martedì 13 novembre 2012

Piove,piove,non smette di piovere

Per i BdB mtb è anche questo,grazie Elena(Lisabike)


Da un racconto di Lisabike............"Che faccio? Sono persa! Vago per la casa come uno zombie.
Aspetto che Vittorio si svegli e poi lo "aggredisco" chiedendogli: "allora andiamo anche se piove forte e c'è vento? (per favore... ti prego...)
Mi ha risposto. "NO" e si è seduto a guardare il Gran Prix della Moto2.
Un vortice è iniziato nella mia testa.....i ricordi più belli stanno affiorando...un modo infame per cancellare la pioggia che scorre sui vetri....e allora mi siedo e scrivo queste sensazioni stupende, ricordi di amici, grandi amici.

Assenza-Chierego-Telegrafo-ValDritta (un'uscita con i BDB)

Da Assenza siamo saliti per Punta Veleno che è ripidissima, lunga circa 10,5 km con una pendenza max del 20%. Questa salita feroce ci ha portato a Prada, dove abbiamo preso il bivio per il Rifugio Fiori del Baldo e Chierego più in alto.
Questa mulattiera si snoda dapprima nel bosco. Ai lati, tantissime piante di amarene ci hanno permesso di assaporare frutti quasi dimenticati, assieme alle fragoline di bosco che hanno riempite le nostre pance. 
Perse, Dario e Vittorio, fanno parecchie soste aspettando i soliti ritardatari......che sono Elena e Seby.

Arriviamo al bivio delle Due Pozze. Alcune mucche si rinfrescano mentre nel cielo azzurrissimo due ali volteggiano seguendo le direzioni del vento.
Proseguiamo per la mulattiera per circa un'ora, finché usciamo dal bosco e di colpo abbiamo di fronte una visuale immensa del Lago di Garda con i crinali e le vallate.

Sulle ultime salite, prima di arrivare al Rifugio Chierego, Seby rompe la catena ( per mia fortuna così riposiamo un poco).
Mentre Seby fa il meccanico, io assaporo il paesaggio.
Il ciglio del sentiero è pieno di piumini al vento........al primo soffio di aria è tutto un movimento.
Due farfalle sono posate su uno stelo d'erba e, unite nei loro corpi stanno amoreggiando.

Al rifugio arriviamo in cinque BdB: Dario, Vittorio, Perse, Elena e Seby...affamatissimi e assetati. Tagliatelle ai funghi porcini, gnocchi alle ortiche, radler, coca-cola, torta alle mele con cannella (super) e caffè ci ridanno nuove energie per proseguire il nostro giro.
Che appetito! Siamo felici!
Proseguiamo poi il giro verso il Monte Telegrafo.
Seby pedala ed Elena spinge a piedi: oggi si sono invertiti i ruoli .
Non ho le forze per pedalare. Che schiappa, mi dico.
Alla Forcella ci fermiamo per un attimo di respiro.
Di fronte a noi si vede il Carega: quanti ricordi di pedali e di neve!

Inizia la discesa verso il Telegrafo: la conosco molto bene, eppure ogni volta è una sorpresa per i miei occhi.
Questo sentiero è stupendo. Abbastanza esposto ma non troppo, permette agli escursionisti che lo scelgono, di poter ammirare in tutta la sua grandezza, queste montagne splendide.
Le guglie spuntano all'improvviso dopo aver girato una curva.
Le stelle alpine, infinite, appena nate, sembrano fatte di panno.
Oggi Seby mi ha stupito molto perchè ha fatto quasi tutta la salita ( in alcuni tratti veramente dura e smossa) in sella, quindi ho dedotto che se non va, è perchè è pigro! Complimenti!
Vittorio supertecnologico. Oramai è il suo soprannome. Mi accorgo che è ogni volta emozionato nel vedere questi sentieri e panorami. E filma tutto. Grazie per i bei ricordi che potremo rivedere.

Il sentiero prosegue in salita e costeggia il crinale. Per fortuna è senza neve.
La fatica comincia a farsi sentire un poco, però abbiamo addosso la voglia di arrivare alla famosa Forcella Val Dritta.
Pedalo con attenzione guardando il sentiero sconnesso e nello stesso tempo l'azzurro infinito del cielo. Uno spettacolo immenso!
Vittorio è qui e, da questo momento, faremo il sentiero vicini. Siamo stanchi anche del giorno prima, perchè abbiamo fatto il Crestoso in Val Trompia con Ormauro.

Sul muro c'è una segnaletica: Rifugio Telegrafo.
Abbiamo bisogno di tempo a disposizione per eventuali imprevisti, quindi decideremo di non andar lì, ma di proseguire direttamente sul nuovo sentiero perchè andremo in esplorazione alla Forcella. Non sappiamo ancora se la discesa sarà fattibile oppure se dovremo tornare indietro.
C'è adrenalina nell'aria.
Nuovi angoli conquistati e panorami sempre che lasciano senza fiato.
Attenzione e prudenza sono il nostro pensiero costante.
Sentiero numero 651...è la via giusta.
Si intravede la Forcella...quasi ci siamo! Siamo in fermento e acceleriamo.

La discesa è sassosa, da pedalare sempre con prudenza. I ragazzi, sul tecnico, si dimostrano sempre dei fuoriclasse.
Seby e Dario esultano: siamo arrivati alla famosa Forcella Val Dritta che tanto avevamo nominato.
Oltre la Forcella: un paesaggio lunare! Ghiaioni infiniti! Creste da sogno!

Appoggio la mia bici in terra: uno stambecco a due ruote ai confini tra terra e cielo.

Facciamo una pausa veloce per metterci le protezioni, tempo di fare alcune foto e decidiamo subito di partire verso l'incognita discesa. SCENDERE????
Scendere! Abbiamo fatto la scelta giusta, anche se sofferta alla fine, ma ne valeva veramente la pena provare questa via. Ogni attimo è stato troppo intenso e io personalmente rifarei di nuovo questo giro.
Da ripetente però non sarà più la stessa cosa.

Cerchiamo il sentiero fra i sassi: bianco-rosso.
Lo troviamo, ci collegherà a Piombi...con tantissima fatica.
Con ultimi sguardi si cercano camosci e marmotte.
Non si vedono animali.....oppure noi non siamo capaci di distinguerli fra le rocce?

Ecco i camosci!
Quattro camosci si intravedono nella chiazza di verde, brucano, ogni tanto alzano lo sguardo verso di noi.
Una famiglia. Sono tranquilli, non incutiamo loro timore, forse perchè non hanno mai visto dei biker lì!
Stiamo invadendo per poco tempo il loro territorio.

Inizia il budello della discesa.

Vedo Dario che pedala....con una gamba sola!
Sta perdendo l'equilibrio, oppure è un acrobata!
Perse, sulla stessa curva fa un nose-press da panico evvvai che ce la fa!! Bravissimo!
Il sentiero che faremo a mezzacosta (appena sotto la vegetazione), diventa difficoltoso e faticoso, dove anche ad andare a piedi ci costerà parecchie energie.

La discesa nel ghiaione...sassi enormi o troppo smossi non permettono a tutti di pedalare. Comunque in alcuni tratti ci si prova a salire in sella, anche solo per pochi metri.
La Forcella vista dal basso: è impressionante il paesaggio lunare intorno a noi.

Davanti a noi c'è il vuoto: oltre cosa c'è?
C'è uno strapiombo, quindi il sentiero riprende in salita a destra girandogli attorno.
Dò uno sguardo in alto: vedo Vittorio e Perse che arrivano.

Sono stanca. Si spinge tutti la bici e poi inizieremo a spallare.
La salita...vista da lontano, mi impressiona e mi agita.

Mentre cammino, Perse è vicino a me. In terra vedo dei ciclamini. Color fucsia più fashion Maloja. Bello!

La spallata si avvicina. il sentiero non è poi così estremo come appariva da lontano.
Mi volto indietro e......vedo tutto infinito!

Dario esulta!
Mi piace il suo stato d'animo, è positivo al massimo. Grande Dario!
Seby, invece, mi sembra SUPERMAN in versione rilassata.
Il sentiero prosegue a mezzacosta fra roccette e radici.
La luce è del tardo pomerigggio. Un'occhiata verso il lago. Ma quando arriveremo lì?
Si prosegue.

Dario, Perse e Seby, riusciranno a pedalare in qualche tratto, mentre Vittorio un pò meno, ed io.....meno, meno, sempre meno.
Per me troppo faticoso da fare in bici...comincio a rallentare sempre di più.
Angoli oltre il sentiero: ghiaione verso il lago, troppo ripido e smosso. Spero diventi più fattibile.
La discesa prosegue. A piedi, in bici, a piedi, forse in bici, no...a piedi.....

Troviamo alla fine le indicazione del sentiero da seguire: veniamo dal sentiero n. 5, andremo quindi verso il sentiero n. 7.
Vedo una segnaletica: Rifugio Telegrafo ore 4,00. Penso: "Per oggi , no grazie! Ho già dato!"

Il lago e il riflesso della sera.
Oltre il bosco, si intravedono le luci d'acqua. 
Arriveremo ad Assenza, dove abbiamo parcheggiato le auto, alle ore 20,30 e oltre. Strette di mano, spallate di amicizia ed esultazioni saranno ricordate per l'impresa fatta."