giovedì 28 luglio 2011

Sulle Alpi c'è brutto? - parte 1

Allora andiamo sugli Appennini! Su Google Earth iniziano fervide ricerche da parte mia e di Dario. Dove si può andare... un giro in bici da corsa di due giorni. Bella idea! La meta? Si potrebbe andare al mare, pernottare in un B&B e poi domenica fare ritorno a casa. Dario si lancia subito alla ricerca del Bed and Breakfast dove cenare, passare la notte e dopo un'abbondante colazione, ripartire. Si potrebbe passare per le Cinque Terre, ma che giro metter giù? Non è facile pianificare una gita di due giorni, anche su strada. Dario sarebbe propenso a partire senza definire la località d'arrivo, né tantomeno il luogo dove passare la notte; l'è propria en senghenon però mi piace il suo atteggiamento spensierato. Siamo arrivati al punto di prenotare in un paesino sperduto in una località non definita delle Cinque Terre, quando mi viene un attacco di nervoso. Non sono entusiasta della cosa: non so perché ma mi ci vedo a pedalare per qualche strada trafficata, alla ricerca di un posto idilliaco che non c'è.

Faccio un passo indietro, metto in standby Dario e cerco delle mete alternative. Istintivamente mi viene  da pensare ai Rifugi. I Rifugi, lo dice la parola stessa, mi danno la sensazione di essere accoglienti, caldi, dei bei luoghi dove fermarsi a riposare, mangiare, riprendere energie prima di ripartire. Digito le parole "rifugi appenninici" su Google ed ecco comparire una bella lista di località per la maggior parte a me sconosciute, sulle montagne "minori", ma non per questo meno belle ed affascinanti, d'Italia.

Rifugio Lagdei, Rifugio Mariotti al Lago Santo... Parco dei Cento Laghi...
Siii, conosco il luogo: la sera prima me ne ha parlato Spiedo e poi anch'io, in una poco fortunata occasione vi sono già stato. Il parco però è bellissimo e merita di essere visitato. Certo, con la bici da corsa non potremo addentrarci nel territorio, su sentieri e mulattiere come con la mountain bike, però l'idea è valida.
Dario sente la disponibilità di posti letto e prenota per due.
Cavolo! Mi dispiace proprio per Vito e per gli altri BdB, mi sarebbe piaciuto andare in giro anche in loro compagnia. Ed ora arriva la stesura della traccia GPS per arrivare là e poi per il ritorno di domenica.

Non ho programmi sofisticati, mi devo avvalere di software semplice, da amatore: inizio con Google Maps, poi passo, su consiglio di Gigi, al cugino Earth. (Grazie Gigi per le dritte). Conosco abbastanza bene il percorso fino a Bardi, poi più nulla. Sono contento che Dario abbia a disposizione il GPS in modo da poter viaggiare con più tranquillità lungo il percorso che ho selezionato.
Appunto per questo mi rendo conto di dover prestare la massima attenzione nella scelta delle strade su cui far girare le ruote: sono da evitare le strade principali, sempre trafficate e per questo pericolose.

Venerdì sera tutto è pronto: invio le tracce a Dario, preparo uno zainetto minimalist e vado a letto.
L'indomani alle 8 arriva puntualmente Dario da Verola e si parte immediatamente per la provincia di Piacenza. Passato il ponte sul Po, proseguiamo lungo l'argine maestro diretti a Soarza, poi Villanuova sull'Arda. Rispetto alla scorsa volta ho pensato di attraversare Fiorenzuola e, sempre percorrendo tranquille strade di campagna, eccoci arrivare nel centro del paese. Chiedo per un ufficio postale, devo fare bancomat e durante l'operazione di prelievo un signore apre la porta ad una signora col passeggino: "Sono sempre gentile - dice costui - con le mamme". Mi viene dunque da pensare che alle altre persone sia solito sbattere la porta in faccia...

Ci dirigiamo verso Castell'Arquato e per evitare un tratto trafficato ho in programma un tratto sterrato. Dopo pochi metri di strada, vedo davanti a me un canale di scolo che occupa tutta la larghezza della carreggiata; le fessure sono sufficientemente ampie per le nostre ruote e quindi metto in allerta Dario. Nulla da fare, con la ruota posteriore Dario finisce in pieno all'interno del solco e pizzica in ben 4 punti la camera d'aria; per fortuna prima di partire ero andato a comperare la loctite con la quale sono riuscito a riparare perfettamente i 4 tagli.

La prima salita è quella della Vernasca, un classico tra i frequentatori della zona, la affrontiamo con calma. Proseguiamo per Bore e raggiungiamo il Passo Pellizzone per poi scendere a Bardi. La giornata è piuttosto fresca e ventilata. Consumiamo i primi panini guardando il magnifico castello che domina tutta la valle sottostante. Immagino un viaggio indietro nel tempo, quando probabilmente infuriavano guerre e dalle mura del castello colava olio bollente a fiumi...
Oggi invece è il petrolio a scorrere a fiumi...

Fino a Bardi ero già arrivato in una precedente escursione, ora arrivano le strade incognite e spero di aver fatto un buon lavoro con le mappe a mia disposizione.
Dopo il ponte sul torrente Ceno subito svoltiamo per una stradina in salita, è piuttosto stretta, ed infatti pochissimo trafficata. D'ora in avanti, seguendo la traccia disegnata la sera prima al computer, il nostro percorso si è dimostrato decisamente gratificante per quanto riguarda i paesaggi, la tranquillità, e alla fatica delle salite seguiva immediatamente un gran divertimento nelle discese.

All'attraversamento dell'autostrada della Cisa, la nostra attenzione è stata catturata dall'immane scempio ambientale che certe imponenti infrastrutture comportano al nostro preziosissimo ambiente.
Certo, le autostrade sono comode, sono veloci con i loro viadotti, le loro gallerie; ma quando le percorriamo dovremmo pensare anche alle profonde modificazioni che vengono apportate alle montagne, alle valli, ai bei borghi dimenticati, solo per farci andare al mare alla massima velocità su tre corsie. Borghi come ad esempio Roccaprebalza, una frazione di Berceto.

Chiudo gli occhi e puff.... il viadotto non c'è più!


Sono i primi sintomi di disidratazione: meglio fermarsi a bere qualcosa di fresco...

domenica 24 luglio 2011

I ripetenti del SuttaTerra

Non sempre le ciambelle riescono col buco; al ponte del 2 giugno un nutrito (ma non completo) gruppo di BDB si sposta per la mission ichnusa in zona cala gonone, scattando foto a volontà anche nei luoghi più caratteristici.
Io non c'ero.

Ecco, ho deciso di rimediare oggi
(purtroppo - o per fortuna - la mia ubiquità è talmente elevata che il tempo di scatto della macchina è stato sufficiente a fissarmi solamente in 7 posizioni)