mercoledì 2 marzo 2011

L'explo

È un vero peccato che non aver ripreso la seconda parte di questa escursione. Il video sarebbe risultato ancor più d'impatto ed i ricordi che avrebbe riportato a galla sarebbero risultati più pungenti.
In certi momenti però l'attenzione è tutta rivolta ad uscire dai "guai" a districarsi da fitti intrecci di rami e rovi, a non inciampare in qualche roccia camuffata e scivolare giù da qualche ripido prato.
Con la bici come fardello, poi, tutto è ancor più ostico. La prossima volta, se dovesse ricapitare, vedrò di rimediare...

BdB - Explo Basacul from Bikers di Brescia on Vimeo.

martedì 1 marzo 2011

Il giro dei ripetenti

Stamattina mi sveglio sudato,
è colpa dell'incubo che stanotte mi ha tormentato.

"La giornata è cupa e tetra, in pianura padana piove ed un vento gelido sibila contro gli specchietti retrovisori della panda azzurra.
In macchina Vito ed Elena, una coppia di bikers che dopo una settimana di lavoro, vogliono
sfogarsi con un bel giro in mountain bike.
Non importa quali siano le condizioni climatiche, la loro voglia di pedalare è di gran lunga il fattore dominante e sono in viaggio verso un paesino a pochi chilometri da Vobarno. Sui loro apparecchi GPS una preziosa traccia. Incomincia a scendere qualche fiocco di neve; meglio così perchè la pioggia è di gran lunga più fastidiosa. Sui loro volti sorrisi e grandi aspettative. In auto viene spento il riscaldamento per acclimatarsi alle temperature esterne. Perché lo facciano si sa, sono due temerari...
Uno sguardo reciproco e poi fuori, in sincrono estraggono le bici dalla macchina, e con ritmo da gara incominciano a salire micidiali rampe. Le ruote slittano, il vento infuria sempre più violento e fa sbandare i due ciclisti, la neve si è già depositata lungo la strada...
L'ambiente è selvaggio, sembra quasi di udire l'ululato di un canide... sarà un bastardino, pensano...
I giubbotti in windstopper fanno il loro lavoro e la salita termina rapidamente senza che patiscano il freddo.
Riconoscono il luogo in cui si trovano, anche se il brutto tempo ed il grigiume inizialmente li avevano confusi. Dopo un po' di discesa su singletrack e qualche strappo con la bici in spalla, arrancando nella neve, sbucano su di una larga sterrata. E di nuovo quell'ululato.... o forse è il sibilo del vento tra i tronchi dei faggi.
Eccoli alla prima deviazione importante, il tratto explo disegnato in rosso sugli schermi dei GPS inizia qua, subito a sinistra.... Sono eccitati e non vedono l'ora di buttarsi su questo nuovo sentiero...
Dopo un breve tratto iniziale in sella sono costretti a procedere a piedi, il pendio è ripido, il sentiero è poco marcato, e una consistente coltre di foglie e neve ghiacciata li fa scivolare continuamente. Negli scarponi i piedi sono congelati, bagnati, i pantaloni sporchi di fango, dopo qualche capitombolo... ma continuano a ridere"

Li vedo chiaramente in volto, ridono, sono felici... ma come è possibile!!!

"Arrivati ad una bella strada sterrata, dopo non poche peripezie, scartano i panini, sgranocchiano la cioccolata. I loro volti sono rossi, il naso gocciola in continuazione, con il vento che brucia senza pietà la loro pelle e la neve che non smette di scendere sulle loro teste..
Un altro tratto in discesa, ed indossate le protezioni, come due piccoli samurai si buttano giù nel bosco. Stanno seguendo la traccia, schivando i rami di arbusti spinosi come gli sciatori i paletti dello slalom. Poi un guado, e gli scarponi sono sempre più allagati. Elena scivola sopra un sasso ricoperto di muschio e batte il ginocchio. Per fortuna che c'era la protezione, ride spensierata... Vito le allunga una mano, aiutandola a rialzarsi. Ora è il momento di risalire per circa 250mt di dislivello, il silenzio regna sovrano attorno a loro, il vento in quella gola si è zittito e quasi si sentono i fiocchi di neve battere al suolo.
Che emozione. La natura e l'uomo, l'uomo e la natura.
Quanto più l'uomo cerca l'estremo, tanto più l'uomo si sente vivo.
I due si scambiano uno sguardo e poi si baciano. Riprendono subito a salire lungo il sentiero che poi diviene mulattiera. Elena sale in sella e ce la mette tutta per pedalarla il più possibile, ha guadagnato qualche metro su Vito, ma ha speso il doppio delle energie...
Laggiù un'ombra si è mossa, quei rami ondeggiano ancora.
Manca poco alla seconda parte in explo. È tardi, ma negli zaini ci sono i faretti utilizzati nelle notturne, una sicurezza in più nel caso cali il buio. La salita bici in spalla sembra non finire mai, questa neve poi appesantisce ancora di più l'andatura dei due avventurieri.
Su di una cresta di roccia, appena usciti dal bosco, Vito ed Elena guardano in direzione del presunto sentiero, poi avvicinano lo sguardo sui loro apparecchi GPS, e di nuovo nel vuoto...
Poi un lupo d'improvviso sbuca dietro di loro, con gli occhi gialli brillanti ed il mantello grigio scuro, quasi nero. In quel momento scivolano entrambi e ruzzolano per diversi metri giù dal pendio, rallentati solamente dai manubri delle bici che raschiano il prato come aratri. Sbam! In un attimo sono fermi, dei cespugli spinosi li hanno bloccati artigliandoli per i vestiti. Sono inspiegabilmente in traccia dopo diversi metri di discesa. Se non è freejazz questo...
La nebbia è scesa fitta, densa, o forse si tratta di una nuvola bassa. Questa atmosfera rende ancor più difficile orientarsi in questo ambiente all'uomo avverso. Le bici sono solamente un fardello, e si incastrano in continuazione intralciando il cammino. Nella neve si distingue la sagoma di un antico sentiero, ma rimane poco tempo e tanta strada da percorrere. Non è possibile ritornare indietro, e così Vito ed Elena continuano a seguire la traccia da ripetenti. Tanti pensieri, tanti discorsi mentali mentre scendono a rilento inciampando ad ogni passo. Sono impauriti, ma si fanno coraggio a vicenda e nel cielo una residua luce li accompagna. La perturbazione si è placata ed il vento ha spazzato via la nube in cui erano imemrsi. In una piccola radura del bosco, abarbicati su rocce a strapiombo, mentre Elena toglie dallo zaino la luce di emergenza, Vito socchiudendo gli occhi scorge una baita diroccata in lontananza. Si dirigono là con la speranza di raggiungere un sentiero più ciclabile. Una discesa interminabile, una avventura mai vissuta precedentemente, li ha graffiati per tutto il giorno, ed ora, stanchi e bagnati, raggiungono finalmente la loro automobile. Dopo tutto è andata bene, si dicono mentre al calduccio, all'interno dell'abitacolo, incominciano a spogliarsi..."


Uaaaaaaa! Mi sveglio di soprassalto. No! Vito nudo no! No, no no!
Va bene tutto: i rami, le neve, il ghiaccio, il vento, il lupo, i rovi, la strega nel bosco(?), ma Vito nudo no!