venerdì 3 settembre 2010

Val Daone - Lago Casinei

Domani è previsto un bel giro in Val Daone. Splendide zone che Milzo, Perse e gli Orma hanno già percorso in una occasione. Come da contratto BdB, una parte dell'escursione sarà a piedi con la bici in spalla.
Mauro su MTB-Forum

Orlando al lago Casinei

mercoledì 1 settembre 2010

Video Online - Week end in Val Camonica

Ecco online il video dello scorso week end.
Con i profughi Dario e Perse in partenza... e la splendida escursione di domenica in Val Paghera.
Grazie ancora a Mauro per lo spunto che ci ha dato...


lunedì 30 agosto 2010

Week end in Val Camonica



Dopo un'estate trascorsa in sella alla mia mtb, con i magnifici giri del Monte Bianco e Ventimiglia-Monviso, una volta a casa, ritornato al lavoro, ho pensato:
"ora non mi resta che fare affidamento sui week end"

Si, al lavoro, oppure a casa a far nulla, lo stress è elevato per una persona come me, che ha bisogno di muoversi e fare sport, e poi provate a pensare a come si dovrebbe sentire un amante della montagna, nella pianura padana più bassa, piatta, puzzolente...

Fatto sta che il il venerdì sera si prepara lo zaino, si carica la bici in macchina pronti per un week end d'avventura.

Sabato mattina sono di buon ora da Dario, in un baleno siamo in val Camonica, e un po' dell'afa presente nella bassa se n'è già andata. A Breno posteggiamo il Caddy nel nostro solito posto. Tira aria di vacanza. :celopiùg:
Prima andiamo a fare colazione al bar, poi entriamo nel supermercato. E subito visione! Un favoloso dispencer per fare self service di una gran varietà di prodotti da forno. Muffins ai mirtilli, al cioccolato, ciambelle, croissants, pani di ogni genere, con le noci, con le olive, pizzette, pizzotte, focacce...
Riempiamo qualche sacchetto. Dobbiamo fare scorte di viveri visto che è nostra intenzione allontanarci dal centro abitato e accamparci in un bel prato isolato.

Poco dopo, caricati gli zaini con i viveri, e le bici con materassini e tende, partiamo alla volta di Bienno. La salita è dolce, e noi sembriamo dei turisti in bicicletta, tanto da attirare l'attenzione dei passanti. Il cicloturismo è uno dei nostri sogni in effetti.

Stiamo andando abbastanza alla cieca, ma va bene così! Si respira una piacevole aria di avventura. È bastato appendere due sacchette alla bici per farci vivere nuove emozioni.

Bienno è un bellissimo borgo e decidiamo di attraversarne il centro. La strada sale più ripida e dobbiamo scegliere il 22 per non stramazzare al suolo agonizzanti.
Presso un'antica fontana facciamo scorta di acqua, lo zaino diventa ancora più pesante. In paese si respira aria di festa per via della Mostra Mercato, ed i nostri pensieri vanno immediatamente alla moltitudine di belle ragazze che pullulerà le vie del borgo in queste serate d'estate. Grosse lacrime per un attimo ci gonfiano le palpebre e la nostra vista di annebbia. Poi scoppiamo a ridere e riprendiamo a salire...

Sentiero numero 80, segno CAI e tricolore. "Da qualche "banda" porterà questa mulattiera, 'nom!"
Da quel momento in poi il 22x34 sarà il nostro fidato amico, in questa giornata in single speed.

Ad ogni metro percorso il nostro sguardo perlustra l'area circostante con attenzione alla ricerca di un fazzoletto di verde prato dove posare le nostre tende. Macché, per il momento ancora nulla. Siamo costretti quindi a salire ancora anche perché ai margini della strada si trovano solamente proprietà recintate.
Ce ne sbattiamo altamente delle recinzioni non appena ci accorgiamo di un fazzoletto di prato che fa al caso nostro. "a chi vuoi che importi se mettiamo le tende lì, al margine del bosco, belli appartati" concordiamo io e Dario.

Ci troviamo in una bella posizione, su un verde pascolo, in una zona molto panoramica. Vediamo Borno, il Rifugio San Fermo, Il Pizzo Camino, La Concarena.
Laggiù, pensiamo, c'è Uilmer che passeggia allegramente con Cristina. Che tenero!

Rapidamente ultimiamo il nostro accampamento. La giornata è splendida, siamo a circa 800 mt di quota, l'aria è fresca, nel cielo azzurro brilla un bel sole caldo. Ci concediamo qualche minuto di pausa prima di riprendere a pedalare. Destinazione? Boh!

Continuiamo a salire sulla solita ripidissima mulattiera. Sicuramente in qualche punto si potrà congiungere con la strada che porta al Passo Crocedomini, ma non ce la sentiamo proprio di proporla come alternativa alla classica asfaltata. È decisamente troppo dura.

Al primo bivio, presso un ponte metallico che assomiglia a quello di Brooklyn, teniamo la strada che sale a sinistra, sempre ripidissima, poi al seguente crocevia prendiamo a destra.
Il segno cai si è perso, e le uniche indicazioni che troviamo sono relative ad una Colonia e presumibilmente ai nomi di alcune malghe. Il paesaggio una volta fuori dal bosco è incantevole e man mano che saliamo riusciamo ad individuare le montagne davanti a noi.

Presso un torrente, accaldato, ho la pensata di fare il consueto bagno. Mi spoglio, entro in acqua e mi accorgo presto che sulle rocce c'è uno strato piuttosto viscido di alghe. Sto attento a non cadere, ma nello stesso tempo sono incuriosito dalle grosse lastre di pietra su cui l'acqua scorre. Nella mia mente malata cresce la voglia di provare lo scivolo. Dario mi esorta a non fare sciocchezze. Io mi avvicino alla sommità di una lunga pietra inclinata e appoggio una chiappa nell'acqua, con l'altra mi tengo fisso. Ma questo stato di equilibrio ben presto va a farsi benedire e prendo il via a velocità fotonica. Penso subito a quello che mi aspetterà una volta che arriverò nella piccola vasca sottostante. Porto le mani avanti e splush... mi è andata bene. Divertito e rinfrescato mi rivesto.

Riprendiamo a salire. Nel frattempo il cielo si è decisamente rannuvolato e alle nostre spalle, sul Pizzo Camino sta sicuramente scendendo un forte temporale...
Grossi cumuli in formazione ci ricordano montagne di soffice panna montata...
Quel grigio là invece non ci piace affatto.

Al dosso dei galli (ecco dove siamo finiti) incomincia a piovere e non abbiamo tempo per cercare una discesa interessante per ritornare alle tende. Quindi optiamo per scendere al Crocedomini, ripararci un po' ed esaminare la cartina appesa all'interno del rifugio...

Lungo la strada incrociamo una bella ragazza in mountain bike, che sta procedendo in salita sotto la pioggia. Le gambe abbronzate sono lucide e lisce come la seta. Grosse lacrime si confondono con le gocce di pioggia sul nostro viso...

Al Crocedomini individuiamo, oltre alle fette di torta, un sentiero che potremmo fare in discesa. Parte dal Bazena. La ricerca dell'imbocco del sentiero è però vana e ci tocca scendere fino a Campolaro su asfalto. Da questa piccola località raggiungiamo Malga Cogolo per poi riprendere la mulattiera fatta in salita e ritornare così alle tende. Le nuvole e la pioggia se ne stanno andando grazie al forte vento che asciugherà i nostri vestiti. Un pasto frugale a base di pane e formaggio, una passeggiata serale a piedi e poi ci infiliamo nei sacchi a pelo...

... ma fuori dalle tende.
Fa decisamente fresco e non so quanto resisteremo, ma la voglia di stare a guardare per un po' il cielo stellato è troppo forte. A tratti dormendo, a tratti ammirando la volta celeste, tiriamo fino a mezzanotte. La luna si è affacciata fuori dai monti ed illumina a giorno l'ambiente. Magnifico!
Ora però ho decisamente freschino e decido di ritirarmi in tenda per proseguire a dormire. Anche Dario la pensa come me. Alle 6:30 circa ci alzeremo e decideremo se scendere con le tende o partire direttamente da qua per il giro domenicale...


Un brevissimo consulto dopo colazione e optiamo per ritornare a valle e partire con gli altri BdB da Breno.
In un batter d'occhio siamo giù, riponiamo in macchina sacchi a pelo, tende, materassini e vista l'ora ci concediamo un latte macchiato ed un croissant.

Provo a telefonare al Milzo, ma una suadente voce mi risponderà dicendomi "Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile". Ostiz
Beh, poco male, intanto per il Crocedomini devono passarci davanti...
Non vedendo nessuno provo con Favier. Risponde Seby.
Ci incontriamo all'imbocco della salita, ok. Facile.

Non vediamo nessuno. Riecco Favier che mi chiama. È effettivamente Favier. Hanno preso la strada che invece di salire da Bienno, passa per Astrio. Ci incontreremo ai primi tornanti.
Diversi motociclisti sfrecciano sulla stretta strada del Crocedomini. Ad un certo punto vediamo davanti a noi il triangolo di emergenza, è accaduto qualcosa. Un motociclista è a terra, cosciente.
Poco dopo arriverà l'elisoccorso per trasportarlo all'ospedale.

Poco dopo noi opteremo per lo spuntino di mezza mattina.
Una scorpacciata di pizza fatta in casa, con Seby che acquista UNO di TUTTO tra pizza, frittelle e dolce con uvetta.

Ricaricati riprendiamo la salita e giungiamo velocemente al Bazena. Da qui prendiamo per il Lago della Vacca. Riusciamo a percorrere tutto il sentiero in sella, per merito nostro e grazie al fatto che il sentiero è stato sistemato dall'ultima volta.

Ad un certo punto, prima di raggiungere il lago, deviamo per il sentiero 38 che dopo 15 minuti bici a spalla ci porta nella Val Braone. Una valle poco frequentata, e per questo ancora più incantevole. Splendida davvero, mancava solo la presenza di qualche animale selvatico, ma a quanto pare l'uomo si è mangiato tutti i camosci della zona...
Dal passo abbiamo iniziato una delle più lunghe discese mai fatte.
Sempre molto tecnica, ha divertito soprattutto il sottoscritto, Seby e Dario. Qualcun altro ha faticato un po' di più, ma la soddisfazione per tutti è stata comunque enorme. Soprattutto per il fatto di trovarsi in un così bel posto di montagna a percorrere un sentiero che molto probabilmente (quasi certamente) nessuno ha mai osato percorrere in bicicletta.

La perdita di quota è stata molto graduale; quasi nulla nella parte iniziale, e con grande eccitazione continuavamo a percorrere il bellissimo sentiero, transitando per i Rifugi Gheza e Prandini.
Al tecnico quasi "vert" siamo passati al tecnico "normal" e per finire, nel bosco, al flow.
Una grande giornata, un giro epico. Grazie a Mauro Orma per lo spunto e a Milzo per la guida on-track.

Non solo grande divertimento in sella alle nostre bicione da downhill (ormai è la definizione per eccellenza per le biciclette ammortizzate), ma tante, tantissime risate tra di noi per le più svariate e stupide ragioni...

Un fine settimana quindi ricchissimo che mi ha entusiasmato e rigenerato profondamente
Grazie quindi di cuore a Dario e a tutti gli Amici BdB per questa ennesima e splendida avventura vissuta insieme...

report: Da Ventimiglia al Monviso

Tutto è cominciato nel marzo 2009. In piena organizzazione del giro dolomitico 2009, da Brunico a Rovereto, leggo questa discussione del diretur Marco, e ne rimango affascinato: Che posti! Che foto! Sono il primo a rispondere, con un normalissimo "sarebbe fantastico poterlo fare..."

Ad ottobre 2009 poi la butto li a Wilmer (wrangler66): "l'anno prossimo andiamo?"

Non ci mettiamo molto a decidere, subito si cercano cartine, si disegnano tracce, si prenotano posti tappa e si trovano adesioni.
Wilmer crea pure qualche variante rispetto al giro iniziale, e un giorno in più, 8 in totale.

Questo e il Tour du Mont Blanc sono i gironi estivi programmati dai Bikers di Brescia

Dario, Wilmer (wrangler66), Claudio (Perse), Sebastian (Seby13), Moreno (Gilbomorris, che poi dovrà dare forfait per una brutta caduta al tour del monte Bianco).
Si aggiungono poi anche Mauro (orma) e Gianfranco (gfavier) per la seconda metà del giro.

TRASFERIMENTO
Decidiamo di spostarci in auto fino a Saluzzo, e da li prendere il treno fino a Ventimiglia.
E' sabato 14 agosto, tempo pessimo, pioggia battente.
Non è molto confortante, ma l'umore è alto, come sempre. Il viaggio dura un bel po', circa 3 ore (con 3 cambi e i canonici 15 min di ritardo).
"Se il giro si concretizzerebbe, fosse meglio! dice Perse galvanizzato da qualche strafalcione giovanile.
Giungiamo a Ventimiglia alle 21, e dopo una gustosa pizza con pesto patate e fagiolini
(al dopolavoro ferroviario, consigliato), andiamo in spiaggia.
Scorgiamo subito una grandiosa stella cadente, che subito facciamo nostra...
Si, una stella: il cielo è sereno, stasera... E domani si parte!

PRIMO GIORNO - VENTIMIGLIA-RIF. ALLAVENA
Ci svegliamo di buon'ora: è una splendida giornata di sole. Brioche, focaccia per il pranzo, pieno di acqua.
Cerchiamo di incastrare tutto nello zaino: è pesante, ma siamo ormai riusciti a contenerlo in 8,5/9 kg acqua compresa,
peso direi accettabile (nota di merito a Perse che aveva un paio di chili in più per l'attrezzatura video).
Ritorniamo in riva al mare per la foto, siamo raggianti con le nuove maglie BdB!

Con calma partiamo in direzione della Via Alpina (o Via del Sale), salendo da Camporosso.
Subito una bella stradina (inizialmente ripida) ci fa salire di quota. sotto l'asfalto rovinato si intravedono i ciottoli
dell'antica via! Ben presto la strada diventa sterrata, con tratti dal fondo impegnativo, seppur la pendenza rimanga godibilissima, penso meno del 5%.
Avanziamo chiacchierando senza incontrare anima viva (2 fuoristrada soltanto). Il mare si vede ancora, ma l'ambiente è sempre più montano.
Mai avevo abbinato mare e montagna (al massimo il lago di Garda).
La prima tappa che dentro di me avevo pensato come un lungo trasferimento, si rivela invece densa di emozioni.
Goùta, Passo Muratone, sempre più in alto, dolcemente. Dopo la focaccia, ci aspetta la salita finale, il sentiero militare intorno ai monti Toraggio e Pietravecchia.
Qualche brevissimo pezzo a piedi, ma il sentiero si lascia pedalare (a fatica). L'ambiente è cambiato, sembra di essere sui monti a noi più noti della bassa val d'Adige.
Seppur qualche nube bassa per un po' ci ha annullato la vista, il tempo rimane discreto.
Percorriamo questo sentiero molto gasati, è bellissimo! Notare che il percorso è segnato come alta via di cresta VTT,
nonostante sia stretto e oggettivamente impegnativo (qualche tratto col cordino, pure).

Bello passare dal mare a monti rocciosi da 2000 mt, siamo già entrati nel vivo!

Perse ha sùbito molti problemi con la marzocchi 44 29er nuova, davvero peccato che non facciano forcelle idonee ad un uso 360° (non i backflip...)
Arriviamo alle 17:30 al rifugio Allavena (1540 mslm) dopo una giornata molto intensa.
Divoriamo la cena, e dopo qualche chiacchiera col simpatico gestore (non molto confortante sui giorni a venire, peraltro)
e un genepy che ustiona il mio stomaco (non quello di Seby, a quanto pare) ci fiondiamo nel letto.

SECONDO GIORNO - RIF.ALLAVENA-LIMONETTO
Altra giornata di sole, limpida con cielo azzurro e qualche velatura. Tira vento da nord, clima che ci accompagnerà per ancora qualche giorno.
Ho le labbra screpolate che fanno male, ma so che è il tempo migliore per andare in montagna.
Dopo una colazione che "avrei mangiato ancora qualcosa..." cominciamo la salita.
Il mare si vede ancora in lontananza, e oggi ci aspetta una lunga traversata a quote comprese tra 1600 e 2300 mt,
tutta su strada sterrata dalla dolce pendenza!
60 km così, sembrano infiniti! veramente bellissimo.

Le protezioni per oggi se ne staranno ancora attaccate allo zaino, l'adrenalina della discesa può aspettare.
pedalare quassù è un vero spettacolo!
Dal rifugio Don Barbera il fondo si fa più impegnativo, ma l'ambienta ancora più selvaggio! che Strade!

Un grosso rapace (presumibilmente un' aquila) ci anticipa ciò che vedremo nei giorni seguenti...
permettetemi una riflessione: se nel vicino trentino siamo fuorilegge anche con le biciclette, su quei monti è l'esatto opposto:
Moto, Motorette, Quad, Fuoristrada, Dune Buggy (che fighi!) percorrono liberamente
queste sterrate magnifiche a 2300 mt. A memoria non ricordo di aver visto qualcuno a piedi... Probabilmente è troppo difficile scegliere la mezza misura.

Dopo l'ennesimo scollinamento vediamo il Col di Tenda con il gigantesco forte, le piste da sci di Limone, gli impianti di risalita e (quindi) la massa di gente.
siamo quasi arrivati a destinazione. Scegliamo di scendere senza troppo entusiasmo lungo il sentiero del recente bike park di Limone,
che in breve tempo ci porta all'Hotel Edelweiss, nostra meta di giornata.
Qui siamo accolti calorosamente, accomodati benissimo e la cena è abbondante, proprio quel che ci vuole!
Siamo molto soddisfatti, il giro si sta rivelando molto molto affascinante, e le strade percorse fin'ora sono da antologia della mountain bike.

TERZO GIORNO - COLLE DEL SABBIONE-RIF.GENOVA
Anche stamattina sole! Il tempo ci sta graziando, era la nostra preoccupazione più grande!
Che fame! più si mangia e più si ha fame! Super colazione! Sembriamo delle cavallette!
Oggi sappiamo che è lunga, ma che problemi ci sono!?. Siamo qui, in gran forma, pieni di calorie e stiamo facendo quello che amiamo fare! C'è solo da essere contenti!
La salita a Col di Tenda è una passeggiata di riscaldamento.
Salendo si scorge tutto l'arco alpino piemontese, compreso il Monviso (penso).
Quella è la nostra meta, sembra così vicina, eppure....

Passando da forti e malghe imbocchiamo il sentiero che conduce al Col du Sabion. una vera goduria percorrerlo, praticamente tutto pedalabile, fino a 2300mt e rotti.
Ovunque bunker e fortini, sono affascinato da questi richiami storici.
una nota: solo più tardi siamo venuti a sapere che il suddetto sentiero (nel tratto che passa nel parco di Mercantour) è vietato alle bici. Addirittura
ci parlano di sequestro bici (!!!).

Il lago della Vacca è magnifico, dall'inconfodibile forma da cui ne deriva il nome.
Pausa mangereccia e poi ci dirigiamo verso il Col del vei del Bouc.
Ora ci aspettano dei bei tratti bici in spalla ma...è un posto bellissimo!!

Tanti, tanti camosci, forse uno stambecco, marmotte! siamo estasiati dalla natura che ci circonda.
Mentre ammiriamo questo spettacolo siamo tutti emozionati, parliamo a bassa voce tra di noi. mai vorremmo disturbare...

Ci dilunghiamo parecchio tra fotografie e riprese, ma la giornata lo permette. sono le 15 e ancora non c'è una nuvola in cielo!
Dal col del Vei del Bouc il paesaggio è assolutamente fantastico, così come il sentiero che ci attende, prima vera discesa del tour.
A tratti un po' rovinato dalle slavine, ma più o meno percorribile tutto in sella. e Fantastico!

Quando siamo all'imbocco della valle della rovina sono già passate le 17,
mancano ancora 1000 mt disl (non mi interessa), e adesso si deve pedalare con un po' di premura.
Ci attende la salita al rifugio Genova-Figari; il gestore del rifugio Allavena ci aveva un po'preoccupato.
Invece qualche pezzo a piedi, qualche frana, ma la vecchia strada Enel (ora sentiero) si lascia pedalare quasi tutta. bene!
Troviamo camosci che ci girolano intorno, Siamo proprio un bel gruppo, sono 12 ore che giriamo per i monti;
siamo stanchi si, ma anche arrivare al rifugio al crepuscolo è una grande emozione!

Perse si chiede: "ma dove cacchio andiamo domani??" in effetti siamo circondati da vette da 3000 mt
(quasi 3300 l'Argentera, vetta più alta delle alpi marittime),
e "domani ci aspetta una lunga camminata", ci redarguisce bonario Wilmer.
Il rifugo Genova è accogliente. Mangiamo, guardiamo le stelle, il genepy mi stronca (seby fa il bis ) e poi a nanna.
Sono contento, siamo contenti di questa esperienza!

QUARTO GIORNO - CHIAPOUS-RIF. QUESTA
La sveglia di Seby suona a 6:45, ma siamo già svegli. il panorama nella conca del Chiatos è magnifico!

(NB: andatevi a leggere come funziona il bacino del Chiatos, centrale elettrica che consuma
corrente invece di crearne, ma è vantaggiosa economicamente....)

Pochi attimi di pedalata intorno al lago e sulla diga, poi il sentiero ben presto diventa impedalabile.
siamo a 1980mt, e dobbiamo arrivare a 2500 e rotti.
In pratica tutti a piedi: Il colle del Chiapous! (con la ù chiusissima!).
la seppur faticosa salita viene allietata da continue battute e sproloqui che fanno mancare il fiato dalle risate (già ce n'è poco...)

Arrivati allo scollinamento, comincia il difficile! la discesa verso il rif. Morelli è molto impegnativa,
al limite delle nostre capacità tecniche, che per fortuna sono buone, tanto da farci divertire.
5 minuti a piedi all'inizio, poi si va: Pietre e pietroni uno dopo l'altro, nose press e numeri,
e si cerca di galleggiare sui massi fino al Morelli. Incontriamo gente molto
incuriosita e cordiale con cui scambiamo volentieri due parole.
In Piemonte nelle regole del CAI è ammesso il Cicloalpinisimo, ben contraddistinto dalla pratica di Freeride o Downhill.
Noi facciamo cicloalpinismo, andiamo in bicicletta per i monti.

Al rifugio Morelli conosciamo i simpatici e giovani gestori-alpinisti del rifugio che ci mostrano 2 loro amici intenti a scalare la parete est dell'Argentera, 600 mt verticali. che bravi!
la discesa seguente verso le terme di Valdieri è un vero spettacolo, una libidine! Siamo al settimo cielo!
Dopo un lauto pranzo, ci aspetta la salita finale di giornata al rifugio Questa.
Ricordo le foto della strada di caccia viste su internet, e non vedo l'ora di percorrerla.
Fino alla piana del Valasco è una tranquilla sterrata che sale regolare, anche se con un fondo capriccioso.
Dopo si inasprisce come difficoltà, ma acquista fascino. Stiamo salendo verso i laghi di Valscura.
Per qualche breve tratto si spinge la bici, ma comunque si pedala. Che strada fantastica!
Siamo in un posto idilliaco, penso la natura più incontaminata che ho visto da quando vado in montagna!
soffia ancora vento freddo, tanto che dobbiamo coprirci un po'.
In prossimità dei laghetti del Claus percorriamo un tratto di strada lastricata che è un'opera d'arte! Siamo senza parole.

Arriviamo al piccolo rifugio Questa, abbarbicato a 2400 mt tra le rocce, che è quasi ora di cena. Giusto il tempo di fare qualche passaggio di III grado per raggiungere la sommità del letto a castello (triplo) e di sistemare lo zaino che siamo seduti in 8 in un tavolo da 4 persone, e con cibo per 4 persone, pure. Ok, noi non vogliamo i servizi, ma il cibo si! Abbiamo fame!
Più tardi ci laviamo veloci ma cauti nel lago delle portette al chiar di luna (acqua gelida, ma tonificante, di sicuro!) e poi a nanna di buon'ora.

QUINTO GIORNO - BASSA DRUOS - SAMBUCO
Siamo euforici! Oggi i nostri amici Mauro e Gianfranco si uniscono a noi! Non vediamo l'ora! partiamo col sole e percorriamo a ritroso la strada su e giù del giorno precedente, fino ai laghi di Valscura. Da qui ci aspetta un'altra sfacchinata, si dice.
La salita alla Bassa del Druos. Ma anche questa è passata agevolmente, alcuni tratti in sella, tanto a piedi ma comunque bellissima antica mulattiera. Abbiamo anche trovato lo stabile dove sorgerà il rifugio Valscura, gestito da me e Perse!

Da lassù il panorama spazia su Isola 2000,
incredibile come dal paradiso si passi allo scempio scellerato delle montagne con un valico.
Splendida discesa ai laghidi Terrarossa.

Imbocchiamo successivamente un sentiero per rimanere in quota, senza scendere a Isola 2000,
che ci condurrà al passo della Lombarda. Non è interamente pedalabile, ma tutto sommato non male.
Dopo essersi rifocillati al passo, via per la cresta, abbiamo fretta, adesso! Ci aspettano i nostri amici!
in meno di mezz'ora siamo al santuario di S.Anna di Vinadio, e con un urlo salutiamo Gfavier! solo Gfavier?
Si, Orma è già andato in esplo/cache su una vicina cima, dato che "Riàev piò!" (trad: non arrivavate più).
Sorseggiando un chinotto Lurisia in 5 min abbiamo già raccontanto tutto il giro. Quanto chiacchierare!
Ben presto però abbandoniamo il caotico santuario per imboccare la salita al passo di Bravaria.
Salita checredevo ben più ciclabile, mentre è da affrontare a spinta per più di metà.
Poco male, perchè è l'ultima fatica del giro, da qui in poi tutto pedalabile!.

Ci aspetta un'altra fantastica discesa verso Bagni di Vinadio! che goduria! (e che buoni i mirtilli,e pure i lamponi più in basso!).
E fortuna che Wilmer porta sempre con se un cambio di scorta! Grazie!
(Perse col rohloff ride da sotto i baffi - baffi lunghi, peraltro).
Finita la discesa raggiungiamo il bel paesino di Sambuco, dove troviamo subito il posto tappa GTA Osteria della Pace.
Il miglior posto dove abbiamo alloggiato, molto cordiali e pasti da sogno per il biker affamato (e non solo).
Mauro e Gianfranco (che si sono uniti oggi) avendo sentito i nostri racconti apocallitici su "niente acqua, rifugi senza cibo, mangeremo le bacche", sono in effetti un po' straniti davanti ai comfort di Sambuco e ci guardano storto...
Il tempo intanto è cambiato e il cielo è nuvoloso...

SESTO GIORNO - GARDETTA-CHIALVETTA
Piove. Le prelibatezze della colazione ci danno le energie necessarie per la salitona che ci aspetta oggi, verso l'altopiano della Gardetta.
"E' la pioggia amica del biker, quella che fa compagnia" dice Mauro, e rincuorati cominciamo a pedalare.
Dopo una pausa per ripararsi dal rovescio più forte, saliamo decisi lungo la bellissima sterrata che conduce fino a quota 2450.

Salita impegnativa, soprattutto la parte finale con il fondo appesantito dalla pioggia, ma è anche l'unica di giornata!

il tempo migliora sempre più. La Rocca de la Meja, che in pochi minuti passa da Catinaccio, a Cerro Torre, a Corna Blacca,
è proprio una bellissima montagna che fa da cornice fino al passo Gardetta!

Da qui è discesa decisa fino all'antico paese di Chialvetta.
Sentiero divertentissimo anche questo! curve, e pietre e prati, una goduria!
Oggi giornata più tranquilla, ce la siamo goduta alla grande!
Ormai è diventata una bellissima routine: prepararsi, pedalare, foto, video, discesa, il semplice rimanere incantati davanti al panorama! bellissimo, ci si rende conto appieno di tutto ciò soltanto quando finisce.

Il posto tappa GTA di Chialvetta è un'altra bellissima osteria rustica dove veniamo trattati benissimo!
Ci hanno anche fornito attrezzi e olio per riguardare
i nostri mezzi meccanici un po' deperiti dalla giornata fangosa.

SETTIMO GIORNO - CAPANNA CARMAGNOLA
Oggi ci attende Cima Coppi, il punto più alto dell'itinerario. La giornata è bellissima sole e aria fresca.
Saliremo lungo una lunghissima sterrata fino a 2830 mt di Capanna Carmagnola.
Saliamo da Acceglio, prima su asfalto, per poco, poi sterrata.
Poco sopra Acceglio incontriamo gli amici torinesi del The Group.
Qualcuno di noi già si conosce, decidiamo di affrontare la salita insieme, dato che il loro giro in parte percorre la stessa strada.

Chiacchieriamo, raccontiamo del giro, le bici (sempre rotte), e la salita vola via.
Ben presto ci dobbiamo separare, ma è stato un gran piacere pedalare con loro.
La salita è assolutamente magnifica, di chiara provenienza militare, una garanzia.
Pedalabile fino al passo, mai ripida. Da lassù il panorama è
bellissimo a 360°. Monti brulli, isolati, regalano tantissime emozioni.

Sostiamo un po' per le foto, per ammirare i bunker e i resti dei reticolati di filo spinato, poi ci lanciamo in discesa sul bellissimo sentiero che scende in Val Varaita di Bellino.
discesa fantastica anche questa, incredibile come le discese siano state tutte bellissime ma diverse allo stesso tempo.


Scendiamo saltando e quasi volando (stando attenti a non volare anche nel burrone) tra rocce detritiche e prati, fino al rifugio Melezé. Qui ci accomodiamo.
E' abbastanza presto, c'è tempo per rilassarsi nel prato.
Il rifugio è molto bello e accogliente, non gestito al meglio e, ancora una volta, si mangia poco e non benissimo:
Volete gradire un po' di asciuttissima pasta e salvia?

OTTAVO GIORNO - PASSO BATTAGLIOLA-SALUZZO
E'l'ultimo giorno. Da un lato sono contento, il girone è portato a termine. dall'altro no, il sogno è già finito...
La giornata è ancora una volta magnifica. Dal Monviso ci separa una sola salita, quella del passo della Battagliola (2300 mt).

Non ci mettiamo molto a superare anche questa asperità. affrontiamo l'ultima curva tutti insieme:
bellissimo il Monviso, roccioso, ma di una roccia marrone, diversa dal solito. non pensavo di vederlo così da vicino.
Ho sempre pensato che fosse un monte abbastanza insignificante ("stranamente il Po non nasce dai grandi monti, ma dal Monviso" mi dicevano a scuola).

Invece coi suoi quasi 4000 mt metri fa la sua figura eh! Foto e Video a raffica.
Siamo proprio contenti, appagati. Ben 6 aquile volteggiano
sopra di noi. Siamo senza parole!

Stiamo un po' rillassati a farci coccolare dal sole finché...cosa manca? la pizza! abbiamo fame! (stranamente)
e ci buttiamo lungo un'altra discesa libidinosa verso Pontechianale.
un assoluto spettacolo. Scendiamo pennellando tutte le curve, in breve tempo siamo giù, e continuiamo fino a Sampeyre per trovare una (ottima) pizzeria, degna conclusione!

Che dire?! E' stato un giro spettacolare, abbiamo visto luoghi, montagne, animali, e percorso sentieri che ricorderemo per sempre!
Dal punto di vista fisico abbastanza equilibrato, tappe più semplici verso la fine e i due giorni con lunghi tratti a spalla, avevano meno ascesa complessiva.
Assolutamente vero quel che dice Marco Toniolo (che ringraziamo per l'idea del tour): un giro per chi non ama le folle!

Ringrazio i miei amici:

Wilmer ha organizzato tutto. ha studiato cartine e fatto tracce alla perfezione, ci ha sempre guidato alla grande.
Fin troppo preoccupato del buon esito del giro, grazie!
Perse ha fatto i video, gran fardello! Vi auguriamo buona visione!
Seby Orma e Gfavier mitici! Veramente un piacere trascorrere le vacanze in vostra compagnia.

QUI tutte le foto degli 8 giorni

http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=170285

BdB - Ventimiglia - Monviso from Bikers di Brescia on Vimeo.