Recensioni

FIRE EYE Flame  (by Dario Gnali)

 







Vittorio Casciotta, del negozio Happybike, che è un po' diventato il fornitore ufficiale dei BdB, mi ha messo a disposizione questo telaio, ed io ho provveduto a montarlo con i componenti della mia bici, che ben si addicono al tipo di utilizzo a cui è destinato.

Ecco il link al sito Fire Eye.



Partiamo dalle caratteristiche tecniche: è in acciaio, taglia 17", angolo sterzo 69° (angolo che con la mia forcella da 160 si è geometricamente un po' chiuso). Il telaio pesa nudo 2.9 Kg. Il passaggio ruota è generoso, il mio Kenda Telonix 2.2” ci sta comodo e suppongo che un 2.4” non abbia problemi ad entrarvi.
Degni di nota sono i forcellini orizzontali (denominati ASP) che consentono l'utilizzo della bici anche singlespeed. Un particolare da sottolineare a riguardo: il forcellino del cambio si fissa con delle viti a brugola a sbalzo, dall'interno del carro. In questo modo la testa della vite sporge, impedendo l'utilizzo dell'ultimo pignone. Questo problema può essere facilmente risolto creando nel telaio la sede per l’utilizzo di una vite con testa svasata.

Ho sbadatamente affrontato la prima uscita senza paracatena, e la vernice del fodero si è subito rovinata. Mea Culpa, ma a mio avviso la verniciatura si è dimostrata poco tenace.


La pedalo per la prima volta quando ormai è notte, ma non esco al buio solo per la smania di provarla: è venerdì sera, e sto salendo con Perse al bivacco Baita Segala. In salita la posizione è buona e si pedala bene, su asfalto. il peso c'è (15kg), ma vi sono abituato. L'impressione è che sia molto corta, buona cosa per una bici di questo tipo. Il percorso successivo è la ghiaia smossa della ValPura. Qui devo dire che mi diverto molto, sullo smosso sento poco la differenza dalla full, e nei continui cambi di direzione imposti dal fondo, la bici si lascia guidare bene, grazie all'ottima agilità. 
Ha buone doti di scalatrice su salita sterrata, e anche dove il fondo diventa più difficile, su sentiero in salita. Riesco a percepire il lavoro di flessione dell'acciaio, materiale che rende piuttosto confortevole questo telaio front.


Nei successivi giri che ho fatto ho affrontato vari tipi di discese, e ho trovato la bici sempre divertente, soprattutto sullo stretto, nose press e affini, là dove è richiesta una certa agilità. Nelle condizioni di discesa più impegnative, quando le pendenze diventano estreme e sui passaggi più tecnici, il confronto la mia Marin Wolf Ridge, full-suspended da 140 mm di escursione, purtroppo non regge. In questi frangenti la bici non mi trasmette grande sicurezza, probabilmente per l’angolo sterzo di 69°, e mi sento costretto ad arretrare col corpo. Una manovra che spesso fa perdere grip alla ruota anteriore.
Nei tratti bici a spalla, quasi sempre presenti nei giri BdB, la bici è comoda, non avendo bielle, viti o ammortizzatori in mezzo alle (s)palle.
Si tratta di un buon telaio. Il fatto che sia d'acciaio è un bel pregio; soprattutto in salita si sente la differenza rispetto all’alluminio, e poi ha delle indubbie doti di resistenza.
Resistenza che deve avere anche il biker nelle discese più lunghe ed impegnative, per non rimpiangere i molleggi di una bi-ammortizzata.

 


Ottima quindi per giri brevi e tecnici (mi viene in mente qualche sentiero della conosciuta Maddalena). Non so come si possa comportare nei bike-parks o simili, in quanto non sono un frequentatore degli spazi chiusi. Immagino comunque possa dimostrarsi divertente da guidare anche in modalità “gravity only”.

 
Nei giri all-mountain completi la mancanza dell'ammortizzatore si sente, soprattutto nelle lunghe discese, quando sei a manetta e devi comunque farti da parte per lasciar passare l'incalzante Wilmer! :D
Il rapporto qualità prezzo del telaio Fire Eye Flame è ottimo e con un investimento 
alla portata di tutti ci si può fare una bella e divertente bici

Il mio ringraziamento va all’amico Vittorio Casciotta di Happy Bike e all’importatore Fashion&Bikes per avermi lasciato questo telaio in prova.
Pur non considerandomi un “raffinato” come tester, credo di averne tratto le caratteristiche principali.

http://vimeo.com/33423627

Dario

GIRO Bravo lf (by Claudio Persegani)

Parlando sempre di guanti.
Le mie mani tendono a fare male dopo un po' di ore di mountain bike, con tutte le sollecitazioni che devono assorbire. Mi si formano alcune fastidiose callosità, e proprio in questi punti le mani danno maggiormente fastidio. Urge quindi reperire un paio di guanti che mi aiutino a risolvere questo problema. Lasciamo per il momento stare tutte quelle protezioni del dorso che possono essere si utili, ma che a volte sono più fastidiose che altro. Questa volta mi affido a Giro, e provo un paio di guantini da strada, long fingers, che hanno dei gommini ammortizzanti proprio nei punti più critici.

Giro Bravo lf
Sono leggeri e freschi d'estate, ottima la calzata e la chiusura con velcro è ben studiata. Ok, saranno pur comodi, ma saranno anche resistenti? Dopo un bel po' di utilizzo misto road/off-road, mi sento di promuovere questi "Giro Bravo". Oltre smorzare parecchie vibrazioni con un'efficace serie di imbottiture sul palmo, e a garantirmi una ottima traspirazione nei caldi mesi estivi grazie al tessuto leggero utilizzato sul dorso, questo modello si è dimostrato anche molto resistente e ben fatto.

Il rapporto qualità/prezzo è ottimo, trovandosi su ChainReactionCycles a circa 30 euro.
Ottimo acquisto.


Five Ten Impact 2 Low (by Dario Gnali)

Su consiglio di Perse, ho preso anche io le famosissime Five Ten (Impact Low), dopo sei mesi di utilizzo di Shimano MP90 (discrete).
Sono 2 mesi che le uso, e sono ancora in ottimo stato. Mi sento di consigliarle per un utilizzo "Bikers di Brescia", robuste, fantastiche sul pedale, molto buone per camminare, buone sotto la pioggia.
Ieri prima uscita sulla neve (Torsoleto). Qui si comincia a metterle in difficoltà, ovviamente, ma si sono comportate egregiamente. buona tenuta e l'acqua entrata solamente dal collo del piede. Anche Carlo1 le ha provate soddisfatto. Forse con l'inverno utilizzerò ancora gli scarponi in qualche uscita, ma di sicuro ho trovato la scarpa per il cicloaplinismo.

Five Ten are "Perfect" to:
  • Mountain Bike (every week-end)
  • Climb (Lazfons)
  • Trek (Val di Fumo)
  • Walk on Snow (Torsoleto)
  • Dismount 20mm Thru Axle with a Kick (every week-end)
  • Eat a €3,50 ice cream in Fornaci (often)
lista in aggiornamento




POC index AIR (by Claudio Persegani)

Di guanti se ne comprano in continuazione, di solito perché si rompono e diventano inutilizzabili...
Solitamente costano una 30ina di euro, per i modelli non proprio in cartone pressato, che "dovrebbero" assicurare un certo confort e resistenza all'usura. Invece no. Solitamente non solo si rovinano molto velocemente, si strappano, si scuciono, perdono pezzi, ma diventano anche visivamente molto brutti. Sarà il lavaggio a 40 gradi, ma il colore è la prima cosa che se ne va.

Preso da un attacco di acquisto illogico su internet, opto per spendere ben 55 euro per questo paio di guanti su ChainReactionCycles. POC è un brand svedese che però fabbrica tutto, ovviamente, in Cina. Perché quindi far pagare un paio di guanti 55 euro? Per il design? Per i materiali? Mah, non si sa. Vediamo un po' come son fatti...
L'index flow è un guanto da freeride, di costruzione robusta, con degli inserti protettivi e che offre comunque una certa ventilazione. Appena indossati, a fine Agosto, in effetti ho avuto la sensazione che scaldassero un po' di più rispetto a dei Troy Lee Designs, XC glove, guanti leggeri e quindi più arieggiati.
Sempre alla ricerca del particolare colorato, in qualsiasi oggetto d'abbigliamento e no, opto per la versione con dorso bianco/arancio e palmo nero. Il materiale usato per il palmo, una pelle, si rivela molto robusto, rimanendo tutto d'un pezzo anche dopo gli immancabili scivoloni per terra.
All'interno del guanto si trova una sorta di foderina che dovrebbe evitare una sgradevole sensazione di sudaticcio a contatto con la pelle. Sul dorso mignolo e anulare sono protetti da una vistosa pelle color arancione e da un piccolo guscio in plastica rigida sulle nocche; in corrispondenza di pollice, indice e medio invece si trova un tessuto traspirante di color bianco e un'altra protezione morbida. Quindi i materiali più protettivi si posizionano esternamente, là dove teoricamente è più necessario.
Ottime le sensazioni di grip del materiale usato per il palmo. A chi preferisce avere una areazione maggiore, consiglio di optare per il modello index AIR, che non dispone dei gusci protettivi tipici dei guanti da freeride, ma che in estate non scalda eccessivamente.
Testata la effettiva robustezza del prodotto, aspetto positivo considerando lo sport "estremo" che pratichiamo, c'è qualche aspetto che non mi ha del tutto soddisfatto.
Già dopo il primo lavaggio la pelle color arancione ha incominciato ha perdere il colore e ad irrigidirsi; forse un trattamento con qualche sorta di prodotto specifico per cuoio e pelli, renderebbe questa parte più confortevole. C'è da dire che dopo averli indossati, la pelle riprende quasi istantaneamente una forma gradevole. Probabilmente anche il tessuto nero che costituisce il palmo rilascia del colore in quanto la parte in tessuto bianco si sporca velocemente e assume una sgradevole colorazione grigia. Da evitare quindi la versione "da fighetti", optando per la più sobria colorazione nera.
La prova sul campo continuerà in primavera, in quanto i robusti POC sono tutt'ora funzionali, ma i rigori invernali ci obbligano a indossare guanti che proteggono maggiormente dal gelo.

Ecco alcune foto del prodotto:


Aggiornamento: i guanti sono durati veramente poco. Troppo poco per il costo che hanno. La pelle lavaggio dopo lavaggio si è indurita sempre più, le placche protettive sono risultate sempre più fastidiose per i dorsi delle mani ed i guanti difficili da indossare. Infine ha ceduto il palmo, che sembrava inizialmente di un materiale molto resistente, repentinamente si è aperto in più punti e ho dovuto scartare anche questo paio di costosissimi POC.

DA EVITARE!