martedì 28 dicembre 2010

Proprio una bella giornata


Ecco l'ultima gita dei BdB il 26 dicembre alla scoperta di un nuovo(per noi) sentiero:il 102 a Limone sul Garda,raccontata da Claudio"Perse"

"Una domenica strana, una domenica che si fatica a riconoscere, in mezzo a tutte queste festività. Qualcuno la confonde per un lunedì...
Dopo un periodo di assenza tra le fila dei BdB, mi ripresento finalmente a cospetto dei super bikers bresciani (con ospiti veneti) che in una giornata fredda e uggiosa, invece di rimanere al caldo, tra le accoglienti mura domestiche, si imbarcano in una bella avventura.
Si, perché credo possa definirsi tale, un sentiero 102 in invernale. Il gruppo affronta la salita con grinta e le varianti proposte da Gigi ci portano verso Vesio per sentieri alternativi. Nevica, il lago è blu-grigio ed il Monte Baldo imbiancato fino a bassa quota. La strada militare delle gallerie della Corna Vecchia è ricoperta da uno strato di neve fresca, che spettacolo! Il Lago di Bondo, solitamente a secco, dopo le abbondanti precipitazioni, si presenta proprio come un bello specchio d'acqua e l'ambiente è proprio suggestivo. Elena grida: "Che spettacolo!" mentre continua imperterrita a salire nella neve. Per altri invece la salita si fa sempre più dura, e la colpa viene data alle abbondanti libagioni natalizie: al vino, al pandoro con la crema di zabaglione, etc. etc. etc....
È bello pedalare sotto la neve, e l'idea di scendere dal 102 è decisamente eccitante. Lo ripeto a Dario, a Milzo, Gigi, a me stesso: "non penso se ne trovino tanti di bikers su un sentiero del genere, in versione invernale". Ma i BdB sono bikers speciali, svitatelli, ma nel senso buono del termine...

A quota 1300 siamo investiti da un' ondata di vento gelido, ci troviamo in una posizione molto esposta e cerchiamo di prepararci per la discesa il più velocemente possibile. Dallo zaino fuoriescono antiacqua, giubbottini, guanti, cuffie, sciarpe... si indossa tutto quello che può essere indossato.
Il primo tratto di discesa per raggiungere i prati del Dalco è su singletrack innevato, su pendio ripido, si fa qualche tornantino, ma la sensibilità sui freni, con le mani ghiacciate, è nulla. Ci fermiamo un attimo per far riprendere temperatura alle mani, io indosso un secondo paio di guanti, avvicino le leve dei freni, abbasso la pressione della gomma anteriore. Riprendiamo a scendere. Ora va meglio!
Entrati nel bosco si sta meglio, siamo più protetti dal vento e riprendiamo un po' di sensibilità alle mani. Scattiamo la foto di gruppo e ripartiamo. Nel bosco dei prati del Dalco, con il fondo di foglie ghiacciate e neve, ci divertiamo a controllare le bici che sbandano in curva. È il tratto flow prima della parte tecnica. Si inizia subito con una serie di gradini e subito dopo un tornante molto stretto, ormai abbiamo acquisito una certa tecnica e lo superiamo senza troppe difficoltà. Il filmati di Vito lo testimoniano.
Il sentiero in alcuni punti è esposto e mentre alcuni di noi si cimentano nel passaggio, altri si mettono a sicura per evitare rovinose cadute.
Il freddo, la neve tengono coeso il fondo che altrimenti ci porterebbe alla deriva ad ogni frenata. Man mano che scendiamo infatti, questo legame viene a mancare, e in alcuni punti si ha una strana sensazione mentre i copertoni affondano nell' inconsistente strato ghiaioso. Abbiamo provato un gran divertimento nell'affrontare questa discesa e certi scorci sul lago ci hanno lasciato assolutamente a bocca aperta. Bravissimi i fotografi del gruppo ad immortalare questi momenti magici. Con una grande soddisfazione per il bel giro compiuto, ci siamo salutati e dati appuntamenti a presto.

Ora la mia mente viaggia già all'ultimo dell'anno e al suo prologo . Mi auguro di vivere delle bellissime emozioni; anzi, sono convinto che non mancheranno, perché assieme ai BdB, le emozioni sono garantite!"

Le foto di Dario

e video di Vito

lunedì 27 dicembre 2010

2011

Alla fine gli auguri e le prospettive di buon 2010 che ci scambiavamo un anno fa, sono andati oltre le aspettative! Grandi giri in tutto l'arco alpino, da Ventimiglia alla vetta d'Italia (quasi), passando per monte Bianco, Orobie, Dolomiti, e montagne Bresciane, ovviamente, più che mai!

Bikers di Brescia sempre più conosciuti, ma ciò che mi piace è lo spirito che è sempre quello dell'uscita che, seppur impegnativa sotto ogni punto di vista, è sempre e comunque un ritrovo di amici: nulla di organizzato troppo bene (se non il necessario), niente di ben definito, chi c'è c'è.
E' lo spirito migliore, quello che dura nel tempo e non si sfalda mai!

Grazie Frog per il BdB Memory che ci hai regalato. E' fantastico!





guardando ogni tassello ci si ricorda del giro, e si fa a gara a chi ricorda esattamente il sentiero, o il luogo. Grazie Frog per questi bei ricordi!

Per il 31, abbiamo in programma l'ultimo dell'anno al rifugio Chierego! Un'altra, vera avventura, per finire l'anno alla grande, e cominciarlo ancora meglio!

Buon anno a tutti!
Dario

mercoledì 8 dicembre 2010

Only Right Choices

Finalmente sabato sono ritornato a girare con i BdB. Che gioia!
Venerdì ritorno a casa tardi, è l'una di notte, piove acqua mista neve ed indosso il poncho nel breve tragitto da Piazza Lodi a Viale Po. Che magia la bicicletta, penso.
Infreddolito mi infilo sotto il piumone, che bello! Peccato che siano previste solo 3 ore di sonno. Dai, ogni tanto si può fare la mattata, mi ripeto mentalmente.
La sveglia non dà tregua e suona senza pietà all'ora prestabilita, mi alzo ma sono rimbambito, quasi barcollo. Ho la forza comunque per versarmi i cereali nella tazza ed il latte freddo del frigo. Brividi, sono nauseato dal cibo a quest'ora.
Ho quasi tutto pronto; mi infilo i vestiti da bici, raccolgo le mie cose ed esco di casa. Il Doblò è il mio mezzo di trasporto fino a casa del Milzo, a Mocasina; carico la bici, la borsa e lo zaino a cui sono appese le ciaspole. Non dovrei aver dimenticato nulla, avendo preparato il tutto la sera prima, con attenzione. Parto da casa che sono le 4:30 circa, il tempo non è migliorato ed i tergicristalli dondolano davanti ai miei occhi arrossati. L'abitacolo si scalda velocemente per fortuna, attorno a me solo i rumori del motore 1200 a benzina che va su di giri, l'autoradio non c'è.
Decido di prendere l'autostrada, e per la prima volta dopo un po' di anni di telepass, prendo il biglietto. La carreggiata è libera, tengo i 110 Km orari e incrocio solo qualche camion e poche macchine. A Brescia Est raccolgo qualche monetina per il casellante robot che gentilmente mi solleva la sbarra. Ricevo la telefonata di Dario che vorrebbe aggregarsi all'ultimo minuto, ed è in ritardo, dovendo ancora partire da Verola, lascio questa difficile decisione al Milzo.
Giungo a Mocasina e, caricata la vecchia Wolf Ridge, con un caffè facciamo passare un po' di tempo prima di partire verso il punto d'incontro con il Lonfo e "spacum so tot". Nel tragitto si ascoltano i Depeche Mode, il cielo si apre e spuntano le stelle, a Est albeggia. Nell'aria si avverte una certa eccitazione per l'inusuale avventura che stiamo per intraprendere. Ecco arrivare Dario, e dunque siamo pronti per raggiungere Molino di Bollone. Salendo con le auto sulla strada che porta a Navazzo, abbiamo modo di constatare che la quota neve è molto bassa, e l'asfalto incomincia a sporcarsi. Raggiunto il paese, per non rischiare, parcheggiamo e scegliamo di proseguire con le bici. Molto meglio così, una scelta giusta; solo scelte giuste. Sarà il motto di oggi.
Sonore risate nel vedere il Lonfo con gli sci legati allo zaino e gli scarponi ai piedi, un personaggio storico oserei dire. Rispetto assoluto.
Si canticchiano le melodie di Natale e ci si scambia gli auguri; viene automatico con un atmosfera così. Le facce divertite delle persone che incontriamo ci inorgogliscono, siamo fieri di essere un po' matti.
Tutto intorno a noi, un candido scenario: è stato come entrare per la prima volta nell'armadio de "Le cronache di Narnia" e fare ingresso in un mondo incantato. La salita su asfalto fino a Cima Rest ci ha permesso di scaldare i muscoli e pucciare l'ano, dato che la ruota posteriore sollevava, nei tratti più veloci, una bella striscia di acqua gelida che andava ad impregnare il fondo schiena. Al rifugio lasciamo le bici in un parcheggio custodito* e dopo aver bevuto qualcosa di caldo, ci incamminiamo nella neve. Il Lonfo con gli sci riesce a salire molto meglio di noi muniti di ciaspole. Affonda meno nella spessa coltre nevosa e ci prepara una pista più facile da affrontare. Noi, ringraziando, lo seguiamo.
In qualche occasione ci offriamo per trainare il gruppo, ma dobbiamo passare il testimone poco dopo per la fatica nell'avanzare con quegli impiastri legati ai piedi. Il tempo è ballerino, ma decisamente affascinante: a sprazzi di sole con il cielo azzurro che mette in risalto le bellissime montagne innevate, si alternano grosse nuvole grigie ed intense nevicate. Procediamo correttamente lungo il sentiero e saliamo, seppur lentamente, di quota, guidati dai segni sugli alberi, dalle tracce gps e dai nostri ricordi del luogo. È difficile distinguere i passaggi, ma ci ricordiamo del sentiero sotto di noi, e dei capitomboli che si son fatti scendendo da lì...
A quota 1700 siamo in procinto di uscire dal bosco e qui interviene il Lonfo che, dall'alto della sua esperienza con la neve, nella pratica dello sci alpinismo, e nell'evidente difficoltà a proseguire, ci consiglia "caldamente" di ritornare sui nostri passi.
Non esitiamo a dargli retta e iniziamo la discesa, che per noi ciaspolatori si rivelerà ugualmente difficoltosa, mentre regalerà al Lonfo sugli sci qualche emozione in più.
Con una certa fatica nelle gambe rientriamo al rifugio dove un piatto caldo ed un bicchiere di vino ci riscalderà il cuore prima della discesa sulla strada.

A volte è difficile uscire dal proprio guscio, dal tepore del letto e lanciarsi in chissà quale avventura. Molto spesso ne vale proprio la pena, ed il prezzo da pagare per vivere certe emozioni, facendo due conti, non è affatto caro.
Chi vive nella bassa, come me, Dario, Wilmer, Giani, Cecco... Frog... ha una voce in più sullo scontrino, ma alla fine quello che si porta a casa è talmente prezioso che i conti tornano sempre...

Appena potrò, verrò.

*Dal Padreterno

il video di Perse e le foto di Dario


chiedo scusa se mi permetto di mettere questo racconto di Perse.

lunedì 29 novembre 2010

Scorribande nella neve

Quest'anno l'inverno è partito presto, con brutto tempo ogni fine settimana, e subito neve a bassa quota. Ma la voglia di andare in bici è tanta, e unita anche al fascino della neve, porta a bellissime giornate, e gran divertimento!
Ci troviamo a Idro, Io, Wilmer, Vittorio, Elena e Seby. Partiamo con un freddo vento, ma senza precipitazioni e ci scaldiamo lungo la prima salita, verso Capovalle. Mi preoccupa un po' (ma neanche tanto) la strada che collega al Cavallino della Fobbia, che non viene sgomberata. Ed infatti, arrivati al bivio, 15/20 cm di neve la ricoprono, e mentalmente ci prepariamo ad una lunga camminata, già fatta l'anno scorso su questa strada.

Curioso come il nostro equipaggiamento sia praticamente da montagna, più che da ciclismo, se escludiamo il casco: scarponi, guanti da sci, ghette, abbigliamento da trekking, etc. partiamo, e con sorpresa (e gioia) si pedala! Bisogna sudare, e impegnarsi in un quasi snervante equilibrio, nel tentativo di mantenere dritta la traiettoria, ma pedaliamo la strada per il 90% credo. Eh si, è cominciata bene! Nel frattempo ha cominciato a nevicare, fine ma fitto.





Dal cavallino della Fobbia, dopo due chiacchiere con qualche escursionista curioso, pedaliamo agevolmente verso il 451, ora nevica più copisamente, e con vento orizzontale. La discesa, soprattutto il primo pezzo, è un verso spasso! Urla, voli, scivolate, risate! che spettacolo!





Il resto della discesa, a tratti impegnativo, via via prosegue con meno neve, finchè raggiungiamo il lago sotto una fine pioggerella. Dopo aver mangiato qualcosa, scopriamo che anche il telaio di Seby ha una crepa. Con quello che costano, e con quello che queste bici permettono di fare, dovrebbero essere più resistenti. Risaliamo verso Valledrane, e verso la neve, di nuovo! Si pedala tutto fino al forte. Ormai questo posto è abbinato alla neve! è diventato un classico.



Altra discesa divertentissima!



Sciacquate le bici nel Chiese, ritorniamo a idro sotto la pioggia, e tutti col sorriso!

Ne parlavamo in macchina sabato sera, con Cecco. "ogni stagione ha il suo lato positivo, basta coglierlo" Per cui, se è pur vero che la neve per noi è spesso d'impiccio, si può a volte approfittarne, e trarne un gran divertimento!

Tutte le foto le trovate QUI

domenica 21 novembre 2010

uscire con il maltempo

Oggi è una di quelle giornate che solitamente si trascorrono in casa.
Io, Elena e Vittorio (ma ufficiosamente anche Milzo e Seby) siamo andati sul Guglielmo (o quasi), con un tempo davvero tremendo;

mentre salivo pensavo all"uscita con la pioggia", tanto temuta.
Però oggi, seppur salivamo sotto una pioggia incessante, non sono mai stato tanto male, o avuto freddo, forse perchè cercavo il lato positivo della cosa, o forse perchè dopotutto è solo un po' di acqua, e se si è adeguatamente attrezzati, non è una tragedia.
Certo che abbiamo avuto la fortuna di stare davanti al camino per un po', ma ciò non toglie che l'abbiamo presa proprio tutta, e salivamo, per ben 2h e mezza sotto il diluvio. Dopo è arrivata la neve, e cambia davvero tutto.



Davvero un peccato che sia diventata quasi subito impedalabile, perchè pedalare sotto una nevicata che attecchisce penso sia una delle emozioni più belle (del biker medio AM, sempre quello della pioggerella amica, per intenderci).

Tralaltro affiora nei ricordi il 30/12/2007, quando salimmo fin su Tombea e Caplone sotto una fantastica nevicata.



oppure il giro di alcuni BdB al lago d'Idro + 451, nel 2009, sotto una nevicata da sogno, con super divertimento (io non c'ero, lavoravo...)

Direte voi: "troppo facile fare il figo solo perchè oggi l'hai presa". Vero, ma l'esperienza insegna!

A volte la previsione è malevola, la nuvoletta con la goccia ci scoraggia. Ma se si ha voglia, è meglio andare. Spesso le emozioni e i ricordi indelebili nascono da queste giornate "azzardate".

Alla prossima!

un bellissimo giro pre-invernale

Sono le 7, e mentre sto guidando vedo a nord il profilo di Pizzoccolo e Baldo incappucciati. forse non è così male la giornata! Ed infatti arrivati sul lago, oltre a 4°C in più, c'è un bel cielo nuvoloso e aria tersa, si sta bene!
Comer, Briano, pezzo esplo. All'inizio siamo un po' dubbiosi su cosa fare, ma l'intento è comunque quello di pedalare un po', così cominciamo a salire, lungo una salita molto varia tra rampe, sterrate e anche un po' di asfalto. solo ogni tanto qualche gocciolina di pioggia.

A Briano proviamo il pezzo esplo intorno a due dossi sopra la Valvestino. bello, stradelli con 30 cm di foglie e sassi, tutto pedalabile, davvero una bella variante. Brao Orma
Ci riportiamo sulla discesa del Comèr, viscida, ma divertente. Il vento ha fatto grandi danni nel bosco

Bei panorami sul lago



facciamo una visita all'Eremo di S. Valentino. L'attuale eremita, uno scontroso triumplino, ci promette tempo buono per il prossimo week end (per domani NO)



Concludiamo con la restante bella discesa



All'imbocco del sentiero 31 (giusto?) una grossa frana con qualche decina di alberi caduti (sono tanti) ci blocca il passaggio. Provo ad intrufolarmi tra rami e fango, finché mi trovo sopra a dei tronchi sospesi a 5mt, e sotto il torrente. meglio tornare indietro. Fortuna che le vie di Gigi sono infinite, e in un batter d'occhio siamo a Gargnano per una pizza e birretta, che qualcuno apprezza

martedì 16 novembre 2010

I Bikers di Brescia e l'Ultimo dell'anno



Anche quest'anno si è parlato un po' di dove trascorrere l'ultimo dell'anno. Dopo due bellissime esperienze al Chierego, si pensava di trovare un posto alternativo, senza giungere ad una conclusione.
Vero è che non ho trovato posti aperti che meglio si adattano a ciò che mi/ci piacerebbe fare: raggiungere possibilimente il rifugio in bicicletta.
Anche per quest'anno io penserei di passare l'Ultimo nell'accogliente rifugio.
Purtroppo questa volta Massimo (il simpaticissimo gestore) non sarà presente, ma mi ha assicurato che quasi sicuramente il rifugio sarà aperto!
Chi sarebbe interessato?

solita "logistica" degli altri anni, sperando in una bella giornata!

Massimo ci ha anche assicurato che "per i ciclisti niente caparra" eh eh

sabato 13 novembre 2010

La bici è una medicina

La bici aiuta a scaricare tensioni, è una ottima medicina per il corpo ma soprattutto per la mente.
Il video che segue ha vinto gli awards su Vimeo, è un video drammatico che racconta una storia vera, molto emozionante.

Last Minutes with ODEN from phos pictures on Vimeo.

lunedì 8 novembre 2010

Portland - lavori in corso per le bici

A piedi e in bici appena si può!
Per i brevi tragitti, perché non utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto?
Io lavoro vicino a casa e mi sposto sempre in bicicletta, ma quanti, pur dovendo percorrere pochi chilometri, utilizzano comunque l'automobile? O perché fa troppo freddo, o troppo caldo, o piove, o fa buio troppo presto. Ogni scusa è buona. La volontà comunque, evidentemente, manca. Le città sono sempre più intasate di automezzi, sempre più inquinate, chiassose, frenetiche, e la circolazione è sempre più lenta.
La soluzione? Costruire nuove strade, no? La tangenziale, il cavalcavia, il parcheggio sotterraneo...
Tutte infrastrutture per le auto, perché tutti si muovono in auto.

Là dove la gente usa la bicicletta per muoversi, ecco che le strade diventano ciclabili.
È nato prima l'uovo o la gallina?
È nata prima la bicicletta o la pista ciclabile?


Portland's Bike Boulevards Become Neighborhood Greenways from Streetfilms on Vimeo.

domenica 7 novembre 2010

Recensione POC - Index Flow

Di guanti se ne comprano in continuazione, di solito perché si rompono e diventano inutilizzabili...
Solitamente costano una 30ina di euro, per i modelli non proprio in cartone pressato, che "dovrebbero" assicurare un certo confort e resistenza all'usura. Invece no. Solitamente non solo si rovinano molto velocemente, si strappano, si scuciono, perdono pezzi, ma diventano anche visivamente molto brutti. Sarà il lavaggio a 40 gradi, ma il colore è la prima cosa che se ne va.

Preso da un attacco di acquisto illogico su internet, opto per spendere ben 55 euro per questo paio di guanti su ChainReactionCycles. POC è un brand svedese che però fabbrica tutto, ovviamente, in Cina. Perché quindi far pagare un paio di guanti 55 euro? Per il design? Per i materiali? Mah, non si sa. Vediamo un po' come son fatti...
L'index flow è un guanto da freeride, di costruzione robusta, con degli inserti protettivi e che offre comunque una certa ventilazione. Appena indossati, a fine Agosto, in effetti ho avuto la sensazione che scaldassero un po' di più rispetto a dei Troy Lee Designs, XC glove, guanti leggeri e quindi più arieggiati.
Sempre alla ricerca del particolare colorato, in qualsiasi oggetto d'abbigliamento e no, opto per la versione con dorso bianco/arancio e palmo nero. Il materiale usato per il palmo, una pelle, si rivela molto robusto, rimanendo tutto d'un pezzo anche dopo gli immancabili scivoloni per terra.
All'interno del guanto si trova una sorta di foderina che dovrebbe evitare una sgradevole sensazione di sudaticcio a contatto con la pelle. Sul dorso mignolo e anulare sono protetti da una vistosa pelle color arancione e da un piccolo guscio in plastica rigida sulle nocche; in corrispondenza di pollice, indice e medio invece si trova un tessuto traspirante di color bianco e un'altra protezione morbida. Quindi i materiali più protettivi si posizionano esternamente, là dove teoricamente è più necessario.
Ottime le sensazioni di grip del materiale usato per il palmo. A chi preferisce avere una areazione maggiore, consiglio di optare per il modello index AIR, che non dispone dei gusci protettivi tipici dei guanti da freeride, ma che in estate non scalda eccessivamente.
Testata la effettiva robustezza del prodotto, aspetto positivo considerando lo sport "estremo" che pratichiamo, c'è qualche aspetto che non mi ha del tutto soddisfatto.
Già dopo il primo lavaggio la pelle color arancione ha incominciato ha perdere il colore e ad irrigidirsi; forse un trattamento con qualche sorta di prodotto specifico per cuoio e pelli, renderebbe questa parte più confortevole. C'è da dire che dopo averli indossati, la pelle riprende quasi istantaneamente una forma gradevole. Probabilmente anche il tessuto nero che costituisce il palmo rilascia del colore in quanto la parte in tessuto bianco si sporca velocemente e assume una sgradevole colorazione grigia. Da evitare quindi la versione "da fighetti", optando per la più sobria colorazione nera.
La prova sul campo continuerà in primavera, in quanto i robusti POC sono tutt'ora funzionali, ma i rigori invernali ci obbligano a indossare guanti che proteggono maggiormente dal gelo.

Ecco alcune foto del prodotto:


giovedì 4 novembre 2010

Invidia pura

Ara che robe! Che tecnica! Un po' di video per farsi venire un po' di invidia...




29er-nose from amotion.at on Vimeo.

domenica 24 ottobre 2010

Cima Avez e nuovi sentieri 223 e 225

Sono 20 anni che ogni volta che passavo dall'ultimo tornate prima del rifugio Garda al Tremalzo,mi ripromettevo di andare a vedere dove finiva ste stradina,ora grazie alla tecnologia e a MilzoCartograficus ho visto,che ste stradina arrivava nei pressi di una cima sconosciuta,bene,anzi no,poi si deve tornare dalla stessa strada....che noia,invece su qualche altra cartina sembra ci sia un sentiero puntinato che proprio dalla cima scende verso il basso:bingo,approfondiamo.
Strano in rete su questo sentiero e questa cima non c'è niente,essendo nella zona più frequentata d'Italia è abbastanza preoccupante....mmmmh meglio non incasinarmi in qualche tratto tipo la valle della morte di MuraCasto.
Ma ogni volta che ho sottocchi la mappa del garda bresciano,lo sguardo finisce sempre li.....riapprofondiamo, ed ecco che per culo sulla rete trovo una descrizione del sentiero:
" si rimonta il prato imboccando in alto a destra il sentiero che si addentra nel bosco in direzione nord e
che, salendo con decisione, passa sotto alcune pareti rocciose uscendo infine sui prati intervallati da
boschetti nei pressi di una vasca per l’abbeverata. Da qui, puntando verso nord-ovest, si tocca in
breve malga Prà di Lavino.
Itinerario su sentiero poco marcato, soprattutto per chi scende da Prà di Lavino. Percorribile solo a
piedi
."
Come descrizione non è molto invitante,però il sentiero almeno esiste ancora,ora non resta che aspettare l'occasione giusta e.......presto arriva,il tutor dei Bdb mi chiede:dove andiamo sabato?Sopra i 1900 c'è neve,sotto i 600 fa troppo caldo,il presidente ha voglia di Garda,i crucchi se ne sono andati e i freerider hanno freddo,quindi si và a vedere questa montagna e questo sentiero.
Siamo in sei in una mattina fredda e nuvolosa,io Frog il Lonfo gfavier(età media 49) Giani e Dario(età media 24),saliamo dalla valle di san Michele fino al rifugio Garda,vedere solo le nostre bici fuori dal rifugio è abbastanza insolito,ma la fredda e nuvolosa giornata scoraggerebbe chiunque.Dopo dei mega piattoni di pastasciutta e due scodelle di minestra di verdura ci accingiamo a varcare le colonne d'ercole(il tornante) e ad inoltrarci verso l'ignoto.
Fa un freddo cane c'è un po di neve sulla stradina,usciamo dal bosco e si apre un panorama notevole verso il lago e il Caplone,peccato le nuvole,la stradina che sale in leggere pendenza è molto bella,sembra un pò quella che sale in Tombea,arriviamo in un pianoro e vediamo la cima Avez dall'altra parte coperta dalla nebbia,anche se siamo solo 100metri sotto la vetta e c'è un'invitante mulattiera che sale,decidiamo di rinunciare e ci prepariamo per la discesa,non essendoci sentieri e segni seguiamo alla lettera il gps, dopo un breve tratto freeyazz ci troviamo su un evidente sentiero che con qualche tornante al limite della pedalabilità ci porta in poco tempo alla malga Spiazzo,ritornati sulla stradina arriviamo a malga Lorina e scendiamo ad imboccare il sentiero delle tracce e dopo una breve risalita il sentiero 225.
Questo sentiero l'avevamo già fatto 2 anni fa,quindi lo conosciamo,non ci sono segnavia e non è facile da individuare,serve la traccia gps.Il fondo è abbastanza sporco,stretto e molto ripido,ma le peripezie per rimanere in sella mi divertono non poco,dopo qualche tornante,la traccia diventa più marcata e più facile,qualche passaggio esalta le doti di vertdario,qualche divertente siparietto(mitico Frog) interrompe la discesa e ci fa riprendere fiato.arriviamo a malga Negrini e su sterrata ritorniamo nel fondovalle e al parcheggio con il nostro Dario alle prese con l'ennesimo cambio rotto.

Conclusioni:probabilmente sulla cima Avez ci si arriva pedalando,mancava poco ma la nebbia sulla cima ci ha scoraggiato,comunque il tratto dal passo Dil è molto panoramico,dalla malga Prà di Lavino nei primi 200 metri lineari,c'erano due sentieri sulla mappa igm, noi siamo stati più alti,ma dall'abbeveratoio delle mucche è meglio scendere tenendo la dx(sentiero con segnavia cai non visti da noi).Comunque il sentiero 223 è percorribile in sella,un pò sporco,ma interessante.Nel complesso a chi piacciono i sentieri impegnativi ottima discesa dalla cima Avez 1900slm a malga Negrini750slm con altri 130 metri a favore per 2 brevi risalitine.

lunedì 11 ottobre 2010

Si, è VERO...

LE MOUNTAIN BIKES ROVINANO I SENTIERI!
Pubblico sul blog questo video terribile, che testimonia come, per creare il tracciato della gara MTB, Bike Extreme, l'organizzazione dell'evento sia intervenuta in maniera massiccia sull'ambiente, modificando quello che era un bel sentiero single track in una stradina...
Certi scempi non dovrebbero essere permessi. Di fronte a questi fatti, tutti i Bikers di Brescia e non solo dovrebbero unirsi e andare a protestare in massa contro l'organizzazione della gara che si terrà sabato 16 e domenica 17 Ottobre. Decidiamo il da farsi in questi giorni. Ragazzi, parliamone!



Con Gigi(Ricki) sull'appennino Modenese

Autunno (foto Dario88)
Splendida giornata in provincia di Modena ieri con 4BdB 2simpaticiBdC e 1BdM.
Modena la conoscevo solo perchè avevo visto un concerto dei PinkFloyd negli anni 80,per il Lambrusco e per l'aceto balsamico,in tema MtB cazzeggiando sulle mappe avevo notato un cima piuttosto alta(m.Cimone) ma dalle prime ricerche sul web la parola freeride,risalite meccanizzate,piste di discesa mi avevano spinto a lasciar perdere ed a guardare verso altri lidi.
Questa primavera cercando un giro in Romagna ho conosciuto via web Gigi,e gli ho promesso che entro la fine dell'anno sarei andato a trovarlo di persona,quindi in una bella giornata autunnale con GFavier,Dario88 e Seby13 eccoci a pedalare in posti a noi sconosciuti.
Che dire,giro splendido in posti assai belli,salite mai troppo ripide in boschi fantastici dai colori autunnali perfetti,sentieri bellissimi mai difficili in quota e in discesa,ottimi panorami sui monti toscoemiliani,crinali degradanti verso la pianura che nascondono intriganti sentieri.Insomma un bell'ambiente da perlustrare in bici e a piedi.
Il giro non lo stò a descrivere tanto lo conosciete meglio di me,ad un certo punto del giro programmato Gigi ci ha consigliato il lago Scaffaiolo con relativa lunghissima discesa verso Fanano,alla fine circa 47km per un 2millino di dislivello coperti senza particolare affanno da tutta la combriccola......bè,insomma,stanchi alla fine,ma appagati.
Sono molto contento di aver stretto la mano a Gigi una persona bella dentro e ottimo biker.Io solitamente sono di poche parole,mi piace ascoltare e ieri per il tratto in quota succhiandogli le ruote ero talmente attratto dai suoi racconti che non sentivo nemmeno la fatica.
La sera ci siamo fermati a gustare la cucina modenese e per la prima volta ho assaggiato le specialità tipiche della zona,peccato per il bicchiere di vino rimasto nella brocca,ma dovevo guidare.
Un grazie a tutti per la solita bella giornata nella natura....Corno alle Scale,Tauffi ecc ecc.....ci ritorneremo.

la foto di Dario

mercoledì 6 ottobre 2010

Rifugio Torsoleto

GFavier con la bici nuova

Ottimo giro anche oggi in posti che non avevo mai visitato,la salita è dura ma molto bella,è una mulattiera militare con pendenze abbordabili,il tratto in alto è un pò rovinato,in condizioni ottimali se ne pedala il 90%,purtroppo la nebbia e la neve l'han fatta da padrone,oltre i 2100 troppa neve sul sentiero,così ci siamo dovuti accontentare di arrivare al rifugio(meno male ero quasi morto di fatica)quelle poche volte che si è aperto un attimino, l'ambiente era spettacolare,quindi il prossimo anno è facile che ci si ritorni.
Bella anche la discesa,difficile fino alle malghe basse,poi traverso nel bosco con tratti a spinta ma carino e discesa nei prati sopra Paisco con picchiata finale su sterrata cementata.



Curiosando sui monti tra la val Paisco e la val d'Aprica, una volta raggiunto il passo Torsoleto si aprono diverse soluzioni molto molto interessanti

A) seguire a dx tutto il percorso della maratona del cielo(vedi sopra),fino al pz tri
B)seguire a dx il percorso della maratona del cielo fino al passo di Cadino e poi a sx n°134 fino a malga Torsolazzo e val Brandet
C)seguire a dx il percorso della maratona del cielo fino al passo Salina e a sx N°143 fino a malga Bondone e val Brandet
D) scendere in val Brandet n°129 passando per il lago di Piccolo
E)a sx al passo del Sellero e scendere n°122 in val di Campovecchio
F)a sx al passo del Sellero e scendere n°122 in val di Campovecchio fino a malga Culvegla poi a sx in salita fino a intersecare il sent 4 luglio,zappello dell'asino e SAntonio
G) sx al passo del Sellero e scendere n°164 fino a malga Sellero e rientrare in val Paisco

naturalmente sono soluzioni che prevedono un pernotto al rifugio o al bivacco

Mappa:
http://foto.mtb-forum.it/showphoto.php/photo/72710

FOTO

VIDEO

domenica 3 ottobre 2010

Five Ten Impact 2 Low



su consiglio di Perse, ho preso anche io le famosissime Five Ten (Impact Low), dopo sei mesi di utilizzo di Shimano MP90 (discrete).
Sono 2 mesi che le uso, e sono ancora in ottimo stato. Mi sento di consigliarle per un utilizzo "Bikers di Brescia", robuste, fantastiche sul pedale, molto buone per camminare, buone sotto la pioggia.
Ieri prima uscita sulla neve (Torsoleto). Qui si comincia a metterle in difficoltà, ovviamente, ma si sono comportate egregiamente. buona tenuta e l'acqua entrata solamente dal collo del piede. Anche Carlo1 le ha provate soddisfatto.

Forse con l'inverno utilizzerò ancora gli scarponi in qualche uscita, ma di sicuro ho trovato la scarpa per il cicloaplinismo.


Five Ten are "Perfect" to

Mountain Bike (every week-end)
Climb (Lazfons)
Trek (Val di Fumo)
Walk on Snow (Torsoleto)
Dismount 20mm Thru Axle with a Kick (every week-end)
Eat a €3,50 ice cream in Fornaci (often)

lista in aggiornamento

mercoledì 29 settembre 2010

Il video di domenica..

... by Lorenzo. Tante belle riprese che ci raccontano la dura giornata in MTB.
Si riescono a capire benissimo le difficoltà del giro, in salita e in discesa. Dario ad un certo punto a piedi con la ruota libera in frantumi, la pioggia ghiacciata sul Muffetto, l'erba scivolosa, i sentieri ostici ci hanno impegnato seriamente...
Bravo Lorenzo per le riprese!


sabato 25 settembre 2010

SSIT10


SSIT10 from 29pollici on Vimeo.


Non si può mancare al SSIT ed ogni anno vi partecipo con entusiasmo. Ecco il video filmato dallo staff di 29pollici. Le bici single speed sembrano bici Senza apparente Senso, ma regalano a tutti noi forti emozioni.
In qualche ripresa compaio pure io. Spettacolare l'incitamento di Gianni Biffi al mio passaggio in cima alla collinetta... arriverò incredibilmente terzo. L'allenamento con i BdB dà i suoi buoni frutti... ;-)

Barrette energetiche...

Qualcuno più preciso e attento del sottoscritto a certi aspetti del nostro sport, e più interessato all'argomento nutrizione, è abituato ad analizzare per bene gli ingredienti, i valori energetici, le proteine, i grassi... etc
Io invece non sono in grado di capire gli elenchi dei contenuti presenti sull'imballo, e molte volte vado a gusto, a consistenza. Quando ho addentato per la prima volta questa barretta MULE BAR, ho provato una piacevole sensazione. Innanzi tutto si tratta di una "barrotta", di ben 65g al gusto cioccolato che oltre ad essere gustosa, dà proprio l'idea di ricaricare. Infatti fornisce 233 Kcal! Che bomba! Insomma, gusto ed energia a volontà! Si trovano in rete in confezioni da 40 barrette; il costo non è contenuto, ma pienamente giustificato dalla qualità del prodotto.
Quando non si ha la possibilità di fermarsi presso qualche trattoria, ci si può ricaricare con queste MULE BAR!


sabato 18 settembre 2010

Sulle Orobie

Domenica i Bikers di Brescia gireranno sulle Orobie



Andremo al rifugio Cazzaniga e da qui al passo Baciamorti. Giro che proviene dalle inesauribili proposte di Orma (che non sarà presente), di sicuro sarà un bel girone.

mercoledì 15 settembre 2010

Ed il video è qui!

Il video del magnifico fine settimana sulle Alpi Sarentine. Un bel ricordo di questa ennesima avventura in compagnia di Mauro, Claudio e Dario...

La mountain bike per come la intendiamo noi... coca leh!


martedì 14 settembre 2010

Rifugio Croce di Lazfons

Ecco il racconto di Perse condito da qualche splendida foto di Dario.

....Ciao a tutti i BdB e forumendoli che ci seguono!
Sono di nuovo attaccato al computer dopo un ennesimo fine settimana trascorso in montagna. Quest'ultimo è stato un week end decisamente splendido.

Venendo alla due giorni a Lazfons: che bello vivere così!
Quando ero bambino, e frequentavo l'ambiente della montagna esclusivamente durante le vacanze estive, guardavo con interesse tutti quegli escursionisti, carichi all'inverosimile, che vivevano intensamente la montagna, in alta quota, camminando per ore, dormendo nei rifugi e nei bivacchi, portando con sé sacchi a pelo, tende, e attrezzatura varia.
Io giovane "escursionista della domenica" mi fermavo al rifugio molto di rado con la famiglia, mangiando esclusivamente al sacco. Figuriamoci se mi fermavo a dormire..
L'escursione iniziava la mattina e terminava la sera...

Ieri ho pensato alla fortuna che hanno certi bambini, ragazzi, di poter vivere certe belle esperienze con la famiglia fin dalla tenera età. Che vita meravigliosa li aspetta, penso, però certe cose magari a 12 anni non si apprezzano come a 30?
Anch'io sono stato fortunato, e ho iniziato una nuova vita, avvicinandomi alla montagna come mai avevo fatto. Occorrerà una predisposizione per apprezzare certe cose? Oppure tutte le persone hanno le carte in regola per commuoversi di fronte a certi scenari? Non so.
Di sicuro i miei compagni BdB sono tutte brave persone alle quali un brivido lungo la schiena di sicuro scorre davanti alla grandiosità che ci rende così puntiformi e microbici. Qualcosa si scuote dentro di noi. Dobbiamo ringraziare Dio per questo?
E così si ergono magnifiche Chiese, come la piccola cappella alla Croce di Lazfons, luogo del nostro ritiro "spirituale".

Qualcuno va in pellegrinaggio a piedi, qualcun altro in bici...
Qualcun altro va in single speed.
Il succo non cambia, o forse si? Forse quello in bici ha meno diritti di quello a piedi? O di quello in macchina?

Mauro, Dario, Frog, Perse.
Quattro BdB in viaggio sui monti tra la val Sarentino e la val d'Isarco,che hanno un'ottima visuale sul gruppo montuoso più famoso delle Alpi:le dolomiti.
Il primo giorno è stato molto "xc", ed abbiamo tutti apprezzato le belle sterrate che salivano mai troppo ripide tra le ampie distese erbose macchiate qua e là dai mughi.

Forse troppi fuoristrada, ma i malgari si spostano così.

Episodio divertente durante la salita. Un gruppo di ragazzi austriaci o tedeschi (non conoscevano una parola di italiano e neppure di inglese), vestiti con abiti caratteristici del luogo, e già parecchio su di giri per via dell'alcol, al nostro passaggio tirano su il pollice per chiederci un passaggio. Dario è il solito timido e non reagisce. Io scendo di sella e cedo la mia Surly rapportata 32x20 al ragazzotto con la paina in bocca, e lo invito a procedere con un "If you want, go!"
Il tipo non ci pensa più di tanto e tra l'ilarità generale, si avvia all'inseguimento di Dario. Parte a razzo e supera Dario, ma poco dopo tossendo ed ansimando, crolla piegato in due rischiando il collasso. Volevo proprio vederlo con la single speed.

Chissà cosa avrà pensato il poveretto. Bella scenetta comunque che ci ha divertito non poco.

Frog ha mantenuto sempre una andatura atta al mantenimento delle forze in previsione del secondo e più impegnativo giorno, e in questo modo anche noi abbiamo potuto godere al meglio della magnifica giornata.
Si perché finalmente le previsioni meteo che davano sole per il fine settimana, hanno previsto bene e così è stato: sole splendido, aria fresca e frizzante, cielo azzurro, vista che spaziava per chilometri e chilometri...

Alla Stöff Hütte sosta pranzo, spuntino.
Io e Frog optiamo per un bel piatto di Kaiserschmarrn, ed il mio pensiero è andato immediatamente al buon Seby, goloso di tutto, ma soprattutto di questa specialità.
Dario in modalità risparmio ON opta per una fetta di strüdel, mentre Mauro si lancia sugli gnocchi con formaggio fuso... roba leggera, quindi.
Al nostro tavolo arriva tutto, nessuna traccia invece degli gnocchi. Mauro domanda cortesemente e gli rispondono che il piatto è in fase di preparazione...
La preparazione risulta alquanto lunga per cui M degli Orma rinnova la domanda alla cameriera. All'interno della cucina si sente "gnocchi! gnocchi" e poco dopo esce un altro inserviente che, scusandosi, avvisa Mauro che il biglietto con la sua ordinazione è stato gettato nelle fiamme, e che per avere degli gnocchi i tempi di attesa sono epocali...
Mauro ripiega quindi su una fetta di torta al grano saraceno che gli viene recapitata istantaneamente.

Lo spuntino mi ha appesantito alquanto, e tra un rutto e un peto riprendo a salire. Anche Frog deve ammettere di aver ricevuto un bel colpo dal piatto di Kaiserschmarrn; i nostri stomaci sono al lavoro ma anche le nostre gambe sono impegnate non poco. Manca poco e questo ci rinfranca. La salita si fa più tecnica e sassosa e da ampia sterrata diviene sentiero. Ecco là il nostro rifugio.

Il luogo è incantevole. Poco dopo, raggiungiamo la nostra meta odierna e abbiamo la possibilità di rinfrescarci, cambiarci e rilassarci un po' ammirando lo splendore che ci circonda.

Mauro e Dario si rivelano dei grandi esperti di montagna e riconoscono tutti i monti davanti a noi. Soprattutto Mauro. Che bravi. Io a malapena azzecco i nomi del Sasso Piatto e Sasso Lungo. Che scarso.

Si cena alle 18. Che spettacolo, quasi come faceva la mia cara nonnina.
I piatti sono semplici ma ottimi. Siamo sazi: sarà per l'orario oppure per la quantità di cibo? La temperatura esterna è calata bruscamente. Rimaniamo all'esterno giusto il tempo per ammirare il tramonto colorare le montagne e poi ci rifugiamo al caldo, seduti a sfogliare libri di montagna e a chiacchierare.

È presto, ma abbiamo comunque voglia di coricarci e riposare. I giochi in scatola sono in tedesco e sembrano divertire i nostri vicini di tavolo. Poco dopo raggiungiamo i letti e con piacere ci distendiamo. Dario teme i grassi rumori notturni di tre grossi escursionisti tedeschi, sottovalutando le doti del buon vecchio Mauro.

A dire il vero sarà proprio Dario ad iniziare il concertino: un soffio sbuffante indice che il giovane "biker alpinist" l'è strac!
Il sonno ci ha presi velocemente tra le sue braccia e nei pochi momenti della notte in cui mi svegliavo, sentivo una sola voce echeggiare nella camerata. Un timbro inconfondibile.

Quando la luce ha iniziato a filtrare dalla finestra la durata dei nostri sonni ha incominciato ad accorciarsi. Poi fumi di cipolla dorata soffritta nell'olio hanno pervaso l'ambiente e alle 7 eravamo già a tavola per la colazione, mentre in cucina tutti erano indaffarati con le pentole nei preparativi per il pranzo.

Dario scatta qualche foto dell'alba.

Come da pronostico, dopo la giornata XC, era la volta del giro AM.
Subito scalata con cordino metallico e bici in spalla.

La fatica, non pienamente compresa dagli escursionisti a piedi, è stata ripagata da un magnifico panorama in cima

e da una discesa frizzantina, vert che ci ha impegnati e divertiti.

In seguito, dopo il riscaldamento, abbiamo seguito un bel sentiero in costa, con tratti ciclabili, ma anche parecchi tratti a piedi, che ci ha portato ad una selletta, prossima meta di un futuro giro by Dario Gnali.

Le innumerevoli rocce lungo il sentiero, disposte in maniera irregolare ci impedivano il più delle volte di rimanere in sella, ma per noi questo non era un problema in quanto attorno a noi avevamo un posto paradisiaco e la giornata è sempre stata soleggiata e fresca.

La meta della giornata era la cima del Königsanger (giusto?) e poi il Rifugio Rodella.
Si, un altro rifugio che non vedevamo l'ora di raggiungere per sfamarci. Dopo aver portato la bici a spalla per qualche centinaio di metri di dislivello, e non poca fatica, una bella pausa ristoratrice era quello che meritavamo.
Anche Dario in modalità risparmio OFF decide di sfamarsi per bene e fa la cosa giusta! Il Rifugio offre tante prelibatezze e dopo un buon primo in brodo, ci gustiamo una bella porzione di uova, formaggio, speck e patate al forno. Meraviglia! Mauro invece, dimenticati gli gnocchi, si lancia su un tagliere di affettati e specialità tipiche. Il dolce non può mancare e la grappa finale ci viene offerta dal gentilissimo gestore.

Subito dopo abbiamo iniziato una discesa mozzafiato, sempre percorsa con molta attenzione e rispetto per i pedoni. Mai troppo tecnica, molto divertente.

A tratti fluida, a tratti sassosa. Qualche brivido in più l'ho provato io in sella alla rigida nel superare qualche gradone..
Frog è rimasto così entusiasta della discesa che al termine del sentiero ha insistito perché andassimo in centro a Chiusa passando per una antica scalinata. Uno show di gradini irregolari nella roccia. Grande Frog!

Che favola dunque! Che grande avventura. Quando la mountain bike si evolve (sta a voi decidere se in meglio o in peggio) sconfinando nell'alpinismo. La mountain bike sui sentieri delle Alpi, per arrivare là dove mai nessuno ha osato prima. Tieh! Coca lé!

e qui tutte le altre foto di Dario

NB Per fare un giro ad anello sul Kassian spitze, siamo saliti bici in spalla lungo un sentiero molto ripido ed esposto con funi metalliche,che sconsiglio ai più.Inoltre probabilmente si può raggiungere il Königsanger per un sentiero più basso e forse più pedalabile.

giovedì 9 settembre 2010

Croce di Lazfons - Rodella

Mauro - orMa aveva in mente questo giro da tempo, e finalmente andremo a farlo questo fine settimana pernottando presso il Rifugio Croce di Lazfons. Dolomiti quindi, e su queste montagne ci aspettano emozioni a non finire...
Sono proprio entusiasta dell'iniziativa.

L'escursione prevede 2000mt di dislivello il primo giorno, ma a detta di Mauro, si tratta di percorsi tecnicamente non impegnativi...
Si tribolerà magari di più il secondo giorno, quando dovremo portare la bici a spalla per qualche tratto. Chi verrà, vedrà!

La cartina preparata da Mauro:

Il sito del Rifugio Lazfons dove abbiamo prenotato.

Qui sotto una foto di Mauro che qualche settimana fa ha esplorato la zona con la famiglia.

martedì 7 settembre 2010

Il video al Lago Casinei

Splendide zone quelle della Val Daone e dintorni. Eravamo già stati al lago Casinei, affrontando la salita con la bici in spalla per via del sentiero decisamente impedalabile. Questa volta il giro è stato percorso al contrario, e in questo modo siamo riusciti a pedalare tutta la salita. Bellissima la prima parte della discesa. Poi qualche tratto a piedi, ma nel complesso il giro è ottimo. Giornata nuvolosa con qualche sprazzo di sole. L'autunno è alle porte? Poco importa, i BdB proseguono con i loro splendidi giri...

domenica 5 settembre 2010

Lago Casinei:il ritorno

foto Perse

Bel posto,lago splendido,ci eravamo saliti 2 anni orsono io Milzo,Perse e gli orma,forse nell'ultimo giro insieme,saliti ma dalla parte sbagliata,spallammo quasi 2 ore,stavolta invece siamo saliti dalla parte pedalabile.
Siamo in undici alla partenza,rimproverato per la tarda ora,quando pensavo di fare un piacere a quelli che venivano da più lontano.
Qualche faccia nuova Jag e Claudio e qualche ritorno LucaVT più i soliti noti,Dario-Perse-Seby-Favier-Giani-Carlo1-Wilmer.
Partiamo in ritardo e subito Seby in discesa fa un cappotto pauroso sull'asfalto dovuto al bloccaggio del freno anteriore,fortunatamente il tutto si risolve con qualche fastidiosa botta,ma con il dolore che lo accompagnerà per tutta la giornata.
Decido per la salita più soft passando per Boniprati,località famosa tra i cercatori di Porcini,tanto asfalto ma senza auto,chiacchierando si arriva a malga Table dove inizia lo sterrato,la giornata nuvolosa non ci permette di gustare gli ottimi panorami sull'alta valsabbia o val giudicarie per i Trentini.
Sterriamo con qualche su e giù mai ripidi fino all'ultima malga(Clef),qui inizia un tratturo militare piuttosto ripido che ci porta in poco tempo alla sella di Bondolo(o Bedollo) immersi nella nebbia,ora inizia il sentiero militare che con abbordabili pendenze ci porta fino al passo di Remà punto più alto del nostro giro 2280slm,la nebbia si dirada un pochino e ci permette di intravedere qualche scorcio della magnifica Valle Aperta che culmina proprio sotto il monte Bruffione,pensavo di spallare per 20/30 minuti invece l'ottimo fondo mi permette di salire sempre in sella.
Pranzo al sacco e foto di rito e poi giù per il ripidissimo sentiero verso il lago 200metri più in basso,oltre alla bellezza del lago mi colpisce il silenzio che regna come se tutto d'un tratto il mondo si fosse fermato.Purtroppo il tratto seguente della discesa ci obbliga a diversi su e giù dalla bici,ma non m'importa più di tanto,giungiamo alla sella di Nova e ci catapultiamo giù fino all'omonima malga,sterrata fino alla località Manon e su vecchia ciottolata arriviamo a Limes punto finale della discesa.
Arrivati sull'alfalto un'altra rovinosa caduta,questa volta a farne le spese è Jag alla prima uscita con noi, che si procura diverse escoriazioni facciali,per fortuna è un tipo di tempra molto dura e si rimette in sesto giusto in tempo per offrirci una birrozza in paese.

giro di 42 km per 1750 disliv,salita molto bella dallo sterrato in poi,discesa divertente nel primo tratto,scassa balle nel tratto centrale(ma come diceva Jag"ha un suo perchè") e veloce nel tratto finale fino alla malga,nel complesso diciamo discreta.

compagnia come sempre gioiosa e peccato per le brutte cadute.....ma fanno parte del gioco.


grazie a tutti e alla prossima

venerdì 3 settembre 2010

Val Daone - Lago Casinei

Domani è previsto un bel giro in Val Daone. Splendide zone che Milzo, Perse e gli Orma hanno già percorso in una occasione. Come da contratto BdB, una parte dell'escursione sarà a piedi con la bici in spalla.
Mauro su MTB-Forum

Orlando al lago Casinei

mercoledì 1 settembre 2010

Video Online - Week end in Val Camonica

Ecco online il video dello scorso week end.
Con i profughi Dario e Perse in partenza... e la splendida escursione di domenica in Val Paghera.
Grazie ancora a Mauro per lo spunto che ci ha dato...


lunedì 30 agosto 2010

Week end in Val Camonica



Dopo un'estate trascorsa in sella alla mia mtb, con i magnifici giri del Monte Bianco e Ventimiglia-Monviso, una volta a casa, ritornato al lavoro, ho pensato:
"ora non mi resta che fare affidamento sui week end"

Si, al lavoro, oppure a casa a far nulla, lo stress è elevato per una persona come me, che ha bisogno di muoversi e fare sport, e poi provate a pensare a come si dovrebbe sentire un amante della montagna, nella pianura padana più bassa, piatta, puzzolente...

Fatto sta che il il venerdì sera si prepara lo zaino, si carica la bici in macchina pronti per un week end d'avventura.

Sabato mattina sono di buon ora da Dario, in un baleno siamo in val Camonica, e un po' dell'afa presente nella bassa se n'è già andata. A Breno posteggiamo il Caddy nel nostro solito posto. Tira aria di vacanza. :celopiùg:
Prima andiamo a fare colazione al bar, poi entriamo nel supermercato. E subito visione! Un favoloso dispencer per fare self service di una gran varietà di prodotti da forno. Muffins ai mirtilli, al cioccolato, ciambelle, croissants, pani di ogni genere, con le noci, con le olive, pizzette, pizzotte, focacce...
Riempiamo qualche sacchetto. Dobbiamo fare scorte di viveri visto che è nostra intenzione allontanarci dal centro abitato e accamparci in un bel prato isolato.

Poco dopo, caricati gli zaini con i viveri, e le bici con materassini e tende, partiamo alla volta di Bienno. La salita è dolce, e noi sembriamo dei turisti in bicicletta, tanto da attirare l'attenzione dei passanti. Il cicloturismo è uno dei nostri sogni in effetti.

Stiamo andando abbastanza alla cieca, ma va bene così! Si respira una piacevole aria di avventura. È bastato appendere due sacchette alla bici per farci vivere nuove emozioni.

Bienno è un bellissimo borgo e decidiamo di attraversarne il centro. La strada sale più ripida e dobbiamo scegliere il 22 per non stramazzare al suolo agonizzanti.
Presso un'antica fontana facciamo scorta di acqua, lo zaino diventa ancora più pesante. In paese si respira aria di festa per via della Mostra Mercato, ed i nostri pensieri vanno immediatamente alla moltitudine di belle ragazze che pullulerà le vie del borgo in queste serate d'estate. Grosse lacrime per un attimo ci gonfiano le palpebre e la nostra vista di annebbia. Poi scoppiamo a ridere e riprendiamo a salire...

Sentiero numero 80, segno CAI e tricolore. "Da qualche "banda" porterà questa mulattiera, 'nom!"
Da quel momento in poi il 22x34 sarà il nostro fidato amico, in questa giornata in single speed.

Ad ogni metro percorso il nostro sguardo perlustra l'area circostante con attenzione alla ricerca di un fazzoletto di verde prato dove posare le nostre tende. Macché, per il momento ancora nulla. Siamo costretti quindi a salire ancora anche perché ai margini della strada si trovano solamente proprietà recintate.
Ce ne sbattiamo altamente delle recinzioni non appena ci accorgiamo di un fazzoletto di prato che fa al caso nostro. "a chi vuoi che importi se mettiamo le tende lì, al margine del bosco, belli appartati" concordiamo io e Dario.

Ci troviamo in una bella posizione, su un verde pascolo, in una zona molto panoramica. Vediamo Borno, il Rifugio San Fermo, Il Pizzo Camino, La Concarena.
Laggiù, pensiamo, c'è Uilmer che passeggia allegramente con Cristina. Che tenero!

Rapidamente ultimiamo il nostro accampamento. La giornata è splendida, siamo a circa 800 mt di quota, l'aria è fresca, nel cielo azzurro brilla un bel sole caldo. Ci concediamo qualche minuto di pausa prima di riprendere a pedalare. Destinazione? Boh!

Continuiamo a salire sulla solita ripidissima mulattiera. Sicuramente in qualche punto si potrà congiungere con la strada che porta al Passo Crocedomini, ma non ce la sentiamo proprio di proporla come alternativa alla classica asfaltata. È decisamente troppo dura.

Al primo bivio, presso un ponte metallico che assomiglia a quello di Brooklyn, teniamo la strada che sale a sinistra, sempre ripidissima, poi al seguente crocevia prendiamo a destra.
Il segno cai si è perso, e le uniche indicazioni che troviamo sono relative ad una Colonia e presumibilmente ai nomi di alcune malghe. Il paesaggio una volta fuori dal bosco è incantevole e man mano che saliamo riusciamo ad individuare le montagne davanti a noi.

Presso un torrente, accaldato, ho la pensata di fare il consueto bagno. Mi spoglio, entro in acqua e mi accorgo presto che sulle rocce c'è uno strato piuttosto viscido di alghe. Sto attento a non cadere, ma nello stesso tempo sono incuriosito dalle grosse lastre di pietra su cui l'acqua scorre. Nella mia mente malata cresce la voglia di provare lo scivolo. Dario mi esorta a non fare sciocchezze. Io mi avvicino alla sommità di una lunga pietra inclinata e appoggio una chiappa nell'acqua, con l'altra mi tengo fisso. Ma questo stato di equilibrio ben presto va a farsi benedire e prendo il via a velocità fotonica. Penso subito a quello che mi aspetterà una volta che arriverò nella piccola vasca sottostante. Porto le mani avanti e splush... mi è andata bene. Divertito e rinfrescato mi rivesto.

Riprendiamo a salire. Nel frattempo il cielo si è decisamente rannuvolato e alle nostre spalle, sul Pizzo Camino sta sicuramente scendendo un forte temporale...
Grossi cumuli in formazione ci ricordano montagne di soffice panna montata...
Quel grigio là invece non ci piace affatto.

Al dosso dei galli (ecco dove siamo finiti) incomincia a piovere e non abbiamo tempo per cercare una discesa interessante per ritornare alle tende. Quindi optiamo per scendere al Crocedomini, ripararci un po' ed esaminare la cartina appesa all'interno del rifugio...

Lungo la strada incrociamo una bella ragazza in mountain bike, che sta procedendo in salita sotto la pioggia. Le gambe abbronzate sono lucide e lisce come la seta. Grosse lacrime si confondono con le gocce di pioggia sul nostro viso...

Al Crocedomini individuiamo, oltre alle fette di torta, un sentiero che potremmo fare in discesa. Parte dal Bazena. La ricerca dell'imbocco del sentiero è però vana e ci tocca scendere fino a Campolaro su asfalto. Da questa piccola località raggiungiamo Malga Cogolo per poi riprendere la mulattiera fatta in salita e ritornare così alle tende. Le nuvole e la pioggia se ne stanno andando grazie al forte vento che asciugherà i nostri vestiti. Un pasto frugale a base di pane e formaggio, una passeggiata serale a piedi e poi ci infiliamo nei sacchi a pelo...

... ma fuori dalle tende.
Fa decisamente fresco e non so quanto resisteremo, ma la voglia di stare a guardare per un po' il cielo stellato è troppo forte. A tratti dormendo, a tratti ammirando la volta celeste, tiriamo fino a mezzanotte. La luna si è affacciata fuori dai monti ed illumina a giorno l'ambiente. Magnifico!
Ora però ho decisamente freschino e decido di ritirarmi in tenda per proseguire a dormire. Anche Dario la pensa come me. Alle 6:30 circa ci alzeremo e decideremo se scendere con le tende o partire direttamente da qua per il giro domenicale...


Un brevissimo consulto dopo colazione e optiamo per ritornare a valle e partire con gli altri BdB da Breno.
In un batter d'occhio siamo giù, riponiamo in macchina sacchi a pelo, tende, materassini e vista l'ora ci concediamo un latte macchiato ed un croissant.

Provo a telefonare al Milzo, ma una suadente voce mi risponderà dicendomi "Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile". Ostiz
Beh, poco male, intanto per il Crocedomini devono passarci davanti...
Non vedendo nessuno provo con Favier. Risponde Seby.
Ci incontriamo all'imbocco della salita, ok. Facile.

Non vediamo nessuno. Riecco Favier che mi chiama. È effettivamente Favier. Hanno preso la strada che invece di salire da Bienno, passa per Astrio. Ci incontreremo ai primi tornanti.
Diversi motociclisti sfrecciano sulla stretta strada del Crocedomini. Ad un certo punto vediamo davanti a noi il triangolo di emergenza, è accaduto qualcosa. Un motociclista è a terra, cosciente.
Poco dopo arriverà l'elisoccorso per trasportarlo all'ospedale.

Poco dopo noi opteremo per lo spuntino di mezza mattina.
Una scorpacciata di pizza fatta in casa, con Seby che acquista UNO di TUTTO tra pizza, frittelle e dolce con uvetta.

Ricaricati riprendiamo la salita e giungiamo velocemente al Bazena. Da qui prendiamo per il Lago della Vacca. Riusciamo a percorrere tutto il sentiero in sella, per merito nostro e grazie al fatto che il sentiero è stato sistemato dall'ultima volta.

Ad un certo punto, prima di raggiungere il lago, deviamo per il sentiero 38 che dopo 15 minuti bici a spalla ci porta nella Val Braone. Una valle poco frequentata, e per questo ancora più incantevole. Splendida davvero, mancava solo la presenza di qualche animale selvatico, ma a quanto pare l'uomo si è mangiato tutti i camosci della zona...
Dal passo abbiamo iniziato una delle più lunghe discese mai fatte.
Sempre molto tecnica, ha divertito soprattutto il sottoscritto, Seby e Dario. Qualcun altro ha faticato un po' di più, ma la soddisfazione per tutti è stata comunque enorme. Soprattutto per il fatto di trovarsi in un così bel posto di montagna a percorrere un sentiero che molto probabilmente (quasi certamente) nessuno ha mai osato percorrere in bicicletta.

La perdita di quota è stata molto graduale; quasi nulla nella parte iniziale, e con grande eccitazione continuavamo a percorrere il bellissimo sentiero, transitando per i Rifugi Gheza e Prandini.
Al tecnico quasi "vert" siamo passati al tecnico "normal" e per finire, nel bosco, al flow.
Una grande giornata, un giro epico. Grazie a Mauro Orma per lo spunto e a Milzo per la guida on-track.

Non solo grande divertimento in sella alle nostre bicione da downhill (ormai è la definizione per eccellenza per le biciclette ammortizzate), ma tante, tantissime risate tra di noi per le più svariate e stupide ragioni...

Un fine settimana quindi ricchissimo che mi ha entusiasmato e rigenerato profondamente
Grazie quindi di cuore a Dario e a tutti gli Amici BdB per questa ennesima e splendida avventura vissuta insieme...

report: Da Ventimiglia al Monviso

Tutto è cominciato nel marzo 2009. In piena organizzazione del giro dolomitico 2009, da Brunico a Rovereto, leggo questa discussione del diretur Marco, e ne rimango affascinato: Che posti! Che foto! Sono il primo a rispondere, con un normalissimo "sarebbe fantastico poterlo fare..."

Ad ottobre 2009 poi la butto li a Wilmer (wrangler66): "l'anno prossimo andiamo?"

Non ci mettiamo molto a decidere, subito si cercano cartine, si disegnano tracce, si prenotano posti tappa e si trovano adesioni.
Wilmer crea pure qualche variante rispetto al giro iniziale, e un giorno in più, 8 in totale.

Questo e il Tour du Mont Blanc sono i gironi estivi programmati dai Bikers di Brescia

Dario, Wilmer (wrangler66), Claudio (Perse), Sebastian (Seby13), Moreno (Gilbomorris, che poi dovrà dare forfait per una brutta caduta al tour del monte Bianco).
Si aggiungono poi anche Mauro (orma) e Gianfranco (gfavier) per la seconda metà del giro.

TRASFERIMENTO
Decidiamo di spostarci in auto fino a Saluzzo, e da li prendere il treno fino a Ventimiglia.
E' sabato 14 agosto, tempo pessimo, pioggia battente.
Non è molto confortante, ma l'umore è alto, come sempre. Il viaggio dura un bel po', circa 3 ore (con 3 cambi e i canonici 15 min di ritardo).
"Se il giro si concretizzerebbe, fosse meglio! dice Perse galvanizzato da qualche strafalcione giovanile.
Giungiamo a Ventimiglia alle 21, e dopo una gustosa pizza con pesto patate e fagiolini
(al dopolavoro ferroviario, consigliato), andiamo in spiaggia.
Scorgiamo subito una grandiosa stella cadente, che subito facciamo nostra...
Si, una stella: il cielo è sereno, stasera... E domani si parte!

PRIMO GIORNO - VENTIMIGLIA-RIF. ALLAVENA
Ci svegliamo di buon'ora: è una splendida giornata di sole. Brioche, focaccia per il pranzo, pieno di acqua.
Cerchiamo di incastrare tutto nello zaino: è pesante, ma siamo ormai riusciti a contenerlo in 8,5/9 kg acqua compresa,
peso direi accettabile (nota di merito a Perse che aveva un paio di chili in più per l'attrezzatura video).
Ritorniamo in riva al mare per la foto, siamo raggianti con le nuove maglie BdB!

Con calma partiamo in direzione della Via Alpina (o Via del Sale), salendo da Camporosso.
Subito una bella stradina (inizialmente ripida) ci fa salire di quota. sotto l'asfalto rovinato si intravedono i ciottoli
dell'antica via! Ben presto la strada diventa sterrata, con tratti dal fondo impegnativo, seppur la pendenza rimanga godibilissima, penso meno del 5%.
Avanziamo chiacchierando senza incontrare anima viva (2 fuoristrada soltanto). Il mare si vede ancora, ma l'ambiente è sempre più montano.
Mai avevo abbinato mare e montagna (al massimo il lago di Garda).
La prima tappa che dentro di me avevo pensato come un lungo trasferimento, si rivela invece densa di emozioni.
Goùta, Passo Muratone, sempre più in alto, dolcemente. Dopo la focaccia, ci aspetta la salita finale, il sentiero militare intorno ai monti Toraggio e Pietravecchia.
Qualche brevissimo pezzo a piedi, ma il sentiero si lascia pedalare (a fatica). L'ambiente è cambiato, sembra di essere sui monti a noi più noti della bassa val d'Adige.
Seppur qualche nube bassa per un po' ci ha annullato la vista, il tempo rimane discreto.
Percorriamo questo sentiero molto gasati, è bellissimo! Notare che il percorso è segnato come alta via di cresta VTT,
nonostante sia stretto e oggettivamente impegnativo (qualche tratto col cordino, pure).

Bello passare dal mare a monti rocciosi da 2000 mt, siamo già entrati nel vivo!

Perse ha sùbito molti problemi con la marzocchi 44 29er nuova, davvero peccato che non facciano forcelle idonee ad un uso 360° (non i backflip...)
Arriviamo alle 17:30 al rifugio Allavena (1540 mslm) dopo una giornata molto intensa.
Divoriamo la cena, e dopo qualche chiacchiera col simpatico gestore (non molto confortante sui giorni a venire, peraltro)
e un genepy che ustiona il mio stomaco (non quello di Seby, a quanto pare) ci fiondiamo nel letto.

SECONDO GIORNO - RIF.ALLAVENA-LIMONETTO
Altra giornata di sole, limpida con cielo azzurro e qualche velatura. Tira vento da nord, clima che ci accompagnerà per ancora qualche giorno.
Ho le labbra screpolate che fanno male, ma so che è il tempo migliore per andare in montagna.
Dopo una colazione che "avrei mangiato ancora qualcosa..." cominciamo la salita.
Il mare si vede ancora in lontananza, e oggi ci aspetta una lunga traversata a quote comprese tra 1600 e 2300 mt,
tutta su strada sterrata dalla dolce pendenza!
60 km così, sembrano infiniti! veramente bellissimo.

Le protezioni per oggi se ne staranno ancora attaccate allo zaino, l'adrenalina della discesa può aspettare.
pedalare quassù è un vero spettacolo!
Dal rifugio Don Barbera il fondo si fa più impegnativo, ma l'ambienta ancora più selvaggio! che Strade!

Un grosso rapace (presumibilmente un' aquila) ci anticipa ciò che vedremo nei giorni seguenti...
permettetemi una riflessione: se nel vicino trentino siamo fuorilegge anche con le biciclette, su quei monti è l'esatto opposto:
Moto, Motorette, Quad, Fuoristrada, Dune Buggy (che fighi!) percorrono liberamente
queste sterrate magnifiche a 2300 mt. A memoria non ricordo di aver visto qualcuno a piedi... Probabilmente è troppo difficile scegliere la mezza misura.

Dopo l'ennesimo scollinamento vediamo il Col di Tenda con il gigantesco forte, le piste da sci di Limone, gli impianti di risalita e (quindi) la massa di gente.
siamo quasi arrivati a destinazione. Scegliamo di scendere senza troppo entusiasmo lungo il sentiero del recente bike park di Limone,
che in breve tempo ci porta all'Hotel Edelweiss, nostra meta di giornata.
Qui siamo accolti calorosamente, accomodati benissimo e la cena è abbondante, proprio quel che ci vuole!
Siamo molto soddisfatti, il giro si sta rivelando molto molto affascinante, e le strade percorse fin'ora sono da antologia della mountain bike.

TERZO GIORNO - COLLE DEL SABBIONE-RIF.GENOVA
Anche stamattina sole! Il tempo ci sta graziando, era la nostra preoccupazione più grande!
Che fame! più si mangia e più si ha fame! Super colazione! Sembriamo delle cavallette!
Oggi sappiamo che è lunga, ma che problemi ci sono!?. Siamo qui, in gran forma, pieni di calorie e stiamo facendo quello che amiamo fare! C'è solo da essere contenti!
La salita a Col di Tenda è una passeggiata di riscaldamento.
Salendo si scorge tutto l'arco alpino piemontese, compreso il Monviso (penso).
Quella è la nostra meta, sembra così vicina, eppure....

Passando da forti e malghe imbocchiamo il sentiero che conduce al Col du Sabion. una vera goduria percorrerlo, praticamente tutto pedalabile, fino a 2300mt e rotti.
Ovunque bunker e fortini, sono affascinato da questi richiami storici.
una nota: solo più tardi siamo venuti a sapere che il suddetto sentiero (nel tratto che passa nel parco di Mercantour) è vietato alle bici. Addirittura
ci parlano di sequestro bici (!!!).

Il lago della Vacca è magnifico, dall'inconfodibile forma da cui ne deriva il nome.
Pausa mangereccia e poi ci dirigiamo verso il Col del vei del Bouc.
Ora ci aspettano dei bei tratti bici in spalla ma...è un posto bellissimo!!

Tanti, tanti camosci, forse uno stambecco, marmotte! siamo estasiati dalla natura che ci circonda.
Mentre ammiriamo questo spettacolo siamo tutti emozionati, parliamo a bassa voce tra di noi. mai vorremmo disturbare...

Ci dilunghiamo parecchio tra fotografie e riprese, ma la giornata lo permette. sono le 15 e ancora non c'è una nuvola in cielo!
Dal col del Vei del Bouc il paesaggio è assolutamente fantastico, così come il sentiero che ci attende, prima vera discesa del tour.
A tratti un po' rovinato dalle slavine, ma più o meno percorribile tutto in sella. e Fantastico!

Quando siamo all'imbocco della valle della rovina sono già passate le 17,
mancano ancora 1000 mt disl (non mi interessa), e adesso si deve pedalare con un po' di premura.
Ci attende la salita al rifugio Genova-Figari; il gestore del rifugio Allavena ci aveva un po'preoccupato.
Invece qualche pezzo a piedi, qualche frana, ma la vecchia strada Enel (ora sentiero) si lascia pedalare quasi tutta. bene!
Troviamo camosci che ci girolano intorno, Siamo proprio un bel gruppo, sono 12 ore che giriamo per i monti;
siamo stanchi si, ma anche arrivare al rifugio al crepuscolo è una grande emozione!

Perse si chiede: "ma dove cacchio andiamo domani??" in effetti siamo circondati da vette da 3000 mt
(quasi 3300 l'Argentera, vetta più alta delle alpi marittime),
e "domani ci aspetta una lunga camminata", ci redarguisce bonario Wilmer.
Il rifugo Genova è accogliente. Mangiamo, guardiamo le stelle, il genepy mi stronca (seby fa il bis ) e poi a nanna.
Sono contento, siamo contenti di questa esperienza!

QUARTO GIORNO - CHIAPOUS-RIF. QUESTA
La sveglia di Seby suona a 6:45, ma siamo già svegli. il panorama nella conca del Chiatos è magnifico!

(NB: andatevi a leggere come funziona il bacino del Chiatos, centrale elettrica che consuma
corrente invece di crearne, ma è vantaggiosa economicamente....)

Pochi attimi di pedalata intorno al lago e sulla diga, poi il sentiero ben presto diventa impedalabile.
siamo a 1980mt, e dobbiamo arrivare a 2500 e rotti.
In pratica tutti a piedi: Il colle del Chiapous! (con la ù chiusissima!).
la seppur faticosa salita viene allietata da continue battute e sproloqui che fanno mancare il fiato dalle risate (già ce n'è poco...)

Arrivati allo scollinamento, comincia il difficile! la discesa verso il rif. Morelli è molto impegnativa,
al limite delle nostre capacità tecniche, che per fortuna sono buone, tanto da farci divertire.
5 minuti a piedi all'inizio, poi si va: Pietre e pietroni uno dopo l'altro, nose press e numeri,
e si cerca di galleggiare sui massi fino al Morelli. Incontriamo gente molto
incuriosita e cordiale con cui scambiamo volentieri due parole.
In Piemonte nelle regole del CAI è ammesso il Cicloalpinisimo, ben contraddistinto dalla pratica di Freeride o Downhill.
Noi facciamo cicloalpinismo, andiamo in bicicletta per i monti.

Al rifugio Morelli conosciamo i simpatici e giovani gestori-alpinisti del rifugio che ci mostrano 2 loro amici intenti a scalare la parete est dell'Argentera, 600 mt verticali. che bravi!
la discesa seguente verso le terme di Valdieri è un vero spettacolo, una libidine! Siamo al settimo cielo!
Dopo un lauto pranzo, ci aspetta la salita finale di giornata al rifugio Questa.
Ricordo le foto della strada di caccia viste su internet, e non vedo l'ora di percorrerla.
Fino alla piana del Valasco è una tranquilla sterrata che sale regolare, anche se con un fondo capriccioso.
Dopo si inasprisce come difficoltà, ma acquista fascino. Stiamo salendo verso i laghi di Valscura.
Per qualche breve tratto si spinge la bici, ma comunque si pedala. Che strada fantastica!
Siamo in un posto idilliaco, penso la natura più incontaminata che ho visto da quando vado in montagna!
soffia ancora vento freddo, tanto che dobbiamo coprirci un po'.
In prossimità dei laghetti del Claus percorriamo un tratto di strada lastricata che è un'opera d'arte! Siamo senza parole.

Arriviamo al piccolo rifugio Questa, abbarbicato a 2400 mt tra le rocce, che è quasi ora di cena. Giusto il tempo di fare qualche passaggio di III grado per raggiungere la sommità del letto a castello (triplo) e di sistemare lo zaino che siamo seduti in 8 in un tavolo da 4 persone, e con cibo per 4 persone, pure. Ok, noi non vogliamo i servizi, ma il cibo si! Abbiamo fame!
Più tardi ci laviamo veloci ma cauti nel lago delle portette al chiar di luna (acqua gelida, ma tonificante, di sicuro!) e poi a nanna di buon'ora.

QUINTO GIORNO - BASSA DRUOS - SAMBUCO
Siamo euforici! Oggi i nostri amici Mauro e Gianfranco si uniscono a noi! Non vediamo l'ora! partiamo col sole e percorriamo a ritroso la strada su e giù del giorno precedente, fino ai laghi di Valscura. Da qui ci aspetta un'altra sfacchinata, si dice.
La salita alla Bassa del Druos. Ma anche questa è passata agevolmente, alcuni tratti in sella, tanto a piedi ma comunque bellissima antica mulattiera. Abbiamo anche trovato lo stabile dove sorgerà il rifugio Valscura, gestito da me e Perse!

Da lassù il panorama spazia su Isola 2000,
incredibile come dal paradiso si passi allo scempio scellerato delle montagne con un valico.
Splendida discesa ai laghidi Terrarossa.

Imbocchiamo successivamente un sentiero per rimanere in quota, senza scendere a Isola 2000,
che ci condurrà al passo della Lombarda. Non è interamente pedalabile, ma tutto sommato non male.
Dopo essersi rifocillati al passo, via per la cresta, abbiamo fretta, adesso! Ci aspettano i nostri amici!
in meno di mezz'ora siamo al santuario di S.Anna di Vinadio, e con un urlo salutiamo Gfavier! solo Gfavier?
Si, Orma è già andato in esplo/cache su una vicina cima, dato che "Riàev piò!" (trad: non arrivavate più).
Sorseggiando un chinotto Lurisia in 5 min abbiamo già raccontanto tutto il giro. Quanto chiacchierare!
Ben presto però abbandoniamo il caotico santuario per imboccare la salita al passo di Bravaria.
Salita checredevo ben più ciclabile, mentre è da affrontare a spinta per più di metà.
Poco male, perchè è l'ultima fatica del giro, da qui in poi tutto pedalabile!.

Ci aspetta un'altra fantastica discesa verso Bagni di Vinadio! che goduria! (e che buoni i mirtilli,e pure i lamponi più in basso!).
E fortuna che Wilmer porta sempre con se un cambio di scorta! Grazie!
(Perse col rohloff ride da sotto i baffi - baffi lunghi, peraltro).
Finita la discesa raggiungiamo il bel paesino di Sambuco, dove troviamo subito il posto tappa GTA Osteria della Pace.
Il miglior posto dove abbiamo alloggiato, molto cordiali e pasti da sogno per il biker affamato (e non solo).
Mauro e Gianfranco (che si sono uniti oggi) avendo sentito i nostri racconti apocallitici su "niente acqua, rifugi senza cibo, mangeremo le bacche", sono in effetti un po' straniti davanti ai comfort di Sambuco e ci guardano storto...
Il tempo intanto è cambiato e il cielo è nuvoloso...

SESTO GIORNO - GARDETTA-CHIALVETTA
Piove. Le prelibatezze della colazione ci danno le energie necessarie per la salitona che ci aspetta oggi, verso l'altopiano della Gardetta.
"E' la pioggia amica del biker, quella che fa compagnia" dice Mauro, e rincuorati cominciamo a pedalare.
Dopo una pausa per ripararsi dal rovescio più forte, saliamo decisi lungo la bellissima sterrata che conduce fino a quota 2450.

Salita impegnativa, soprattutto la parte finale con il fondo appesantito dalla pioggia, ma è anche l'unica di giornata!

il tempo migliora sempre più. La Rocca de la Meja, che in pochi minuti passa da Catinaccio, a Cerro Torre, a Corna Blacca,
è proprio una bellissima montagna che fa da cornice fino al passo Gardetta!

Da qui è discesa decisa fino all'antico paese di Chialvetta.
Sentiero divertentissimo anche questo! curve, e pietre e prati, una goduria!
Oggi giornata più tranquilla, ce la siamo goduta alla grande!
Ormai è diventata una bellissima routine: prepararsi, pedalare, foto, video, discesa, il semplice rimanere incantati davanti al panorama! bellissimo, ci si rende conto appieno di tutto ciò soltanto quando finisce.

Il posto tappa GTA di Chialvetta è un'altra bellissima osteria rustica dove veniamo trattati benissimo!
Ci hanno anche fornito attrezzi e olio per riguardare
i nostri mezzi meccanici un po' deperiti dalla giornata fangosa.

SETTIMO GIORNO - CAPANNA CARMAGNOLA
Oggi ci attende Cima Coppi, il punto più alto dell'itinerario. La giornata è bellissima sole e aria fresca.
Saliremo lungo una lunghissima sterrata fino a 2830 mt di Capanna Carmagnola.
Saliamo da Acceglio, prima su asfalto, per poco, poi sterrata.
Poco sopra Acceglio incontriamo gli amici torinesi del The Group.
Qualcuno di noi già si conosce, decidiamo di affrontare la salita insieme, dato che il loro giro in parte percorre la stessa strada.

Chiacchieriamo, raccontiamo del giro, le bici (sempre rotte), e la salita vola via.
Ben presto ci dobbiamo separare, ma è stato un gran piacere pedalare con loro.
La salita è assolutamente magnifica, di chiara provenienza militare, una garanzia.
Pedalabile fino al passo, mai ripida. Da lassù il panorama è
bellissimo a 360°. Monti brulli, isolati, regalano tantissime emozioni.

Sostiamo un po' per le foto, per ammirare i bunker e i resti dei reticolati di filo spinato, poi ci lanciamo in discesa sul bellissimo sentiero che scende in Val Varaita di Bellino.
discesa fantastica anche questa, incredibile come le discese siano state tutte bellissime ma diverse allo stesso tempo.


Scendiamo saltando e quasi volando (stando attenti a non volare anche nel burrone) tra rocce detritiche e prati, fino al rifugio Melezé. Qui ci accomodiamo.
E' abbastanza presto, c'è tempo per rilassarsi nel prato.
Il rifugio è molto bello e accogliente, non gestito al meglio e, ancora una volta, si mangia poco e non benissimo:
Volete gradire un po' di asciuttissima pasta e salvia?

OTTAVO GIORNO - PASSO BATTAGLIOLA-SALUZZO
E'l'ultimo giorno. Da un lato sono contento, il girone è portato a termine. dall'altro no, il sogno è già finito...
La giornata è ancora una volta magnifica. Dal Monviso ci separa una sola salita, quella del passo della Battagliola (2300 mt).

Non ci mettiamo molto a superare anche questa asperità. affrontiamo l'ultima curva tutti insieme:
bellissimo il Monviso, roccioso, ma di una roccia marrone, diversa dal solito. non pensavo di vederlo così da vicino.
Ho sempre pensato che fosse un monte abbastanza insignificante ("stranamente il Po non nasce dai grandi monti, ma dal Monviso" mi dicevano a scuola).

Invece coi suoi quasi 4000 mt metri fa la sua figura eh! Foto e Video a raffica.
Siamo proprio contenti, appagati. Ben 6 aquile volteggiano
sopra di noi. Siamo senza parole!

Stiamo un po' rillassati a farci coccolare dal sole finché...cosa manca? la pizza! abbiamo fame! (stranamente)
e ci buttiamo lungo un'altra discesa libidinosa verso Pontechianale.
un assoluto spettacolo. Scendiamo pennellando tutte le curve, in breve tempo siamo giù, e continuiamo fino a Sampeyre per trovare una (ottima) pizzeria, degna conclusione!

Che dire?! E' stato un giro spettacolare, abbiamo visto luoghi, montagne, animali, e percorso sentieri che ricorderemo per sempre!
Dal punto di vista fisico abbastanza equilibrato, tappe più semplici verso la fine e i due giorni con lunghi tratti a spalla, avevano meno ascesa complessiva.
Assolutamente vero quel che dice Marco Toniolo (che ringraziamo per l'idea del tour): un giro per chi non ama le folle!

Ringrazio i miei amici:

Wilmer ha organizzato tutto. ha studiato cartine e fatto tracce alla perfezione, ci ha sempre guidato alla grande.
Fin troppo preoccupato del buon esito del giro, grazie!
Perse ha fatto i video, gran fardello! Vi auguriamo buona visione!
Seby Orma e Gfavier mitici! Veramente un piacere trascorrere le vacanze in vostra compagnia.

QUI tutte le foto degli 8 giorni

http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=170285

BdB - Ventimiglia - Monviso from Bikers di Brescia on Vimeo.