lunedì 13 gennaio 2014

Monte Paghera e la rocca di Anfo



Sono passato centinaia di volte sotto quei ruderi e mi sono sempre chiesto se c'era un modo di visitarli,quando mi sono deciso,questa primavera,hanno chiuso le visite guidate per problemi di sicurezza(frane ).
Nella notte tra giovedì e venerdì mi è apparso in sogno l'arcangelo dei BdB,che mi ha mostrato la via da seguire :))))))),così ci ho ricamato in giro intorno con qualche pezzo nuovo da provare.
Che fet che fom,pensavo di essere da solo,invece,Gianfranco mosso da pietà,Il Lonfo che ha sbagliato giorno,Elena che ha bruciato scuola,e Dario che ha preso la decisione di venire alle 7,00 eccoci in cinque a morire rassegnati sulle terribili rampe della val Canale,dopo il tratto in riva al lago da Anfo a Pieve d'Idro.
Pensavo di fare parecchio a spinta,invece nonostante i 90 kili,i piedi a terra sono pochi,si decide per una variante alla classica salita della val Canale,cioè passare dalla cascina(già scoperta in precedenti escursioni)e salire lungo un sentiero ripido e infestato da piccoli arbusti che ci fanno tribolare non poco.
Per fortuna il 20/25 minuti di imprecazioni siamo sulla cima,la giornata è uggiosa ma il panorama è spettacolare,provo un pò di invidia per la gita di Federico fatta un mesetto fa con una giornata ultralimpida
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=6777684&postcount=3487
Superiamo un paio di dosselli e ci facciamo una meritata pausa su quello più panoramico,oggi pane e salame.
La salita ci ha messo a dura prova nonostante il dislivello non eccelso,e svaccati giù nell'erba ce la prendiamo comoda.E' sempre bello ritrovarsi ogni tanto e condividere queste gioie genuine.
Arrivare fin qui è molto faticoso ma il breve tratto sul crinale fa passare ogni tipo di stanchezza e ci fa rinascere al punto giusto per affrontare la sempre bellissima discesa verso il fondovalle(tratto dell'Eridium tour).
Arrivati in fondo il buon Dario non ce la fa più e ci lascia continuare da soli :),decidiamo di fare un pò di bike canionyng per inzupparci gli scarponcini guadando il torrente 4/5 volte.
Giunti alla chiesetta,belli cotti,ci fiondiamo nell'avventurosa traversata in quota,ma che fatica,fino a sbucare sulla stradina che sale alla rocca,poco prima arriviamo ad un cancello chiuso che per un attimo mi fa temere il dietro front ancora prima di iniziare,invece per mia sorpresa è solo chiuso ma non a chiave,per cui un pò timorosi e titubanti entiamo nella zona "minata",sì perchè l'accesso è vietatissimo,la montagna è franata,ma non ci sono controlli.
Avanti savoia!!!Saliamo con pendenze accettabili fino al vero ingresso della rocca,entriamo e iniziamo a curiosare tra le mura di cemento delle varie strutture,si ritorna un pò bambini in questo luogo dimenticato,dentro di qua,fuori di là,giocare a nascondino sarebbe fantastico,con i faretti accesi scendiamo per scale infinite sbucando in punti panoramici,la posizione strategica permette delle visuali mozzafiato del lago e dei monti circostanti.
Fatico a tener a freno la curiosità del Lonfo che vorrebbe esplorare ogni anfratto dell'immensa struttura,ma il tempo a disposizione sta per scadere e decidiamo di scendere per via prefissata.
La potenzialità turistica del luogo in oggetto è immensa,in altri paesi fuori dall'Italia(A.Adige escluso),questo posto sarebbe meta di migliaia di turisti,qui no,si lascia marcire tutto.
Arriviamo in fondo alla discesa e ci troviamo davanti ad un cancello chiuso,questa volta con una catena,siamo in trappola,come animali in gabbia proviamo a seguire l'alta recinzione fino a trovare un passaggio che ci permette con non poca fatica di uscire verso la libertà.
Soddisfatti dell'interessante scoperta ci portiamo alle macchine e concludiamo la proficua giornata davanti a birra e panino.