lunedì 30 agosto 2010

Week end in Val Camonica



Dopo un'estate trascorsa in sella alla mia mtb, con i magnifici giri del Monte Bianco e Ventimiglia-Monviso, una volta a casa, ritornato al lavoro, ho pensato:
"ora non mi resta che fare affidamento sui week end"

Si, al lavoro, oppure a casa a far nulla, lo stress è elevato per una persona come me, che ha bisogno di muoversi e fare sport, e poi provate a pensare a come si dovrebbe sentire un amante della montagna, nella pianura padana più bassa, piatta, puzzolente...

Fatto sta che il il venerdì sera si prepara lo zaino, si carica la bici in macchina pronti per un week end d'avventura.

Sabato mattina sono di buon ora da Dario, in un baleno siamo in val Camonica, e un po' dell'afa presente nella bassa se n'è già andata. A Breno posteggiamo il Caddy nel nostro solito posto. Tira aria di vacanza. :celopiùg:
Prima andiamo a fare colazione al bar, poi entriamo nel supermercato. E subito visione! Un favoloso dispencer per fare self service di una gran varietà di prodotti da forno. Muffins ai mirtilli, al cioccolato, ciambelle, croissants, pani di ogni genere, con le noci, con le olive, pizzette, pizzotte, focacce...
Riempiamo qualche sacchetto. Dobbiamo fare scorte di viveri visto che è nostra intenzione allontanarci dal centro abitato e accamparci in un bel prato isolato.

Poco dopo, caricati gli zaini con i viveri, e le bici con materassini e tende, partiamo alla volta di Bienno. La salita è dolce, e noi sembriamo dei turisti in bicicletta, tanto da attirare l'attenzione dei passanti. Il cicloturismo è uno dei nostri sogni in effetti.

Stiamo andando abbastanza alla cieca, ma va bene così! Si respira una piacevole aria di avventura. È bastato appendere due sacchette alla bici per farci vivere nuove emozioni.

Bienno è un bellissimo borgo e decidiamo di attraversarne il centro. La strada sale più ripida e dobbiamo scegliere il 22 per non stramazzare al suolo agonizzanti.
Presso un'antica fontana facciamo scorta di acqua, lo zaino diventa ancora più pesante. In paese si respira aria di festa per via della Mostra Mercato, ed i nostri pensieri vanno immediatamente alla moltitudine di belle ragazze che pullulerà le vie del borgo in queste serate d'estate. Grosse lacrime per un attimo ci gonfiano le palpebre e la nostra vista di annebbia. Poi scoppiamo a ridere e riprendiamo a salire...

Sentiero numero 80, segno CAI e tricolore. "Da qualche "banda" porterà questa mulattiera, 'nom!"
Da quel momento in poi il 22x34 sarà il nostro fidato amico, in questa giornata in single speed.

Ad ogni metro percorso il nostro sguardo perlustra l'area circostante con attenzione alla ricerca di un fazzoletto di verde prato dove posare le nostre tende. Macché, per il momento ancora nulla. Siamo costretti quindi a salire ancora anche perché ai margini della strada si trovano solamente proprietà recintate.
Ce ne sbattiamo altamente delle recinzioni non appena ci accorgiamo di un fazzoletto di prato che fa al caso nostro. "a chi vuoi che importi se mettiamo le tende lì, al margine del bosco, belli appartati" concordiamo io e Dario.

Ci troviamo in una bella posizione, su un verde pascolo, in una zona molto panoramica. Vediamo Borno, il Rifugio San Fermo, Il Pizzo Camino, La Concarena.
Laggiù, pensiamo, c'è Uilmer che passeggia allegramente con Cristina. Che tenero!

Rapidamente ultimiamo il nostro accampamento. La giornata è splendida, siamo a circa 800 mt di quota, l'aria è fresca, nel cielo azzurro brilla un bel sole caldo. Ci concediamo qualche minuto di pausa prima di riprendere a pedalare. Destinazione? Boh!

Continuiamo a salire sulla solita ripidissima mulattiera. Sicuramente in qualche punto si potrà congiungere con la strada che porta al Passo Crocedomini, ma non ce la sentiamo proprio di proporla come alternativa alla classica asfaltata. È decisamente troppo dura.

Al primo bivio, presso un ponte metallico che assomiglia a quello di Brooklyn, teniamo la strada che sale a sinistra, sempre ripidissima, poi al seguente crocevia prendiamo a destra.
Il segno cai si è perso, e le uniche indicazioni che troviamo sono relative ad una Colonia e presumibilmente ai nomi di alcune malghe. Il paesaggio una volta fuori dal bosco è incantevole e man mano che saliamo riusciamo ad individuare le montagne davanti a noi.

Presso un torrente, accaldato, ho la pensata di fare il consueto bagno. Mi spoglio, entro in acqua e mi accorgo presto che sulle rocce c'è uno strato piuttosto viscido di alghe. Sto attento a non cadere, ma nello stesso tempo sono incuriosito dalle grosse lastre di pietra su cui l'acqua scorre. Nella mia mente malata cresce la voglia di provare lo scivolo. Dario mi esorta a non fare sciocchezze. Io mi avvicino alla sommità di una lunga pietra inclinata e appoggio una chiappa nell'acqua, con l'altra mi tengo fisso. Ma questo stato di equilibrio ben presto va a farsi benedire e prendo il via a velocità fotonica. Penso subito a quello che mi aspetterà una volta che arriverò nella piccola vasca sottostante. Porto le mani avanti e splush... mi è andata bene. Divertito e rinfrescato mi rivesto.

Riprendiamo a salire. Nel frattempo il cielo si è decisamente rannuvolato e alle nostre spalle, sul Pizzo Camino sta sicuramente scendendo un forte temporale...
Grossi cumuli in formazione ci ricordano montagne di soffice panna montata...
Quel grigio là invece non ci piace affatto.

Al dosso dei galli (ecco dove siamo finiti) incomincia a piovere e non abbiamo tempo per cercare una discesa interessante per ritornare alle tende. Quindi optiamo per scendere al Crocedomini, ripararci un po' ed esaminare la cartina appesa all'interno del rifugio...

Lungo la strada incrociamo una bella ragazza in mountain bike, che sta procedendo in salita sotto la pioggia. Le gambe abbronzate sono lucide e lisce come la seta. Grosse lacrime si confondono con le gocce di pioggia sul nostro viso...

Al Crocedomini individuiamo, oltre alle fette di torta, un sentiero che potremmo fare in discesa. Parte dal Bazena. La ricerca dell'imbocco del sentiero è però vana e ci tocca scendere fino a Campolaro su asfalto. Da questa piccola località raggiungiamo Malga Cogolo per poi riprendere la mulattiera fatta in salita e ritornare così alle tende. Le nuvole e la pioggia se ne stanno andando grazie al forte vento che asciugherà i nostri vestiti. Un pasto frugale a base di pane e formaggio, una passeggiata serale a piedi e poi ci infiliamo nei sacchi a pelo...

... ma fuori dalle tende.
Fa decisamente fresco e non so quanto resisteremo, ma la voglia di stare a guardare per un po' il cielo stellato è troppo forte. A tratti dormendo, a tratti ammirando la volta celeste, tiriamo fino a mezzanotte. La luna si è affacciata fuori dai monti ed illumina a giorno l'ambiente. Magnifico!
Ora però ho decisamente freschino e decido di ritirarmi in tenda per proseguire a dormire. Anche Dario la pensa come me. Alle 6:30 circa ci alzeremo e decideremo se scendere con le tende o partire direttamente da qua per il giro domenicale...


Un brevissimo consulto dopo colazione e optiamo per ritornare a valle e partire con gli altri BdB da Breno.
In un batter d'occhio siamo giù, riponiamo in macchina sacchi a pelo, tende, materassini e vista l'ora ci concediamo un latte macchiato ed un croissant.

Provo a telefonare al Milzo, ma una suadente voce mi risponderà dicendomi "Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile". Ostiz
Beh, poco male, intanto per il Crocedomini devono passarci davanti...
Non vedendo nessuno provo con Favier. Risponde Seby.
Ci incontriamo all'imbocco della salita, ok. Facile.

Non vediamo nessuno. Riecco Favier che mi chiama. È effettivamente Favier. Hanno preso la strada che invece di salire da Bienno, passa per Astrio. Ci incontreremo ai primi tornanti.
Diversi motociclisti sfrecciano sulla stretta strada del Crocedomini. Ad un certo punto vediamo davanti a noi il triangolo di emergenza, è accaduto qualcosa. Un motociclista è a terra, cosciente.
Poco dopo arriverà l'elisoccorso per trasportarlo all'ospedale.

Poco dopo noi opteremo per lo spuntino di mezza mattina.
Una scorpacciata di pizza fatta in casa, con Seby che acquista UNO di TUTTO tra pizza, frittelle e dolce con uvetta.

Ricaricati riprendiamo la salita e giungiamo velocemente al Bazena. Da qui prendiamo per il Lago della Vacca. Riusciamo a percorrere tutto il sentiero in sella, per merito nostro e grazie al fatto che il sentiero è stato sistemato dall'ultima volta.

Ad un certo punto, prima di raggiungere il lago, deviamo per il sentiero 38 che dopo 15 minuti bici a spalla ci porta nella Val Braone. Una valle poco frequentata, e per questo ancora più incantevole. Splendida davvero, mancava solo la presenza di qualche animale selvatico, ma a quanto pare l'uomo si è mangiato tutti i camosci della zona...
Dal passo abbiamo iniziato una delle più lunghe discese mai fatte.
Sempre molto tecnica, ha divertito soprattutto il sottoscritto, Seby e Dario. Qualcun altro ha faticato un po' di più, ma la soddisfazione per tutti è stata comunque enorme. Soprattutto per il fatto di trovarsi in un così bel posto di montagna a percorrere un sentiero che molto probabilmente (quasi certamente) nessuno ha mai osato percorrere in bicicletta.

La perdita di quota è stata molto graduale; quasi nulla nella parte iniziale, e con grande eccitazione continuavamo a percorrere il bellissimo sentiero, transitando per i Rifugi Gheza e Prandini.
Al tecnico quasi "vert" siamo passati al tecnico "normal" e per finire, nel bosco, al flow.
Una grande giornata, un giro epico. Grazie a Mauro Orma per lo spunto e a Milzo per la guida on-track.

Non solo grande divertimento in sella alle nostre bicione da downhill (ormai è la definizione per eccellenza per le biciclette ammortizzate), ma tante, tantissime risate tra di noi per le più svariate e stupide ragioni...

Un fine settimana quindi ricchissimo che mi ha entusiasmato e rigenerato profondamente
Grazie quindi di cuore a Dario e a tutti gli Amici BdB per questa ennesima e splendida avventura vissuta insieme...

2 commenti:

  1. complimenti per le vostre avventure, libere, sincere e senza guardare il noioso tempo cronometrico....mi piacerebbe fare un'uscita con voi..chissà!!!

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  2. Alessandro, grazie per i complimenti. Sei il benvenuto, quando vuoi aggregarti, facci un fischio. Ciao

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