lunedì 16 maggio 2011

Frog Trail

Venerdì sera sono poco convinto: le previsioni meteo non promettono nulla di buono, con fulmini, saette, nuvoloni grigi, acquazzoni e tempeste nel centro-nord Italia senza possibilità di scampo. Andiamo bene!
Dario mi aggiorna sulla proposta per sabato tramite Skype e mi sembra strano che Mauro e altri BdB si mettano in viaggio per il veronese così alla sprovvista. Con delle previsioni così catastrofiche non sarebbe stato meglio rimanere in zona Brescia per una pronta via di fuga dal nubifragio?

Della notte di venerdì ho solo il ricordo che ero indaffarato a preparare l'Arca per l'indomani e poi di colpo ho sentito un fastidioso suono di sveglia. Alle 5:30 sono già in piedi e subito un'occhiata al cielo: è azzurro.

Io e Dario arriviamo in ritardo a Peri all'appuntamento con gli altri, essendoci fermati fare il pieno al soffiatore. Ci mettiamo dunque d'impegno sulla bella salita asfaltata verso Fosse, tenendo da subito alto il ritmo; nel frattempo chiacchieriamo con il Lonfo del più e del meno, e quando ci voltiamo all'indietro per tirare in ballo qualcun altro... non c'è più nessuno. Dove sono finiti tutti!
La salita non è ripida e riusciamo a tenere un buon passo senza troppa fatica, poi sento che la pendenza aumenta, il Lonfo si stacca un pelo e Dario, dopo aver litigato col deragliatore, mi invita alla calma. Seguo il suo consiglio e mollo un po'; queste mountain bikes non scorrono proprio per niente, in bici da corsa è tutta un'altra storia.

Al paese cerchiamo un bar per bere qualcosa e poi un negozio d'alimentari per il panino. Arrivano Steen, Frog, Compagigi, Gilbomorris, Orma e Bobo. Ecco, ci siamo tutti: si ricomincia a salire.
Si vedono delle nubi nel cielo ed in lontananza molte montagne e belle cime sono coperte, ma al momento si sta bene, e se si guarda in sù c'è in prevalenza il colore azzurro.

Incrociamo parecchi stradisti ed un gruppetto in mountain bike: sono tutte 29er! Si perché nel settore XC le bici con ruote da 29 pollici stanno conquistando sempre più ciclisti.
Abbandoniamo l'asfalto per una bella carrareccia che ci porta presso una bella baita costruita utilizzando la pietra locale ed una splendida sorgente d'acqua fresca. Mi sembra di essere già passato per questi luoghi, ma forse si tratta di un flashback.

Ci ricolleghiamo ad un'altra strada asfaltata che sale nel bosco e ad un certo punto la nostra attenzione è catturata da un grosso rospo, vivo ma addormentato, piazzato stabilmente in una posizione non proprio sicura. Anzichè in principe, con la prima macchina si sarebbe trasformato in una sottiletta e quindi Gilbomorris,  con un paio di bastoncini, provvede a spostarlo in un luogo più sicuro(?).

Ad un certo punto ci troviamo di fronte ad uno splendido scenario: una bella strada bianca delimitata da lunghe pietre disposte ordinatamente che sale serpeggiante in un prato arricchito dal giallo dei fiori di tarassaco. Mi fermo per un filmato in quanto non si può soprassedere.
Il sole va e viene e così anche i colori attorno a noi cambiano in continuazione. Frog, che per l'occasione sfoggia una nuova trail bike ed un sfavillante casco certificato All Mountain Fess, ci indica il Corno d'Aquilio, la nostra meta. Manca ancora un po' di salita e le batterie incominciano ad essere scariche: non è meglio ricaricarsi un po' con un bel panino? Poi ho comperato le patatine: chi le vuole?

La salita al Corno è su singletrack tecnico, ed esalta le capacità in salita di Dario. Dalla cima, a strapiombo, si dovrebbe riuscire a vedere un bel po' di monti: il Pasubio, il Carega, la catena del Baldo, il Corno della Paura... ma oggi non si può. Non lamentiamoci però, la giornata è buona anche se delle nubi ci coprono la visuale. Meglio così che essere coperti di pioggia!

Iniziamo la discesa, inizialmente stretta con dei tratti su terra battuta, poi la traccia si allarga ed inizia ad essere cosparsa di grosse pietre smosse. In queste condizioni con la mia front inizio a far fatica e quando sbuchiamo su asfalto ho il fiatone. Un tratto di trasferimento verso la "vera" discesa, un'occhiata alle cartine, al gps e poi giù. Man mano che scendiamo il sentiero diventa sempre più difficoltoso per via degli innumerevoli rami, le grosse pietre nascoste sotto le foglie e le battute in riferimento al "soffiatore" sono d'obbligo.

Stranamente, quando incomincio a prendere in giro il diretur del forum, poi mi succede qualcosa di spiacevole: o buco, o scivolo, oppure... un grosso ramo mi strappa via un raggio dal cerchio. Forse ora riesco a comprendere il perché del servilismo da parte di tanti forumendoli.

La discesa è lunga e complicata, ma il tracciato è davvero interessante, nel caso venisse recuperato, sarebbe la gioia per molti escursionisti: a piedi ed in bici. La fatica si è fatta sentire e le batterie si sono nuovamente scaricate. Non si può far altro che cercare un locale dove rifocillarsi; Frog ne conosce uno che fa al nostro caso. Un caso disperato!

Le pinte di birra e radler si prosciugano istantaneamente al contatto con le nostre labbra ed una serie di panini viene fagocitata con estrema soddisfazione da parte di tutti noi. A fatica riusciamo ad interrompere  una catena che sembrava senza fine: cotechino, radler, würstel, crauti, birra, trippa, radler, sopressa, birra ... crauti, senape, trippa... basta mangiareeeeeeeee! bestie!

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