venerdì 6 maggio 2011

Sorpresa a Mauro

Più volte, durante il giro di sabato, io e Dario abbiamo pensato a Mauro, e al fatto che, dopo averci inizialmente manifestato la volontà di andare in bici, fosse invece scomparso. Avrà avuto qualche impegno...
Sicuramente invece, per domenica, era occupato con dei lavori a Sant'Antonio e non poteva andare in bici.

Visto che non me la sento di strapazzarmi la domenica con un altro giro BdB approved e ridurmi ad una larva, propongo a Dario di andare a fare una sorpresa a Mauro. E così è deciso, si va a Nave.

Dopo una bella notte di sonno, mi sveglio un po' prima delle 7 e, preparate le poche cose che mi occorrono, mi metto in auto per Verola. Le bici sono rimaste in macchina dal giorno prima, dallo zaino tolgo l'antiacqua e al suo posto metto un bel sacchetto con pizza, focaccia, un bel blocco di parmigiano reggiano e 2-3 stecche di cioccolato fondente...

Parcheggiata l'auto a Nave, con le gambe di marmo, pedalo alle spalle di Dario, convinto che mi porti su una dolce e leggiadra salita...
Ma esiste forse a Nave una leggiadra salita? Immagino di no.


Infattamente poco dopo mi ritrovo in una posizione ideale per il cappottamento all'indietro, con l'ultimo rapporto disponibile con il Rohloff, a sudare come un salame (licenza poetica) che è rimasto chiuso in auto sotto il sole cocente di Luglio (Agosto solitamente non è caldissimo come Luglio ).

Ma vaffa.. Dario! Ho pensato e ripensato a più riprese...
Lui è giovane: gli è sufficiente fare una bella ronfata a culo scoperto per tutta la notte e tirare una scoreggia da 120 decibel per svegliarsi fresco come una rosa... Io invece ho gli anni del Signore!

Insomma, una bella fatica.
Sto cercando di riprendermi dall'arrampicata quando mi sembra di udire una voce pungente in lontananza, è quella di Roberto. Inconfondibile!
Con lui, armato di piccone, Angelo, che il giorno prima il sella al suo tria..uh uhm... MTB ha fatto a quanto pare un girone in solitaria. Ma dai! È così bello andare in compagnia: che fèt da per te!

Mauro non c'è; ha lavorato ieri ed oggi si è spostato presso la sua baita. Dai che andiamo a fargli una sorpresa; 'nom!

Le rampe continuano e alla chiesetta ci dirigiamo verso la via piana prendendo una scorciatoia di Dario, il ventenne. Alle nostre spalle, hanno proseguito diritti altri due bikers che non conosciamo.

Dieci minuti a piedi lungo la Via Piana per riposarsi e poi inizia il bel sentiero che tanto ci impegna, diverte ed esalta, quando riusciamo a stare in sella...
Ma questa volta proprio non se ne parla: non c'è verso di superare quella roccia lì; eppure mi ricordo di averla passata in più di un'occasione.. argh

Questa volta procedo a piedi. Ecco ci raggiungono i ciclisti che avevamo scorto in precedenza. Sono amici di Giulien, con loro saliremo fino in Conche e staranno con noi fino alla mia foratura.

Si, in un tratto roccioso della discesa, a ruota di Dario, atterro abbastanza violentemente con la ruota posteriore su alcune rocce appuntite e nel tubeless si aprono un paio di fori. Il solito lattice non risolve il problema e la gomma si svuota all'istante. Con un po' di attack intervengo su di un foro, ma nel momento in cui cerco di chiudere il secondo, sul tallone della gomma, vado a spostare la gomma che non riuscirò più a tallonare con la solita pompetta. Niente, si va di camera. Peccato per le posizioni in classifica perse anche in questa occasione, e questa volta è colpa mia..

Siamo attenti con gli escursionisti a piedi, rallentiamo, ma molti preferiscono defilarsi sul bordo del sentiero per vederci scendere da quel sentiero pieno di rocce e gradoni.

Ritorniamo sul bel sentiero percorso in precedenza in salita e qui arriva la seconda foratura. Questa volta è Dario a pizzicare contro una roccia sporgente. La camera di scorta è con la valvola Schrader, ed il foro nel cerchio è per la Presta. Maledetti questi mille standard! Con la pezza non riusciamo a risolvere e ricorriamo quindi al solito Attack. Magico oserei dire.

Ritornati in sella ci avviamo verso l'appuntamento con Mauro.
"Qua a destra! A destra!" Mi urla Dario. "Facciamo il Navert!"
Pochi tornanti attaccati ai freni col sedere sulla gomma posteriore a capitombolare come sacchi di patate giù dal ripido pendio e poi ritorniamo a respirare.

Di lì a poco arriviamo da Mauro. È con la famiglia: i genitori, lo zio, il nipote, Mery e Simone. Veniamo molto gentilmente invitati a sederci con loro a tavola. Loro stanno finendo il pranzo, noi iniziamo il nostro con la pizza, riscaldata al camino, la focaccia, ci viene offerta della polenta e del formaggio, poi una fetta di colomba ed il prosecco. I soliti mangioni noi, sempre troppo gentili Mauro and family.

Mauro ci ricorda che quando era piccolo, trascorreva le vacanze estive proprio qua, giocando con gli amici coetanei. Allora qui non arrivava né l'energia elettrica, né l'acqua corrente. Non si arrivava in automobile e si andava a prendere l'acqua da bere tutti i giorni al torrente.

Ora, abituati come siamo a tante, anche superflue, comodità, riusciremmo a sopportare di andare a lavarci al torrente? A fare i bisogni in una casupola di legno ancorata ad una grossa pianta (ora morta)?

Chissà, un giorno magari la nostra civiltà sarà costretta a retrocedere, un ritorno al passato che potrebbe non dispiacermi. Un Back to Nature? Si grazie. La settimana prossima magari....


(foto by Dario)

da Storo a Riva del Garda

Il week end.
Un fine settimana con le gambe a spingere sui pedali e con le mandibole a triturare del gran buon cibo. Si perché come dice il buon vecchio, ma non vecchio quanto Lorenzo , Seby: il bello di andare in bicicletta è che stimola l'appetito.

Per sabato non ci sono in programma giri per gli impegni personali di molti BdB, ed io faccio girare vorticosamente le rotelline della mia poltrona d'ufficio da quanto tempo è passato dall'ultima bella pedalata. Che nervoso che ho nelle gambe!

Il Bike Festival è una grande calamita e attrae una marea di curiosi, espositori, freeriders, super tecnici attenti alle ultime novità del mercato, ed anche qualche pedalatore. Non se ne parla di arrivare a Riva del Garda in macchina; mi immagino un traffico intenso, magari delle code, difficoltà a reperire parcheggio. Insomma, le cose che non mi piacciono assolutamente. Molto meglio arrivarvi in bici.

Penso a qualcosa di interessante nelle vicinanze. C'è il Rifugio Pernici; sarà libero dalla neve? Dopo essermi consultato, ma solo venerdì in tarda serata, con Dario, decidiamo di partire da Storo, raggiungere il Pernici, poi scendere a Riva per una visita veloce al Bike Festival e ritornare a Storo per la Ponale e la Val di Ledro.

Ci sarà un bel po' di asfalto, ma poco importa.
Prima di andare a letto, mi domando: "ma non ci sarà qualcosa di alternativo per arrivare all'imbocco della salita per il Pernici?"
Ho già fatto questa domanda a Dario, ma lui mi ha risposto di no.
Curioso vado a sbirciare una vecchia cartina del Garda, tutta stracciata; quella che usavo quando facevo i giri in solitaria tra Maderno e Cima Rest; la Valvestino ed il Cavallino...

Una Chiesetta è segnata in quel punto, ecco una traccia bianca, piuttosto spessa, una strada sale a tornanti su quella montagna, va nella direzione giusta, fino al Lago d'Ampola. Potrebbe essere un'alternativa (magari faticosa) e mi riservo di esaminare la cosa con Dario e.... "Viene anche Fascino!"

Alle 6:30 di sabato mattina sono davanti a casa di Dario e.... "Fascino non viene!"
Carichiamo le bici in macchina e partiamo per Storo. La strada non è poca, ma senza fare le corse, in un'oretta e mezza siamo al parcheggio.

In un attimo ci troviamo a pedalare in direzione della famosa chiesina; la si vede in costa alla montagna. Dario non si lascia intimorire dall'idea di salire su qualche rampa micidiale, ed io lo seguo con qualche paura in più nella nostra explo. (Si scoprirà in seguito che Mauro, ovviamente, aveva già fatto questa strada sia in salita che in discesa).

La prima sosta è già in paese a Storo, per un panino che metterà in difficoltà Dario dallo stomachino delicato. C'è una fotografia dell'opera magna.
Le mie paure sono subito confermate con la prima rampa appena fuori dal paese, ma poi la strada fortunatamente prende una piega più dolce. Si sale nel bosco, il cielo è nuvoloso, ma si apre a tratti qualche spiraglio tra le nuvole. Fortunatamente sarà una bellissima giornata e godremo a lungo della presenza confortante del sole.

La stradina è proprio bella e sale a tornanti verso la località Casina, poi scendiamo fino a Malga Stigolo. Da qui la strada sale nuovamente per poi ridiscendere al Lago d'Ampola. Noi invece imbocchiamo un sentiero con cui si taglia la salita; è sterrato e pure carino, bene!

La pista ciclabile in Val di Ledro è proprio carina e ci permette di pedalare lontano dal traffico fino all'imbocco della strada per il Pernici. Incominciamo ad incontrare qualche biker in più rispetto alla prima parte del giro, i luoghi sono decisamente più frequentati, le strade più conosciute e la vicinanza di Riva incomincia a manifestarsi.

Incrociamo due azionisti di GasVentinove che appena ci vedono iniziano con gli slogan: "Compra una Gas, e vedrai che andrai con il Gas a manetta"...
"Ah, va bene" - rispondiamo noi - e proseguiamo verso il Pernici. Una foratura più pizzicatura con levetta cacciagomme da parte di Dario e perdiamo un sacco di posizioni in classifica. Se doveste avere voglia di fare una gara in coppia, non pensate a Dario come compagno di squadra perché è in grado di demolire ogni vostra velleità con le sue forature nelle fasi finali della gara... 

Fortunatamente ecco superarci una bella ragazza con un culetto da sogno.... ma Dario non è ancora riuscito a riparare la gomma. Fatto sta che non siamo riusciti a seguire la scia dell'incantevole fanciulla.. 

Al Pernici entriamo ultimi in classifica e ordiniamo subito da bere.
Il profumo della dolce fanciulla teutonica, il ricordo delle sue belle forme riecheggia nella mia mente quando ordino al bancone due RADLEY medie...


Fortunatamente il gestore del Pernici ha capito la mia precaria condizione e ci porta le RADLER. Mentre io e Dario parliamo e discutiamo animatamente a proposito delle varie posizioni da assumere con la bella ragazza ciclista, la coppia GasVentinove, con l'urlo "Viva Gas", si congeda da noi ed inizia la discesa.

Ricordiamo al gestore del Pernici la nostra avventura Pernici - Ussol - Concei e poi chiediamo info sulle condizioni di Bocca di Saval. Per una rapida discesa verso Riva, optiamo per la via più easy. Ci prepariamo per la discesa e poi iniziamo a scendere per a strada. Il fondo è sassoso, ma il consistente passaggio di biciclette ha creato una striscia decisamente pulita e sgombera dalle rocce per cui si procede spediti.

In effetti di lì a poco raggiungiamo i due ragazzi di Bologna e a questo punto spalanchiamo il GAS. La sterrata prosegue anche dopo aver raggiunto la strada principale, svoltando a destra.

Ecco davanti a noi aprirsi lo scenario del Lago di Garda e di Riva. Che splendore. Dario buca per l'ennesima volta, ma il foro è piccolo e con qualche derapata in curva riesce ad arrivare al primo negozio che ci viene in mente: The Lab. Mentre Dario è indaffarato nel Pit Stop chi incontro? Il Nure. Scambio due parole e qualche battuta con lui mentre Dario pompa... 

Poi l'ingresso al Bike Festival. Yeah che ganzi! Che tricks! Ci mancano le ginocchiere molli lasciate cadere alla caviglia, però abbiamo le five ten. Uuuuuuh! Ma bella raga!
Bionde, bionde e poi bionde! Ma che belle ragazze! Uuuuuuh!
C'è tante gente. Troppa per poter passeggiare in tranquillità e poi noi abbiamo i minuti contati, dobbiamo ritornare a Storo.

Incontriamo un sacco di gente, da Cremona, da Verona, da Modena, da Lodi.... oh ma son tutti qui! Due chiacchiere qua, due battute là, una visitina allo Stand Geax ed il tempo vola. Saluto velocemente i Lobos presenti presso Crema Cycles e poi ripartiamo.

La strada Ponale, poi in Val di Ledro per la ciclabile. Telefoniamo a casa per avvisare del ritardo e che probabilmente ci fermeremo a cenare fuori. Sappiamo già dove andare... 

Alle 18:30 siamo alle macchine, con la pancia vuota, le gambe piene e la testa libera. Bello bellissimo!
A Ponte Caffaro una breve sosta per rifornimento Bagoss e poi si va a Fornaci, presso il ristorante che diventerà spesso meta di pellegrinaggio da parte nostra, tanta è la soddisfazione che ci dà con i suoi piattoni di pasta...

Lì vicino c'è la gelateria e una bella coppetta ci vuole per completare in bellezza la giornata. Entrano due belle ragazze - accompagnate - e i nostri occhi sono calamitati dal fondo schiena, immagino le nostre facce inebetite (più del solito), le nostre mascelle che si appesantiscono, e la bocca che si apre...

Forse per invidia, mi metto a commentare animatamente quella mano costantemente incollata sulla chiappa sinistra della signorina. Un po' di tregua! Almeno in gelateria! Razza di uno scimmiottone! Uuu aaa! Tieni il cono, solo banana per te!