venerdì 24 giugno 2011

Sul Pizzocolo: che giornata!


BdB - Il Cerchio - Pizzocolo from Bikers di Brescia on Vimeo.

Trovarsi a Maderno con il cielo grigio carico di pioggia e partire coraggiosamente diretti sul Pizzocolo. Una bella giornata, una mazzata in testa alla pigrizia...

lunedì 20 giugno 2011

Road Trip - Valpotur

C'è una gran voglia di evasione, alla ricerca della pace dei sensi, lontano dal caos.
A questo scopo, la bicicletta è un validissimo alleato e quando si riescono a percorrere strade di campagna, lungo viali alberati, lontano dalle automobili, attraversando paesi e luoghi che hanno mantenuto la bella fisionomia d'un tempo, si è raggiunto lo scopo.

La MTB è la bicicletta che ti porta ad un livello superiore di isolamento, quando raggiungi certi vette, di fronte a certi scenari, sei tu con il mondo, e gli amici che ti stanno intorno. È il top, ne sono certo. L'inconveniente è vivere a tanti chilometri da questo punto speciale di osservazione e dover usare l'automobile per muoversi prima di salire in sella. E l'automobile, con tutto ciò che ne deriva, mi sta antipatica.

Questo mondo sta diventando sempre più car-centrico ed assolutamente assurdo. Il nuovo raccordo della SP19 con la Fascia d'Oro a sud di Brescia è un abominio. Insomma, è sempre più viva ed evidente questa necessità di costruire, cementificare, erigere capannoni, centri commerciali e tante, enormi, lunghissime mastodontiche strade, e rotatorie, cavalcavia, sottopassaggi. Un mondo tremendo che si evolve, cresce rapidamente, cibandosi degli spazi vitali che ci circondano. Cosa ci resterà?

E così quando si avvicina il fine settimana inizio a pianificare il mio week end ciclistico.
Il Valpotour: Mario dei Lobos, organizza una pedalata tranquilla, con la bici da corsa, sulle colline della Valpolicella. Ho voglia di fare questo giro, ma non me la sento di prendere la macchina per affrontare uno spostamento di centinaia di chilometri per pedalarne poi una quarantina. Decido di partire da casa direttamente con la bici. Non è la prima volta che mi cimento in lunghe tappe con la bici da corsa, che pedalata dal sottoscritto si trasforma in una bici da turismo, per lunghi viaggi.

Sempre nella mia mente bacata: "Ok, arrivo a San Pietro in Cariano, faccio il giro con gli altri, e poi?"... "Non ho sicuramente né il tempo, né le forze fisiche per ritornare a casa in bicicletta". Quindi le alternative sono: o ritornare in auto con qualcuno, oppure fermarmi a dormire in zona...
(non tengo mai in considerazione il treno come mezzo per gli spostamenti... mentre dovrei farlo)

A Toscolano-Maderno ho degli amici che mi ospitano volentieri e quindi posso fermarmi da loro per poi fare ritorno a Cremona nella giornata di domenica, magari con qualche variante sui monti... chissà.
Con questo bel programma, consapevole del fatto che in questo modo devo rinunciare al bellissimo giro che i miei amici BdB hanno organizzato per domenica sul Carega, parto sabato mattina da Cremona.

Ripercorro le belle stradine che tanto meticolosamente avevo selezionato per l'occasione del mio viaggio a Capodanno sul Monte Baldo, solo che questa volta sono leggero, su di una bici performante per strada. Il bello di Cremona è che in un attimo sei fuori città, anche se il traffico urbano è tremendo e pericolosissimo. Anche i pedoni che si fiondano in strada senza alcun preannuncio, rivestono una consistente quota di pericolosità; d'altronde oggi è giorno di mercato e ognuno fa quel che gli pare nella bolgia generale.

Quando finalmente mi trovo solo soletto sulle belle strade di campagna tra San Savino e Malagnino, mi sento più al sicuro. Un forte vento mi spinge alle spalle, che lusso! Ho appuntamento ad Asola per le 10:30 con Dario e Fascino, che mi vengono incontro dalla bassa bresciana e mi accompagneranno per un pezzo, più o meno fino al lago. Quando entro nella piazza del paese però vedo solo il prode Dario, che sfidando il vento avverso è giunto fin qua puntuale all'appuntamento. Fascino ha bidonato! Giusto il tempo per stringerci la mano, fare colazione al bancone del bar, puntando l'occhio sulla morbida scollatura della cameriera, e in un baleno siamo di nuovo col sedere sulla dura sella. Che vita difficile!

La strada bassa ci porta verso Castel Goffredo è molto carina ed incontra anche i gusti del mio compagno di viaggio. Si procede orientandosi come meglio si può, senza cartine o GPS. I cartelli molto spesso ti portano sulle strade principali, trafficate, larghe, monotone nella loro linearità.

Quando finalmente giungiamo sulle colline moreniche, l'ambiente cambia, e ci divertiamo in alcuni saliscendi nel bosco. Procediamo comunque sempre parecchio a casaccio, macinando chilometri senza guadagnare strada rispetto alla meta di oggi. Dario è costretto a deviare in anticipo verso casa per riuscire a rientrare in tempo per cena e rimango di nuovo solo. Faccio il mio ingresso a Peschiera e mi perdo come un cretino cercando una via alternativa a quella che conoscevo. Devo dirigermi in direzione Castelnuovo del Garda e le uniche indicazioni che trovo sono Brescia e Verona...
Ok, vado in direzione Verona, ovviamente, ma qualche dettaglio magari?

Al momento ho mangiato un piccolo panino ed una barretta di cereali, bevuto abbondantemente dalle due capienti borracce che mi sono portato. La strada per Castelnuovo è larga, trafficata. Non sono soddisfatto della direzione che ho preso, in quanto avrei preferito percorrere strade più tranquille, intime... invece mi trovo a bordo strada, non che manchi lo spazio, a respirare aria alterata. Avrei dovuto pianificare meglio questo tratto di percorso, invece mi sono organizzato con superficialità.

Se vado avanti di questo passo, transitando per Bussolengo, dovrei raggiungere il punto di ritrovo con gli altri, nel giro di poco tempo...
Invece poco dopo perdo la bussola per Bussolengo, nel bel mezzo di una grande area adibita a centro commerciale con una infinita serie di negozi ed un immenso parcheggio. Ho perso la mia strada e continuo a pedalare a casaccio: ad un certo punto, non conoscendo la mia posizione, mi fermo in un bar e prendo da bere, una bella birra fresca per rivitalizzarmi. Ormai a quanto pare la mia unica possibilità è quella di continuare per Verona e deviare successivamente a Nord per San Pietro in Cariano. Avviso i Lobos della mia precaria situazione e mi appello alla loro pazienza.

Mi trovo a percorrere alcune grandi strade di città e ricevo la chiamata di Mario a pochi chilometri dal punto di ritrovo; sono in ritardo di circa mezz'ora e sto di nuovo perdendo la via corretta quando incontro una coppia di ciclisti che si sta dirigendo proprio là dove ho appuntamento con gli altri.
Mi traghettano fino al paese di San Pietro e finalmente posso tirare un sospiro di sollievo; sono arrivato sano e salvo all'incontro con i miei amici Lobos. Che piacere vederli! Dopo essermi scusato per il ritardo ed essere stato rimproverato da Ilaria, riprendo a pedalare per belle strade collinari. Finalmente, dopo essermi punto nell'intricato e terribile roveto di strade tra il lago e Verona, ritrovo la serenità della pedalata con gli amici, in luoghi piacevoli e rustici, lontano dagli Auchan, e dai capannoni. Che incubo!

Lo Zio ed Ema sono in single speed e procedono con passo regolare affrontando le salite del giro senza bisogno di altri rapporti. Stoici.
Abbiamo la possibilità di ammirare diversi panorami molto piacevoli, grandi ville circondate da vigneti, situate magari sul fianco della montagna, sembran quasi castelli! Che bello sarebbe vivere in questi luoghi; perché siamo stati condannati invece alla triste pianura padana... (ma si fa sempre in tempo a spostarsi). Uno zingaro, un nomade in bicicletta, el senghen, vero Dario?

La prima sosta è ad un caratteristico bar in piazza dove c'è chi prende un caffé, chi si lancia sulla birra. "Lo sai da dove viene questo ragazzo?" chiede Andrea al titolare. "Da Cremona!", e ricevo subito un'occhiata particolare, come per dire "l'è mat, fioi!"

Mario ci porta anche a percorrere alcuni tratti su strada bianca, è veramente bello percorrere queste strade con la bici da corsa, come in memoria di altri tempi, quando l'asfalto non c'era e anche i ciclisti, corridori, affrontavano difficoltà di livello superiore, durante le gare. I copertoncini sono ad 8 bar e capita che alcuni sassi, pizzicati di striscio, partano come proiettili di lato. Vero?

Il tempo, seppur nuvoloso, regge, e avvertiamo ben poche gocce di pioggia su di noi. La cappa d'umido che ci accompagna durante le salite invece ci fa sudare copiosamente. La tappa in gelateria è molto gradita, soprattutto quando il gelato è molto buono. Assaggio gusti per me nuovi e molto particolari: fiori di sambuco, fico... ma che buono! Ne voglio ancora e faccio il bis... potrei andare avanti all'infinito...

Siamo quasi alla fine del giro con i Lobos e incomincio a pensare a quello che mi aspetta dopo: trasferimento in bici a Torri del Benaco per prendere il traghetto e raggiungere Toscolano Maderno.
Mi faccio spiegare un po' la strada dai locals e dopo aver salutato tutti riparto in solitudine verso l'ignoto...

Poco dopo mi sento già perso e nel dubbio decido di domandare per non finire un'altra volta fuori dal tragitto e magari arrivare in ritardo all'appuntamento col traghetto che sicuramente non si ferma ad aspettare i ritardatari. Sono partito con un bel po' di anticipo e viaggio tranquillo sapendo che le corse del traghetto finiscono verso le 8. Quando arrivo in zona Affi, mi ricordo delle strade già percorse in automobile e trovo un traffico consistente, con rallentamenti e code. Io passo oltre con la mia bicicletta. Poi, raggiunta la pista ciclabile, proseguo tranquillo fino a Costermano. Mi aspetto chissà quale salita per scollinare e raggiungere quindi il Garda presso il paese omonimo, e invece mi trovo subito a scendere.
Il Pizzocolo è imbronciato, e parecchie nubi grigie si stagliano in cielo, coprendo le belle montagne che spesso percorriamo in mountain bike.
È una bella sensazione scendere a valle volgendo lo sguardo al lago e mi tranquillizzo ancor di più pensando al fatto che presto raggiungerò la meta finale di questa intensa giornata. Ho parecchia fame e desidero rilassarmi un po'.

Da Garda, raggiungo Torri del Benaco e dalla strada vedo il traghetto ormeggiato al molo. Le automobili sono già a bordo e gli ultimi passeggeri stanno salendo. Pago i 6 euro e 10 centesimi del biglietto, salgo e pochi minuti dopo si salpa. In auto, in bici, in barca, si incontrano molti turisti tedeschi. Raggiunto Maderno, mi reco a casa del mio ospite. La serata è già stata pianificata, e non vedo l'ora di bere una buona birra e gustarmi la più grande delle pizze! Che fame!

Prendiamo l'aperitivo a Salò in un locale dove però hanno dei bicchieri difettosi che si svuotano subito. Pilucco qualche peperoncino piccante, olive e cipolline sott'aceto. Il mio stomaco diventa ancor di più una voragine con tutte queste stuzzicherie: è ora di fare sul serio e si va in pizzeria.

Conosco il locale essendovi stato sempre in compagnia, anni fa, quando il gruppo che si trovava per i week end e le vacanze al lago era numeroso, si era giovanissimi, reduci dalle scuole superiori; ora abbiamo tutti passato i 30 e ci siamo sparpagliati qua e là.

Prima della pizza, mi cimento in una focaccia con grana e rosmarino, per tamponare e come birra ordino una bottiglia da 750cl della belga Silly Pills, molto dissetante. La pizza è gustosissima, con peperoni e vari tipi di formaggi. Ne avevo proprio bisogno. Concludiamo la serata con un doppio gelato in piazza del Duomo, nella migliore gelateria di Salò. Una volta a casa, mi sono fiondato nel letto e addormentato quasi istantaneamente.

... la domenica è il giorno del rientro a casa, sempre in bicicletta. Viaggio con una variante in più per rendere un po' più piccante il percorso. La sveglia biologica suona inesorabile alle 8, ma poi rimango nel letto un po' più a lungo, riposandomi il più possibile. Dopo la colazione al bar, una breve passeggiata a piedi ed i saluti agli amici che gentilmente mi hanno offerto asilo, alle 11 circa mi metto in marcia.

Salirò per la Valvestino fino a Capovalle, poi Passo Cavallino della Fobbia, così da fare un po' di salita e divertirmi in discesa, prima di ritornare nel piattume totale padano.
Dal lago fino a Navazzo la salita è intensa e impegnativa. Ad ogni tornante volgo lo sguardo più in là, per osservare il bellissimo colore che ha oggi il lago, l'aria è tersa ed il Monte Baldo è lì di fronte a me, bello come il sole. Si riescono a vedere piuttosto nitidamente anche i paesi più lontani e le distanze sembrano accorciarsi. Appena mi addentro nella Valvestino la strada si spiana e percorro anche tratti in leggera discesa, comunque le molte curve che tanto sono frustranti in automobile, in bicicletta diventano il divertimento.

A Molino di Bollone giungo quando sono le 12:30 e la penso giusta: un piatto di pasta ed una birretta non me li toglie nessuno. Così mentre i motociclisti tedeschi ordinano cappuccini, cioccolate calde, io sono alle prese con il pomodoro del sugo che schizza da tutte le parti. Dopo il caffè sono di pronto per ripartire, tutto soddisfatto per questa pausa. A Capovalle scollino verso il lago d'Idro e poi imbocco la strada che mi porta alla Madonna di Rio Secco. La strada che sale al santuario e successivamente al passo Cavallino, è molto bella, e dall'andamento molto irregolare con decisi strappi alternati a tratti pianeggianti.

Quando inizio la discesa per Eno e Vobarno, mi raccomando la massima prudenza, in quanto sono da solo e a maggior ragione devo evitare di correre rischi inutili. L'asfalto è piuttosto sporco, ricoperto da ghiaietto e da piccole pigne sulle quali è facile ruzzolare...
La discesa è molto divertente, lunga e raggiungo il paese di Vobarno tutto soddisfatto. Mi immetto sulla pista ciclabile consapevole del fatto che il bello del mio viaggio di ritorno è ormai alle mie spalle. A Molinetto abbandono la ciclabile per entrare in paese e transitare per Ciliverghe. Proseguo per Castenedolo, e mi immetto piuttosto casualmente in un tratto appartenente ad un percorso ciclabile che mi porta a Montirone. Nel bosco mi trovo su sterrato, ma è liscio, e proseguo senza esitare. Alterno tratti che mi fanno sentire a mio agio, su stradine di campagna, a passaggi su strade e cavalcavia. Dopotutto per oltrepassare una tangenziale o l'autostrada, ci sono vie obbligate. A Poncarale vengo inesorabilmente attratto fuori strada, a Fornaci... è troppa la tentazione per poterle resistere. Il caldo si fa sentire prepotentemente ed il sole è forte: è l'ora del gelato!
Melone, pera e cioccolato, frutti di bosco: mi disseto con questi gusti alla frutta e riparto pimpante verso casa. È a sud di Flero che rimango sconcertato di fronte alla prepotenza con cui è stata costruita la nuova strada che porterà in un baleno le auto nella fascia d'oro, a fare shopping. Un immenso cavalcavia sovrasta tutto il paese, terribile; arriverà un giorno il momento per un'inversione di tendenza, oppure sarà sempre peggio?

In questo punto la pista ciclabile, il verde della campagna, le stradine larghe quanto un trattore o poco più, tutto è stato stravolto dal passaggio di questa lingua nera di catrame... La stessa cosa accadrà molto presto anche qui a Cremona, con il nuovo tratto di tangenziale che deturperà per sempre alcune belle zone campestri a sud della città.

Seguendo la pista ciclabile passo per Offlaga, Verola, e a Pontevico, passato l'Oglio, ritorno in provincia di Cremona. Sul collaudato percorso che fa tappa a Corte de Frati, Persico... giungo per le 19 a Cremona. Mia mamma, aprendo la porta, se la ride... "hai finito di pedalare? non sei stanco?"
Beh, mi sono sicuramente stancato, soprattutto mi è venuta una fame tremenda, però il fine settimana, il mio viaggio è stato interessante, ed emozionante. Ho provato tante sensazioni, alcune piacevoli, altre meno. Qualche incazzatura la covo sempre dentro di me, ma con la mia bici, un giorno fuggirò lontano da questo mondo puzzolente e caotico, un po' come ET, partirò alla ricerca della mia vera casa, un viaggio indietro nel tempo, a contatto con le cose genuine di questa vita, che mi fanno stare tanto bene.