giovedì 18 settembre 2014

Monte Cornetto dalla valle dei laghi

Passando in val lagarina mi sono sempre chiesto se in questa catena di monti dallo Stivo al Bondone a prima vista inaccessibile,non ci fosse qualcosa di ciclabile....e lo scorso anno il buon Paolo(Scratera) mi ha accontentato salendo dalla val Lagarina,ottima anche la versione di Fulvio(happyppo) che aggira il Bondone sempre dalla val Lagarina.Sempre lo scorso anno con Loris(Sid65) e amici abbiamo provato a salire dalla valle dei laghi evitando quasi completamente la strada asfaltata.

Quest'anno ci sono ritornato con gli amici BdB salendo dalla valle dei laghi,e vista la bellezza del luogo ho deciso di fare un report ufficiale nella sez itinerari del forum mtb.Giro decisamente spettacolare nel tratto sella Vaiona fino a La Becca con veloce e divertente e facile discesa finale nel bosco,raggiungere la cima è decisamente faticoso con diversi tratti a spinta ma ne vale la pena.

qui un bel fotoport di Bobo


http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=7206969&postcount=124

lunedì 19 maggio 2014

Le 7 frazioni della Valvestino

Ancora un favoloso report di Loris sulla leggenda delle 7 frazioni della Valvestino:
......."Valvestino, un nome, una leggenda e una favola...e tanti amici bikers che sembravano folletti, gnomi ed elfi sfilare attraverso un'infinità di sentierini nel bosco più o meno fitto e che a tratti si facevano notare ad una civiltà che con le sue antiche tradizioni sembra ormai essersi fermata nel tempo.



Partenza dalla località Molino di Bollone nel fondovalle della Valvestino a monte dell'omonimo lago/diga...siamo in quindici, si avete capito bene, un bel gruppone comandato dal promotore del giro Mauro @orma, dai luogotenenti Vittorio @cascio, Elena @lisabike, Claudio @Perse, Stefano @Il lonfo e @seby13, i conterranei Luciano @nobiluci e Oliviero, dai veneti Bobo @Nomad 42, @PierVI e Michele @Spa e dal gruppone trentino con Loris @SID65, Mauro, Armando e Mirco @mircofon.

Si inizia subito in salita, leggera a dir la verità, fra ciacole, presentazioni fra bikers nuovi e altri ormai famosi ai forumendoli arriviamo alla prima perla della giornata, Bollone (17 anime).



Da qui il primo sentiero del tour e che sentiero, quello che con un bel traverso





e discesina finale ci porta nella Val dei Molini...breve risalita fino alla carrozzabile che a sx porterebbe in breve all'abitato di Capovalle.
Il nostro percorso porta però a dx in discesa fino ad intercettare, e chi l'avrebbe mai visto, il primo sentiero explo che Mauro ha scovato qualche giorno prima in esplorazione...il primo tratto è a spinta, anzi si "spalla", ma la seconda parte è un bel percorso filante fino alla seconda "perla" della giornata, Turano (57 abitanti).



E' già tempo per una sosta ristoratrice e allora il gruppone "rompe" le righe e si riversa nell'unico bar del paesino.
La successiva salita è di quelle che si ricordano per diverso tempo, e allora su per un tratto cementato prima,





e poi nei pascoli sottostanti la terza "perla", il bel paese di Moerna (70 abitanti)





dove sostiamo per la pausa pranzo presso la caratteristica e panoramica chiesetta di S. Rocco.



Prossimo obiettivo il piccolo agglomerato di Persone (quarta "perla") abitato da poche persone (45 anime)



che raggiungiamo con l'altro sentiero explo di Mauro, anche questo bello filante e godibilissimo.





Ormai ci siamo scaldati, il tempo "tiene" e con breve risalita "spallata"



raggiungiamo di filata la quinta "perla" del nostro percorso, l'isolato paesino di Armo (68 abitanti).



La pacchia è finita per il momento, ci aspetta infatti, la salita più lunga del tragitto...quattrocento metri di dislivello non ce li toglie nessuno fin su ai Fienili e ai prati della località Denai attraverso Ponte Franato e la località Vott.



Le forze iniziano a mancare ma riusciamo a scollinare a circa 1200 m di quota in una zona prativa che invita ad una sosta quanto mai opportuna.
A seguire, in breve, ci catapultiamo verso Magasa (140 abitanti)



la sesta "perla" della Valvestino molto caratteristica con le sue viuzze strette e l'abitato più "abitato" della valle. E' quasi fatta, ci manca l'ultima salita degna di nota della bella giornata,



l'arrivo a Cima Rest dove ci aspetta una bella Pausa con la P maiuscola presso il locale Tavagnù dove a sorpresa compare il mitico Fabrizio @FabryLorenz che si intrattiene con noi.
Va bene pedalare, spingere e sudare ma adesso è ora di:









Ci aspetta ora una defaticante volata verso l'ultima "perla", la settima, il minuscolo quanto mai grazioso paesetto di Cadria (solo 5 abitanti) con la sua bella chiesetta di S. Lorenzo.
Il rientro per la Val Droanello (sentiero 52)



sembra ormai uno scherzo e lo scherzo è più scherzoso che mai...qui non si scherza



...le piante abbattute ci "impiantano" e, non senza fatica, pian piano ne veniamo fuori,



oltrepassiamo il tratto ostico e attraverso guadi





e brevi risalite guadagniamo la sterrata piana della valle



che in un battibaleno ci porta al lago di Valvestino e all'arrivo finale di Molino di Bollone per un totale di 43 km e circa 1900 metri (chi più chi meno) di D+.
Un grazie a Mauro



per la brillante idea di aver concatenato tutte le "perle" della Valvestino alla sua maniera, da esploratore incallito e minuzioso, con sentieri che sicuramente una volta erano le vie di comunicazione abituali per gli abitanti della zona.
Infine un arrivederci, speriamo al più presto, a tutta la compagnia e agli amici di questa splendida trasferta in terra bresciana".

martedì 18 marzo 2014

Valvestino inedita e sconosciuta

Ecco un bel racconto di Loris di una bellissima escursione in Valvestino:

.......Quanta "roba" nuova ragazzi, mi riferisco a ripide stradine cementate, forestali, carrarecce, sentieri, esili tracce in questo bellissimo quanto faticoso tour nella selvaggia Valvestino...dall'abitato di Piovere (buono il caffè) fino a Sasso quasi nessuna traccia di civiltà se non nel piccolo paesino di Cadria sotto Cima Rest.



Fulvio promotore e conduttore perfetto si è lasciato andare, prima con la Valle di Vione...troppo scontato il fondo valle e allora su nella Valle di Nota attorno al Monte Siclone per raggiungere la ben più famosa Bocca di Paolone in un bel mix di ripidoni in cemento, prati, pascoli rilassanti e carrarecce inedite.





Seconda variante di giornata il fantastico traverso con sentiero n. 65 per l'abitato di Cadria.



Terza chicca del tour il lunghissimo traverso selvaggio con i segnavia n. 63, 53 e 54 fino alla località Molino di Bollone...veramente spettacolare in particolare il 54.













Quarto tratto inedito, la salita a Bocca Magno, dalla diga del Lago di Valvestino attraverso belle carrarecce e sterrate sconosciute.
Non è finita, quinto tratto, il più ostico e il più spallato segnavia n. 33 prima e 38 dopo per la località Razone.
Da qui un'ininterrotta discesa molto tecnica e scivolosa fino a Gargnano intercettando prima il sentiero n. 31 che scende dal Comer



e finendo con il n. 34 in riva al lago.





Che dire in conclusione, giro particolare e spettacolare, ben congegnato, selvaggio e molto faticoso con diversi tratti a spinta specie nell'ultimo tratto di salita.

Grazie ancora agli amici bikers Fulvio @happyippo, Elena @lisabike, Vittorio @cascio, Mauro @orma e Dario @dario88 per la fantastica giornata.

lunedì 13 gennaio 2014

Monte Paghera e la rocca di Anfo



Sono passato centinaia di volte sotto quei ruderi e mi sono sempre chiesto se c'era un modo di visitarli,quando mi sono deciso,questa primavera,hanno chiuso le visite guidate per problemi di sicurezza(frane ).
Nella notte tra giovedì e venerdì mi è apparso in sogno l'arcangelo dei BdB,che mi ha mostrato la via da seguire :))))))),così ci ho ricamato in giro intorno con qualche pezzo nuovo da provare.
Che fet che fom,pensavo di essere da solo,invece,Gianfranco mosso da pietà,Il Lonfo che ha sbagliato giorno,Elena che ha bruciato scuola,e Dario che ha preso la decisione di venire alle 7,00 eccoci in cinque a morire rassegnati sulle terribili rampe della val Canale,dopo il tratto in riva al lago da Anfo a Pieve d'Idro.
Pensavo di fare parecchio a spinta,invece nonostante i 90 kili,i piedi a terra sono pochi,si decide per una variante alla classica salita della val Canale,cioè passare dalla cascina(già scoperta in precedenti escursioni)e salire lungo un sentiero ripido e infestato da piccoli arbusti che ci fanno tribolare non poco.
Per fortuna il 20/25 minuti di imprecazioni siamo sulla cima,la giornata è uggiosa ma il panorama è spettacolare,provo un pò di invidia per la gita di Federico fatta un mesetto fa con una giornata ultralimpida
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=6777684&postcount=3487
Superiamo un paio di dosselli e ci facciamo una meritata pausa su quello più panoramico,oggi pane e salame.
La salita ci ha messo a dura prova nonostante il dislivello non eccelso,e svaccati giù nell'erba ce la prendiamo comoda.E' sempre bello ritrovarsi ogni tanto e condividere queste gioie genuine.
Arrivare fin qui è molto faticoso ma il breve tratto sul crinale fa passare ogni tipo di stanchezza e ci fa rinascere al punto giusto per affrontare la sempre bellissima discesa verso il fondovalle(tratto dell'Eridium tour).
Arrivati in fondo il buon Dario non ce la fa più e ci lascia continuare da soli :),decidiamo di fare un pò di bike canionyng per inzupparci gli scarponcini guadando il torrente 4/5 volte.
Giunti alla chiesetta,belli cotti,ci fiondiamo nell'avventurosa traversata in quota,ma che fatica,fino a sbucare sulla stradina che sale alla rocca,poco prima arriviamo ad un cancello chiuso che per un attimo mi fa temere il dietro front ancora prima di iniziare,invece per mia sorpresa è solo chiuso ma non a chiave,per cui un pò timorosi e titubanti entiamo nella zona "minata",sì perchè l'accesso è vietatissimo,la montagna è franata,ma non ci sono controlli.
Avanti savoia!!!Saliamo con pendenze accettabili fino al vero ingresso della rocca,entriamo e iniziamo a curiosare tra le mura di cemento delle varie strutture,si ritorna un pò bambini in questo luogo dimenticato,dentro di qua,fuori di là,giocare a nascondino sarebbe fantastico,con i faretti accesi scendiamo per scale infinite sbucando in punti panoramici,la posizione strategica permette delle visuali mozzafiato del lago e dei monti circostanti.
Fatico a tener a freno la curiosità del Lonfo che vorrebbe esplorare ogni anfratto dell'immensa struttura,ma il tempo a disposizione sta per scadere e decidiamo di scendere per via prefissata.
La potenzialità turistica del luogo in oggetto è immensa,in altri paesi fuori dall'Italia(A.Adige escluso),questo posto sarebbe meta di migliaia di turisti,qui no,si lascia marcire tutto.
Arriviamo in fondo alla discesa e ci troviamo davanti ad un cancello chiuso,questa volta con una catena,siamo in trappola,come animali in gabbia proviamo a seguire l'alta recinzione fino a trovare un passaggio che ci permette con non poca fatica di uscire verso la libertà.
Soddisfatti dell'interessante scoperta ci portiamo alle macchine e concludiamo la proficua giornata davanti a birra e panino.