però affascinano, e ci fanno vivere forti emozioni.

Yoda quest'anno si è preso una bella responsabilità nell'organizzare il campionato: studia il percorso, preparalo, fettuccialo, pensa a dove mettere le tende, dove appoggiarsi per pranzi, cene, colazioni, dove mettere i gazebo degli sponsor ed espositori. Organizza le iscrizioni, stampa i numeri di gara, le magliette...e chissà quante altre faccende; insomma, un impegno mica da ridere.

Venerdì sera avviene il trasferimento in Valle d'Aosta, con il nuovo Charlie Brown di Spiedo, il Caravelle nuovo fiammante viene caricato delle bici, tende, bagagli e poi si parte. Siamo in quattro: Spiedo naturally, Ema, il Baffo ed il sottoscritto. A 130 Km orari ci seguono Bob e Mario. Siamo l'avanguardia Lobos e alle 20 iniziamo il montaggio della capiente tenda da 8 posti dello Zio. Arriva France da Torino, l'indomani sarà la volta di Cene, la Gitte, Marcello ed Ilaria.... Ausilia arriva in bici da Pavia, sciroppandosi 180 km in single speed, con un agilissimo 32x21, adatto alla montagna, ma decisamente inconsueto per la pianura. Solo lei può. Grande!

C'è Dirk dal Belgio. Quanta strada che ha fatto per raggiungerci qui in Italia per il SSIT11. Viene spontaneo chiedersi se valga la pena affrontare viaggi così lunghi, per un evento di questo tipo, definibile come "minore" (senza offesa per chi li organizza) se paragonato ad un Giro delle Fiandre, ad un mondiale o ad una grossa fiera internazionale; evidentemente si, Dirk mi è parso sempre felice ed entusiasta di trovarsi con tutti noi. Spettacolari le birre che ci hai fatto gustare! Allo stesso modo hanno sempre dimostrato entusiasmo e voglia di divertirsi i nostri amici dalla Svizzera, capitanati da Christoph. Che ragazzi simpatici! Il mio rammarico è non conoscere sufficientemente bene le lingue per dialogare con loro come riescono a fare Spiedo e gli altri Lobos.

Durante la cena di venerdì al nostro tavolo si presenta Sebastiano, detto Cane Morto.
Ci guardiamo negli occhi. Non diciamo nulla ma riesco a leggere i pensieri dei miei amici... "cane morto", ma dai! Da dove spunta questo nickname! Avrò occasione di domandarglielo e di capire che dietro un soprannome così privo di dinamismo si nasconde un ragazzo simpatico, socievole, e brillante. Come il blu della sua Salsa "El Mariachi". È stato un piacere incontrarlo.

Sabato mattina dopo una bella dormita nel sacco a pelo, ci svegliamo con il cielo che incomincia ad imbronciarsi, un nuvolone grigio scuro è in avvicinamento, oggi infatti prevedono pioggia. Io non sto più nella pelle e saltello qua e là per la voglia di pedalare. Spiedo mi rimette in riga e poi si parte. Non prima però di aver girato la gomma anteriore della bici di Ema, la direzionalità in curva non è un fattore da trascurare... e poi mi vai a sbandare in piega... così non va! Hi hi hi!

Il terreno è asciutto, non piove da parecchio tempo ormai e probabilmente ciò avverrà a breve, la sposa si chiama SSIT e sarà una sposa fortunata.

Prendo allegramente il primo strappo in salita, pensando di trovarmi di lì a poco in discesa, invece la rampa prosegue... prosegue... prosegue... ancora più in alto. Calma, bisogna affrontarla con calma. Il primo anello si dipana nel bosco, a zig-zag tra gli alberi, con le ruote che affondano in un morbido tappeto di aghi rossicci, sobbalzando tra una radice ed una pigna sfuggita al rastrello laser del Maestro Yoda. Anche nella preparazione e pulizia del percorso Marco si è dimostrato scrupolosissimo, complimenti davvero.

Completiamo il primo anello e proseguiamo per la seconda parte del giro. Si sale per un tratto su asfalto, poi la salita prosegue su sterrato e anche in questo caso è lunga anche se decisamente più semplice da affrontare rispetto alla prima nel boschetto. Arriviamo ad un bivio ben segnalato e iniziamo la prima discesa denominata con DH1. Bella discesa con qualche roccia fissa, qualche radice, ma per il resto molto scorrevole e guidata. In un attimo si è di nuovo giù e ci si reimmette sulla salita percorsa in precedenza. Al bivio si prosegue verso la DH2, ma c'è ancora un bel po' salita da fare prima di scendere.

Ad un certo punto inizia a piovere seriamente ed il Baffo trova una piccola abitazione dove c'è la possibilità di ripararsi dal temporale, sotto ad una tettoia di una terrazza. Cogliamo l'occasione per rilassarci un attimo e scambiarci le prime opinioni sul tracciato. Con il cessare della pioggia riprendiamo infreddoliti a pedalare seguendo i cartelli e le fettucce che delimitano il percorso di gara. La salita è piacevole, mai ripida e piuttosto lunga, poi finalmente ci immettiamo sul single track dell'ultima discesa. Parto per primo, e incomincia subito il divertimento. C'è qualche tratto abbastanza tecnico e occorre prestare attenzione e limitare al massimo i rischi per non farsi inutilmente del male.

Arrivo in fondo alla discesa molto probabilmente con un bel sorriso stampato sul volto. "Che mila cancher" è il mio primo pensiero rivolto a Yoda. È una frase amichevole che uso spesso rivolta a quei simpaticoni a cui piace sempre combinarne una, dei furbetti insomma. Il percorso con questi tornanti è piccantino, stuzzicante per una branca di bikers, però potrebbe metterne altri in difficoltà.

Dopo il giro di prova, andiamo a pranzo e dopo il piccantino della discesa, viene il momento del piccantino della pasta all'arrabbiata, piuttosto incazzata. Mi diverto a vedere le facce di Bob e degli altri Lobos con la goccia al naso. Poi viene voglia di coricarsi e fare la pennichella, ma ho anche voglia di rimettermi in sella, soprattutto per rifare la dh2. Pedalo con Andrea "Cene", che mi conferma la presenza di una certa dose di difficoltà lungo il percorso, non che Finale Ligure sia una passeggiata...

Dopo la discesa DH1 incrociamo Sebastiano con un suo amico, e sotto la pioggia completiamo l'ultimo tratto di salita e la spettacolare DH2. Mi scappa un urletto misto tra adrenalina e esaltazione nel momento in cui per un attimo perdo l'anteriore lungo una curva, il piede destro istintivamente si stacca e  scende verso terra a protezione. Una puntatina e ritorno in traiettoria. Spassoso.

Mi immagino qualche BdB, in particolare Dario, a farmi compagnia... ma per ora a parte Giani, non girano single speed nel nostro gruppo.  Magari per l'anno prossimo... chissà.

Accidenti, ora sono tutto infangato ed i miei vestiti sono bagnati, non ho portato ricambi e domani molto probabilmente dovrò indossare dei vestiti umidi, puzzolenti e bagnaticci; anche le scarpe si sono riempite d'acqua. Metto tutto in tenda, ma non c'è molta speranza che asciughino... amen.

La serata, la festa di sabato è lunga, molto divertente. Prima la cena tutti insieme in una grande sala. Vari antipasti, polenta, spezzatino; abbondante formaggio, risotto, carotine per il sottoscritto. Birra ed un bicchiere di rosso per colorare la serata. Gli HUTR scandiscono il loro slogan in maniera ritmica: sembra un urlo di battaglia di una tribù barbara. Mi immagino i loro volti coperti di fango, gli indumenti gocciolanti del sangue del nemico appena abbattuto a pedivellate. Mi rannicchio impaurito sulla panca mentre continuo a sorseggiare la mia birretta. Arriva il momento della Pixie: la discesa dal pratone è divertentissima, esaltante; i corridori sono travestiti con parrucche, costumini attillati, giacche variopinte, le bici sono il risultato di attenti studi di aerodinamica infatti scompaiono letteralmente sotto il pilota col suo mantello, o il coccodrillo gonfiabile.

È una grande festa, ma pur solleticato e sollecitato da Yoda, mi metto in disparte, pentendomene amaramente. Ho i piedi fradici, il mio unico paio di pantaloni è ridotto in uno stato pietoso e tutto infreddolito mi metto a fare il tifo per gli altri. Quando Yoda mi offre la sua bici per la Pixie Avalanche però ho troppa voglia di provare un po' di pixie. Mi metto dietro a Marcello "Lolli", veramente fuori, un grande. Sei lì con gli occhi a massima apertura per captare la poca luce ambientale e al via scattano mille flashes. Accecato ti lanci all'inseguimento dell'ombra che ti trovi davanti, tra mille urla e schizzi di fango. Mi veniva troppo da ridere, e quando ho visto il Lolli catapultarsi in picchiata giù dal pendio con la bici imbizzarrita, mi è salita dentro una gran voglia di seguirlo. Robe da schiantarsi!

Uno dei momenti più divertenti ed esilaranti del week end. La pixie non si smentisce mai!

Conclusa la folle corsa giù dai pratoni con le bici da bambino, è iniziato il concerto. Musica, danze, danze e musica. Birre e bombardini e noi che giocavamo ad impennare con la nano-bici, spaccandoci la schiena. Il Lolli scatenato che canta a squarciagola, con la moglie che lo osserva impaurita-incuriosita-rassegnata e con noi sempre più contenti di averlo conosciuto.

La balla è dietro l'angolo che bussa, se le apri la porta, puoi portare a casa il premio Marco Panni ed entrare nella storia, o in un centro per alcolisti anonimi. Una piacevole atmosfera ci avvolge, la festa continua fino all'una di notte, poi tutti in branda. Piove copiosamente e nella tenda trafila un po' di acqua: saggiamente qualcuno pensa di trasferirsi in albergo, i più selvaggi, resistono allo stillicidio e all'attacco di diverse specie di funghi sotto alle ascelle e tra le dita dei piedi.

La pioggia termina di scrosciare giusto in tempo per fare un salto in bagno. Una tastatina veloce ai pantalocini da bici e con una smorfia di disappunto me ne vado via a fare colazione. "Avresti potuto prevedere un cambio, invece non ci sei arrivato" - "sei troppo un estremista essenzialista, la prossima volta presentati con un paio di slip, più essenziale di così!"


Torta, brioches, dolcetti con l'uvetta, fette biscottate con miele, pane e marmellata, biscotti, yogurt e cereali, cappuccino... come mi piacciono le colazioni a buffet!
Poi arriva il tragico momento della vestizione. Una capatina in bagno, attaccato al soffiatore d'aria calda per cercare di migliorare la situazione del fondello, maglia intima asciutta, calze asciutte, scarpe bagnate, maglia bagnata e guanti fradici. Arrivano in soccorso Marcello con un paio di guanti e Spiedo con una spettacolarissima maglia Biciclista a pois, già prenotata, tanto è bella. Questi ciclisti fighetti che sentono il bisogno di vestirsi colorati, sulle loro biciclette dai componenti anodizzati.

Yoda richiama i partecipanti sulla griglia di partenza e procede con le raccomandazioni, istruzioni per l'uso. Lo start avverrà a piedi, ognuno dovrà correre a recuperare il proprio numero di pettorale, fissarlo con le fascette alla bici e poi iniziare a pedalare. Ci sono persone che prendono troppo seriamente anche delle gare così goliardiche, tra amici e allora ci si inventa di tutto per vivacizzare, sdrammatizzare se vogliamo la situazione. Partenza pronti e via, si corre, attacca il numero e inizia a pedalare. Qualcuno è già intento a cercare pertugi dove infilarsi per sorpassare: un paio di coraggiosi sfidano Ausilia, che immediatamente risponde riportandosi davanti e sollevando onde tsunami dalle pozzanghere.
Sono dietro di lei all'inizio del primo single track in salita: una radice, un suo attimo di esitazione e la mia ruota anteriore che sfiora la sua posteriore. Un giochetto che Mario ed il Baffo conoscono bene, spero che Ausilia non ne abbia a male e che non mi travolga con una delle sue temibili onde tsunami..

Pietà!

Terminato il tratto più stretto, Ausilia mi invita a superarla ed inizio così a salire sulla mega-rampa infinita. Sono fresco, forse un po' freddo, ma salgo piuttosto bene, vedo bikers a piedi... come mai? Man mano che procedo in salita, con i fiato sempre più corto, la mia spavalderia va affievolendosi, mi sembra di sentire un suono di sax... possibile? Arrivo ad una curva e mi trovo il cugino di Yoda intento a deliziarci con calde note d'ottone. Grazie mille per questo pizzicotto, che ci riporta alla realtà dei fatti: è inutile affannarsi troppo, è una festa, una festa di colori e bici monomarcia.

Poco dopo raggiungo Seba, un ciclista di un altro livello, un alto livello. Trovarmi qua con lui è una gran soddisfazione, ma alla sua prima esitazione gli sono davanti. Mi ricordo del percorso, ora c'è un tratto a piedi, poi discesa fino al traguardo; si respira! Non ho modo di incrociare molta gente, e appena trovo Ambro, mi affianco e gli domando se è tutto ok.
Inizia lo sterrato e poi finalmente la prima discesa. Zig zag ed è già finita... orco can, sono di nuovo qua e mi tocca salire... Dai che tra un po' c'è il ristoro... ho una sete...

Scende qualche goccia d'acqua, ma poca roba. La birra del ristoro ci voleva proprio; con un paio di zucchine trombetta alla griglia ed un paio di tomini, mi sarebbe andata ancora meglio, invece c'è solo della salamella. Gentilissimi comunque Yoda e lo staff di cuochi dell'Hotel Saint Nicolas per la disponibilità nella preparazione di ottimi piatti privi di carne.

Fermo al ristoro vedo arrivare Seba e mi bevo la seconda birra mentre lui sgranocchia una salsiccia. Ripartiamo insieme e proseguiamo per la rampa. In realtà la birra e la salsiccia apriva l'accesso alla strada asfaltata e alla salita dolce. Penso comunque che ben pochi siano saliti per l'asfalto. Il primo tratto a fatica si riesce a superare, poi c'è un'ulteriore impennata che ti costringe a camminare per qualche metro. Nel momento in cui riprovo a mettermi in sella, Seba mi da una leggera spinta di aiuto.. ma che grande! Finalmente spiana e mi avvicino alla bella DH2.

Che gran divertimento, il terreno poi, con la pioggia si è compattato ed ora risulta veramente uno spasso guidare e fare numeri. Si, come dice Ghido, la mia guida è da show, sicuramente non è veloce come quella di chi va diretto al dunque: io tergiverso sollevando molto spesso la ruota posteriore anche dove non serve. Però così mi diverto. Trik trak e anche la DH due se ne va! Ora rimane da ripercorrere l'anello fatto all'inizio, quello con la rampona infinita e poi siamo arrivati. Questa volta a metà mollo e mi metto a camminare: passettini veloci che mi portano su senza fatica. "Ma chi è che di nascosto mi ha cambiato il pignone!" La prima volta non era così dura la salita, anche il tratto finale prima del traguardo, nell'erba, mi fa bruciare le gambe. Arrivo davanti al traguardo ed impenno, come vengono bene le impennate con questa bici, che divertimento! Qualcuno mi dice che sono arrivato terzo; "ah, bene, gli rispondo io" mentre riprendo fiato. Vado a salutare il Lolli, e tutti gli altri che vedo arrivare man mano. La pioggia cresce d'intensità e inizia a soffiare un vento gelido, meglio togliersi questi vestiti  bagnati prima di ammalarsi. Così mi infilo i miei pantaloni umidi, e mi tengo addosso le scarpe da bici, che sono bagnate ma non troppo, fortunatamente almeno maglietta e felpa sono asciutte. Ritorno sul traguardo in tempo per salutare stringere la mano a Spiedo e sotto lo stand di zeta la formica bike components, al riparo dalla pioggia, vedo l'arrivo di un sacco di bikers tutti col sorriso sul volto. Una bella immagine.

L'edizione 2011 del campionato italiano single speed si è conclusa così, col sorriso.
Grazie a Yoda e allo staff con cui ha lavorato per l'impegno e la passione che ha dedicato all'organizzazione dell'evento. Un ottimo lavoro che ha dato buoni frutti.

L'anno prossimo ci si vede in Toscana dagli amici HUTR: chissà che accadrà, chi verrà se la spasserà!

giovedì 15 settembre 2011

Buone sensazioni

Le mie tempie pulsano e la fronte è madida di sudore.
Alzo gli occhi per un attimo...il cielo è di un azzurro intenso, colorato con i pastelli blu.
Le mie dita si sono intorpidite. Ogni 5 minuti stacco una mano dal pedale oppure l'altra mano dalla ruota e faccio ciondolare le braccia.
Sento così i muscoli che si rilassano, i tendini che guizzano in un attimo di tregua.
Poi riparto col mio fardello sulla schiena. Proseguo cocciuta nel mio orgoglio, e cerco di stare al passo dei miei compagni.
C'è uno che sembra uno stambecco, credo sia nato lì fra le rocce perchè lo vedo arrampicarsi con troppa facilità. Il suoi compagni lo seguono cercando di tenere il suo ritmo. Mi accorgo che faticano a stargli dietro e impiegano molte più energie di lui.
Alcuni di loro sono nelle retrovie, la loro calma e la loro lentezza mi confortano: non sono sola.
I miei pensieri si confondono: sogno di essere nel bosco pedalato in mattinata.
Sono sdraiata e rilassata. Il profumo del muschio bagnato e l'odore penetrante dei funghi mi avvolge. Guardando verso il cielo, vedo i rami muoversi leggermente con la brezza e i raggi del sole giocano a nascondino tra i tronchi di pino. Le nuvole hanno mille spessori e confini...colori dal bianco ghiaccio, trasparenti o grigie e mi invitano a fantasticare sulle forme come quando ero bambina e mi sdraiavo nei prati a guardarle.
Il mio piede scivola sul sentiero ripido e sconnesso e la bici a spalle ha un guizzo.
Mi risveglio all'istante e in un attimo sono consapevole del pericolo corso.
"Attenta!" Mi dico. " E concentrati!"
Salgo...passo dopo passo... piccoli passi sul segnavia e procedo in fila indiana con gli altri. La fatica per tutti è palpabile, i sassi sotto di noi rotolano facilmente e la terra sfugge sotto i nostri piedi.
Siamo quasi al culmine, c'è solo un passaggio verticale con catene da superare.
Le bici non passano fra le rocce sporgenti, ci si mette appostati uno sopra l'altro, attaccati con una mano alla catena e con l'altra ci si passa le bici sopra la testa fino a farle scorrere al valico.
Sento l'adrenalina scorrere come un vortice nelle vene...o forse è l'altitudine che mi rende ubriaca di potenza.
Ogni attimo è per tutti noi la forza, il coraggio e la condivisione degli ostacoli. Ci si aiuta in silenzio, finchè anche l'ultimo compagno mette piede sullo spiazzo oltre il canalone roccioso.
Un respiro di sollievo unanime si è alzato nel cielo terso.


tratto da "Una giornata con i BdB"

martedì 13 settembre 2011

Voglia di BdB

Dopo un agosto su arditi sentieri pensavo ad un settembre su placide ciclabili,ma il buon Dario alla prima occasione mi riporta in "carreggiata",ci sarebbe un'esplo in zona Adamello ma le scarse informazioni ci portano sul versante opposto sempre in alta Valcamonica.
Ci eravamo ripromessi di tornare al rifugio Torsoleto dopo le buone sensazioni dello scorso anno,ed ecco l'occasione giusta,dopo il digiuno vacanziero ho terribilmente voglia di BdB.Dario propone il giro online,e si aspettano le adesioni,la durezza preventivata del giro scoraggia i più,Dario invita personalmente Frog Vito e la Elena perchè a questo giro ci tengono parecchio,dice lui.
Così sabato mattina siamo in 8 a Malonno più Andrea1969 con una bici moderna(che farà la versione "light") insieme a Gfranco Enrico e l'amico di Gf.
Il resto è un susseguirsi di emozioni fino alla spettacolare traversata di domenica,una piccola tiratina d'orecchie ai tre davanti che in discesa abbandonano la traccia che dovevamo fare per un'altra altrettanto bella........ Alla faccia del settembre su ciclabili,sono passati solo 2 giorni e già ho voglia di qualche sentiero incasinato.....in zona Bruffione c'è un bel giro cicloalpinistico che mi,ci aspetta:vediamo se matura.

Ah dimenticavo,un grazie sincero ai gestori del rifugio,veramente gentili e disponibili.

due giorni in bici....o quasi - Il giorno del giudizio

Il giorno del giudizio è arrivato: o vivi.....o muori!
Chi muore, non si vede più al prossimo giro BdB...chi sopravvive....ha tempo una settimana per riprendersi e poi catapultarsi di nuovo nel vortice.

La domenica mattina mi sveglio al Rifugio Torsoleto. Sono già tutti in piedi ma non del tutto svegli, a parte Wilmer che già alle 6,30 ci aveva dato il buongiorno, accendendo la luce della nostra stanza.
Ma come? La sveglia non era alle 7,00?
Sento il profumo del caffè fresco che sale dalle scale di legno e mi solletica il naso. I cucchiaini tintinnano nelle tazze fumanti di latte...capisco che i BdB sono già all'opera.
In quattro e quattr'otto sono già in cucina con loro, spalmo burro a volontà su una fetta biscottata che ingoio in un sol boccone.
La colazione ci risveglia dal torpore notturno. Chiediamo gentilmente il bis di latte e caffè...e mentre aspettiamo, parliamo del sentiero che faremo.
Il gestore ci sente....e ci dice: "beh...ciclisti ne ho visti ancora qui come voi, ma poi tutti sono tornati giù....voi invece SALITE...per fare il sentiero 4 luglio...e arrivare al Piz Tri! Beh....vi porto anche il pane e altra marmellata, avrete bisogno di forze!"

Già due giorni prima, Wilmer era venuto a trovarmi in negozio, e mi aveva informato di alcuni passaggi ESPOSTI che avremmo fatto durante il Giro.
Alla fine, dopo avermi fatto vedere alcune foto e spiegato a meraviglia l'itinerario, aveva aggiunto: "Elena, ti ricordi la Val Baione? Ecco, pensa che quella è una passeggiata al confronto del sentiero 4 luglio!"
Da quelle parole, mi venuta addosso un'agitazione da testamento.
Ho detto a Vittorio: "Secondo me, Wilmer si è divertito fess a farmi paura".

Prepariamo le ultime cose, controllo veloce sopra i letti e sotto di non aver dimenticato nulla, usciamo dal Rifugio, foto di gruppo per poi dire agli amici....IO C'ERO.....e partenza.
Al rallentatore, io li guardo salire subito per una mulattiera a serpentina con bici a spalla.
"BENE" mi dico. Forza Elena, tocca a te. E parto anch'io.
Da questo momento in poi, è stato un susseguirsi di fatiche...di emozioni...meraviglia per i panorami da sembrare in un paradiso... paura per il vuoto accanto a me in certi tratti...la forza delle braccia per aver portato per così tante ore la bici a spalle, a spinta, e sotto braccio come fosse un fardello.
Di pedalare....oramai non ci pensavo più....la lucidità di stare in equilibrio pedalando su quei tratti così stretti come facevano i ragazzi, non l'avevo, quindi la fatica per me era doppia.
Ogni attimo trascorso lassù fra quelle guglie, rocce, prati scoscesi e catene mi faceva sentire un puntino nell'universo, una piccolissima persona con un grande amore per la montagna aspra.
Non ho mai pensato di non farcela e non ho mai pensato: "Ma chi me l'ha fatto fare!"
Ho ringraziato molto col pensiero i miei compagni che mi hanno aspettato o aiutato venendomi incontro nei punti più "tragici" con parole di incoraggiamento o portando in due punti dove io avrei tribulato tantissimo, la mia bici.
Penso che un giorno del giudizio sia passato. Me ne aspettano altri, ma ora più di prima sono pronta a spuntarla di nuovo.

lunedì 12 settembre 2011

due giorni in bici....o quasi

Arriva il giovedì.....e comincio ad agitarmi. I BdB hanno organizzato IL GIRO di due giorni: da Malonno si sale al Torsoleto, sentiero 4 luglio per poi arrivare al Piz Tri. Non voglio rinunciare, quindi daccordo con Vittorio e i miei titolari di lavoro (i figli) lavoro più del dovuto per poi poter andar via tranquilli...(che poi non è mai così).
Sabato mattina, ci ritroviamo a Malonno alle 8,15 circa: Wilmer, Dario, Perse, Claudio-Frog, Stefano-Lonfo, Andrea-1969, Mauro-Orma, Vittorio e io. Il cielo è terso, non ci sono nubi all'orizzonte, i crinali della Valcamonica si distinguono uno a uno e l'aria è frizzantina.
E' un ottimo inizio di giornata. Partiamo piano piano, i muscoli delle gambe iniziano a scaldarsi, assieme ai nostri cuori.
Si "ciacola" di tutto, ma il nostro pensiero intimo è l'arrivo al Rifugio Torsoleto dove pernotteremo. Che bello! Dall'asfalto, che vola via in un attimo, arriviamo ad un bivio con una salita ripidissima che farà strage di noi. C'è chi pedala e sembra NON faccia fatica, chi pedala arrancando nell'orgoglio e chi spinge sudando.
Facciamo una veloce pausa per riprendere fiato (per chi ne ha bisogno) e ripartiamo. Il bosco ci accoglie ad un tratto ed è tutto così......bello.....i colori del bosco, le sfumature dei raggi fra i tronchi, gli aghi in terra di un color marrone che mi ricorda i pastelli dei bambini. Le radici sporgenti, il profumo di funghi e io che prendo in giro Ormauro dicendogli: "guarda un porcino!". E lui si ferma di scatto per vedere dov'è e io lo supero in bici e rido fess!
Proseguiamo su un sentiero a serpentina abbastanza sconnesso, ognuno con il suo ritmo, finchè iniziamo a vedere in lontananza il Rifugio. Incontreremo poi su questo sentiero altri amici che pedaleranno con noi solo per un giorno: GFavier, Enrico-Demon.box e Roberto (new entry). La nebbia inizia a salire velocemente poi schiarisce, e ci accompagna fino al R.Torsoleto. Doccia veloce freddissima... con urla da lupi mannari per alcuni di noi...doccia nudist nella fontana del Rifugio per altri e UNA doccia BENESTANTE (€ 8) per Ormauro chel ghera fred poarì!
L'orario di cena arriva in un battibaleno! Tra una chiacchierata e l'altra ci faremo fuori due piattoni di spaghetti al ragù a testa, polenta e spezzatino o formaggio per Perse (che è vegetariano e non ha assaggiato neanche il ragù!)
La stanchezza, per me, comincia a farsi sentire e, complice la stufa del rifugio che scalda ed asciuga i nostri indumenti, mi si chiudono gli occhi e saluto tutti per andare a dormire: tempo mezz'ora e saremo già tutti nelle nostre cuccette a ronfare, sibilare, soffiare o parlare nel sonno...insomma un'orchestra sinfonica di alto livello emotivo!
Domani è un altro giorno: ci aspetta il Piz Tri.

venerdì 9 settembre 2011

Guglielmo Classic 4 Settembre 2011

Prevedevano pioggia, ma noi non ci abbiamo creduto. Abbiamo fatto bene : sempre bello il Guglielmo da Marone. Solo uno scroscio d'acqua nell'ultima parte della discesa.

BdB - Monte Guglielmo "CLASSIC" from Bikers di Brescia on Vimeo.

mercoledì 31 agosto 2011

Esplo in Val Baione

Domenica c'era voglia di alta montagna. Guardando un po' le cartine butto l'occhio sui puntini blu ciclabili della kompass, al passo Campelli. bel posto! e subito mi ricordo di quel giro di 2 anni fa, con Seby, Wilmer, Gilbo e Perse. Dovevamo salire al passo Baione, poi idea abbandonata per mancanza di tempo. Andiamo li! Scrivo sul forum, e si aggregano Wilmer, Elena e Vittorio. Anche Gianfranco era intenzionato, ma poi non è presente alla partenza. peccato, alla prossima!

Saliamo dall'Annunciata di Borno, come si dice...Pronti via, 20%! Il passo è buono, e in breve tempo siamo a Borno per un caffè. c'è ancora aria di vacanza in paese. Il percorso adesso prosegue, abbastanza semplicemente, verso il Giovetto, e poi Schilpario. Una breve discesa su sterrata ci rinfresca, non fa caldo.

Arriviamo ai Campelli giusto per mangiare, la salita pedalata è finita, e ci manca il pezzo a piedi per arrivare ai 2150 dei Passo Baione. Salita che si rivelerà ben più impegnativa di quel che pensavo. Sia per i saliscendi iniziali nei ghiaioni, a piedi, che non ci fanno guadagnare quota. Sia per la salita vera e propria, una rampegada su prati e ghiaioni ripidissimi e pure qualche tratto di roccetta, magari facile in assetto trekking, un po' meno con un aggeggio di 15 kg x 2 metri sul collo.





Poco male: stiamo salendo tra le pareti della Concarena, e basta voltarsi per ammirare Adamello e compagnia bella. La giornata è magnifica!
Se da un lato sono spinto dalla curiosità a procedere di buon passo, dall'altro sono in apprensione e in un'occasione aiuto Elena a portare su la bici su un passaggio non facile.



Wilmer procede avanti a tutti, mi rivela di essere curiosissimo. Oggi è in grande spolvero e noto che il pezzo di esplorazione ha galvanizzato anche lui, riferendomi dall'alto ogni particolare della salita. Quando intravediamo il passo rassicuro i compagni, Wilmer mi rivela: "è stata la salita a spalla più bella", mentre Elena "è stata la salita a spalla più dura". Ci diamo una stretta di mano quando superiamo il passo: davanti a noi le pareti di Cima Bacchetta fanno da cornice, e a destra il Cimon della Bagozza. Che vallata! sarà percorribile in bici? sono abbastanza dubbioso...



Cominciamo a scendere in un prato non ripido, costellato da mille pietre di diverse dimensioni. Si riesce a scendere in sella, qualche gradone ci fa smontare ma presto vediamo sotto di noi il bivacco, ben mimetizzato tra i ghiaioni. Sensazioni positive sulla discesa. Molto bello il bivacco, ben fornito di vivande e pulito. Proprio un bel posto, chissà se passeremo ancora di qua...



Ricominciamo a scendere, e il sentiero diventa ben marcato, anche se la valle si incunea a picco su Lozio e di conseguenza il sentiero comincia a diventare più ripido, anche se mai impossibile. Io e Wilmer ci divertiamo molto facendone in sella gran parte. Vittorio e Elena purtroppo faticano e si divertono un po' meno. Ma sono compagni affidabili, anche se sicuramente percorrere lunghi tratti a piedi non piace a nessuno.


Elena è arrabbiata con me :)



Un pezzo esposto ci fa procedere a piedi con cautela per 5 minuti, poi di nuovo in sella, filati fino alla chiesetta di Santa Cristina. Alla fine abbiamo percorso in sella >90%. Bellissimo, sono proprio contento! Incontriamo dei giovani escursionisti della zona che ci chiedono molto incuriositi informazioni sul nostro percorso, e parliamo a lungo di mountain bike, scialpinismo (il loro sport), escursionismo.



Il resto del giro prosegue su una bellissima stradina sterrata consigliata da Mauro che ci accompagna in fondovalle a Malegno. Anche oggi grande avventura: ritorna il sorriso sul viso di Elena, che penso anche oggi mi ha un po' maledetto.



Grazie ai compagni di avventura, Wilmer che mi ha aiutato con tracce gps e cartine, e che anche oggi ha dimostrato di essere tornato alla mtb in grande forma!
Elena e Vittorio che sono dei grandi amici. Sempre presenti quando ci sono nuove avventure! ma anche quando non ci sono nuove avventure! insomma, sempre presenti! Mitici... Tra l'altro si fermeranno a Borno in tenda, per un nuovo giro il lunedì! che grandi!

ciao!

Tutte le foto

martedì 30 agosto 2011

BdB two days

Io non saprei cosa proporre come giro senza cadere nel banale, però saprei la location: Lago di Garda, zona Tremalzo.
Da quelle parti i sentieri, le strade sono tante. Non sarebbe un giro cicloturistico, quindi niente tende, e forse neppure sacchi a pelo, al massimo un sacco lenzuolo. Mi piacerebbe fare sosta, con un nutrito gruppo di BdB, presso Malga Ciapa. Dopo un bel giro nella giornata di sabato, fare sosta alla Malga per cenare, rilassarsi, ciciarare, e poi tutti a nanna... (se c'è qualcuno interessato mi posso informare sui posti disponibili).
Il giorno dopo altro giro all mountain fess.

Ovvio che il punto di partenza del giro dovrebbe avvenire non troppo vicino al Tremalzo e bisognerebbe mettere a punto delle tappe di adeguato dislivello e difficoltà, volendo con l'aggiunta di un'explo che manca all'appello dei nostri cartografici.

Se vi va, sviluppiamo insieme l'idea.

N.B. Non ho stabilito alcuna data, quindi cerchiamo di beccare un week end che può andare bene a quasi tutti. E poi deve rientrare il BdB profugo Seby.

mercoledì 24 agosto 2011

Due giorni all mountain fess

Questa volta poche foto.
Domenica mattina, ritrovo a Bagolino alle 8,30 pronti in sella:
Gigi, Bobo, Paolo, Gianfranco, Vittorio e Elena.
Destinazione: Bruffione, Monte Telegrafo, Monte Carena. La salita verso il Gaver, tutta asfaltata, l'abbiamo fatta chiacchierando del + e del-. Alla Malga del Bruffione abbiamo poi assistito ad un bagno...quasi completo...del malghese...e noi lì fermi alla vasca della malga ad aspettare che finisse per poi riempire le borracce.
La montagna è sempre affascinante, soprattutto quando abbiamo come compagnia anche le vacche che salgono ai pascoli alti, con un din-don continuo che ci stordisce e cacche fresche che trasformano le nostre ruote da 2,35 a 2,50 (ruote grasse)!
Pausa per panino/mela-pera/barretta...e poi riprendiamo a pedalare verso le Montagne. Rivediamo i laghetti del Bruffione, dove qualche mese fa abbiamo trovato la neve, la pioggia...e la nebbia e avevamo dovuto fare una deviazione di percorso per il brutto tempo.
Bobo è entusiasta del giro e fa parecchie foto-ricordo, Vittorio pedala e filma, non sò se ha pedalato o ha filmato di più. Compagigio fa da Cicerone e ci spiega tutto: Quello là in fondo si chiama così, e quello là vicino si chiama cosà......Mitico!
Gianfranco pedala forte e ha le gambette scolpite: la dieta del Prof.Dott. Ernesto ha dato i suoi risultati e lo ha trasformato in un BESTIU'.
Milzo invece oggi...NON C'E'.
Forse le troppe ferie in Sardegna lo hanno messo KO.
Comunque, alla fine Grande Giro, non facile, con tratti ripidi fatti con bici a spalle, discesa con corda o da doversi passare le bici. Tutto questo perchè i sentieri che solitamente scegliamo, costeggiano i crinali e in alcuni tratti sono solo escursionistici. Arrivo a Bagolino, felici come a Pasqua, ci fiondiamo nella prima birreria che troviamo, e festeggiamo tutti insieme questa avventura che si è conclusa nel modo migliore.


Io e Vittorio, abbiamo la tendina in auto, salutiamo i ragazzi e ci spostiamo in auto a Val Dorizzo: lì c'è un bel campeggio aperto tutto l'anno.
Montiamo la tenda in un prato vicino al fiumicello, una bella doccia rigenerante, e poi decidiamo di mangiare ad un ristorante montanaro: "Al Caminetto".
Maltagliati alle erbe selvatiche di montagna, con bagoss e burro fuso, trasforma le nostre facce in due sorrisi da foto. Ci incamminiamo poi verso il campeggio e ci addormentiamo col rumore dell'acqua che scorre unito al cicalio dei grilli. Quante stelle in cielo! Brillano una più dell'altra e io sono qui e posso assaporare tutto questo! E' uno spettacolo della natura che perdiamo ogni giorno!
L'indomani (lunedì), colazione al bar con brioches appena sfornate, prepariamo le bici e via! Destinazione: lago della Vacca e Monte Frerone.
Inizio a sentire subito la stanchezza del giro di ieri, quindi pedalo tranquillamente mentre vedo Vittorio che va avanti e poi torna, poi riparte e poi ritorna. "Calmati!" Penso fra me. Hai ancora nel sangue la foga delle gare? Non sei più IN-Gare...llato! Vittorio mi guarda...e capisce, prende il suo ritmo...che è molto più accelerato del mio e sparisce. Lo rivedrò...ogni tanto...su qualche sperone di montagna a filmare!
Al Gaver proseguiamo per Malga Cadino, giriamo a dx, inizia lo sterrato e la salita alla Corna Bianca.



Questa guglia marmorea, più bianca del bianco, con il sentiero che la costeggia, formato da sabbia finissima come quella in riva al mare, bianchissima anche questa, crea un paesaggio che provoca brividi di piacere. La mulattiera prosegue a zig-zag, sempre più faticosa. Non si può più spingere la bici, bisogna portarla a spalle, la salita è ancora lunga, il sole picchia forte, non ci sono nuvole da nessuna parte...a farmi ombra. Ho sete di acqua freschissima, ma dovrò aspettare ancora parecchio prima di arrivare al Rifugio. Finalmente, passo dopo passo, lo raggiungiamo.


Il Lago è quasi in secca, facciamo una breve sosta di rifornimento e ripartiamo verso il Frerone. Nella foto a dx, si vede la salita a zig-zag che abbiamo fatto.


La salita...tutta bici in spalla...fino allo scollinamento verso la Valcamonica, si rivelerà impraticabile poi nel proseguire. Troppo ripida, stretta su crinale e con un vento fortissimo, ci farà decidere di tornare indietro fino al Passo della Vacca, nostro punto di partenza. Faremo la discesa verso il Bazena, Passo Croce Domini e dal Rifugio, prenderemo subito un sentiero che ci porterà in Val Sanguinera, per poi terminare il giro in Val Dorizzo.
Giornata stupenda, memorabile, faticosa che ci farà decidere di dormire ancora una notte in campeggio con la ninna nanna dei grilli e del fiume per poi ripartire il martedì alle ore 7,00 per andare a Bs al lavoro.

Qui sotto: Elena e Vittorioal Passo della Vacca. Sullo sfondo il Cornone del Blumone

Cima Rovaia


Che fare?Nel cassetto dei giri da fare ce nè uno che giace li da tanti anni,Dario nelle ciacolate via Skype me lo ricorda e così in una di queste giornate troppo calde,con il solito amico fidato Gfavier decidiamo di andare a metterci il naso.Su un sito che propone giri AMF trovo la descrizione della salita,metto giù una traccia e guardando il grafico disliv/dist quasi quasi mi viene un colpo,pendenza media vicina al 18%,de l'osti per essere una mulattiera militare mi sembra un pò troppo, il relatore dice di averne pedalata il 75%,sarà un tipo alla"bistiù", forse è questo che mi ha sempre reso titubante a fare questa salita.Comunque non ci facciamo spaventare più di tanto e alle 8,00 siamo in sella a Vezza D'Oglio.Dopo la frazione Tù subito pendenze quasi proibitive ci obbligano a diverse soste per riprendere fiato,arriviamo al punto dove ad un bivio verso destra inizia la salita su sentiero,si entra in un lariceto molto bello,

il sentiero è fin da subito molto ripido ma il buon fondo aiuta a rimanere in sella,voglio pedalarne il più possibile e questo mi obbliga a numerose soste,Gfavier borbotta e litiga con la Giant nelle retrovie,a quota 2000 usciamo dal bosco e il sentiero si fa più ripido,

la stanchezza mi invita a spingere per qualche tratto,raggiungiamo una vecchio ricovero militare recentemente sistemato,

c'è al suo interno un piccolo museo con immagini e descrizioni delle operazioni di guerra in questi luoghi,ancora un breve tratto bici in spalla e poi di nuovo in sella,



la mulattiera è stata sistemata di recente ed è bellissima,

ci permette di arrivare in vetta pedalando e la sensazione è davvero piacevole,come al solito da quassù(siamo a 2500slm) i panorami si sprecano,Gfavier fotografo ufficiale scatta scatti a destra e manca.....presto ce le mostrerà in tutto iol loro splendore.
Autoscatto e panino sono d'obbligo e poi ci si prepara a scendere,

c'è una malga sotto di noi sull'altro versante ma dall'alto non troviamo sentieri accessibili per raggiungerla,

quindi ritorniamo sui nostri passi fino a quota 2200slm dove un 'evidente sentiero segnato cai ci porta in breve alla malga(ottimo traverso),ci sono mucche,maiali rosa fes e cavalli ma non umani,

ora decidiamo di scendere dalla sterrata per valutarne la pendenza che si rivela non abbordabile per un'eventuale salita,cerchiamo invano una deviazione del tracciato"corf"adamello bike ma niante da fare,quindi non ci rimane che scendere a valle su sterrata e picchiata finale su asfalto fino a Vezza d'Oglio.
Conclusioni:
la salita dalla frazione Tu quota 1200 alla cima quota 2500 è lunga 8km e la pend media è vicina al 16%,l'ottimo fondo e le numerose soste per riprendere fiato mi hanno permesso di pedalarne l'85/90% lineari,l'ultimo tratto di salita grazie ai lavori di ripristino della zona è bellissimo,il panorama dalla cima lo è altrettanto quindi giro straconsigliato in bici se ben allenati.