mercoledì 24 agosto 2011

Il ritorno a casa - parte 3

Seguito del racconto http://www.bikersdibrescia.com/2011/07/sulle-alpi-ce-brutto-parte-1.html
e della seconda parte http://www.bikersdibrescia.com/2011/08/sulle-alpi-ce-brutto-parte-2.html

Non mettiamo la sveglia, intanto lo sappiamo che ci alzeremo al momento giusto, senza bisogno di artifizi. La colazione è per le 7:30 e puntualmente ci facciamo trovare seduti al nostro posto, pronti a ricaricarci per la giornata. All'esterno piove, c'è una nebbia fittissima, come ci aveva anticipato il gestore, e con questo tempo non abbiamo proprio intenzione di partire. Veniamo immediatamente rassicurati sul fatto che è una cosa passeggera e che si verifica molto spesso qui al Lago Santo.

È sufficiente scendere un po' ed il tempo torna bello, forse.

Appena cessata la pioggia, indossati gli antiacqua per ripararci dal forte vento, iniziamo la discesa portando le bici e stando attenti a non scivolare con le scarpetta spd. Queste micro-perturbazioni transitano molto velocemente e a momenti in cui esce il sole, si alternano brevi scrosci di pioggia.

La discesa verso Corniglio è su asfalto bagnato, poi ci dirigiamo verso il Passo del Ticchiano e l'abitato di Monchio, percorriamo piccole strade piuttosto tortuose, molto tranquille ed immerse in un bel ambiente. Il meteo regge e le temperature sono ideali per girare in bicicletta.

Raggiunto l'abitato di Monchio, facciamo una piccola spesa, un panino e qualche frutto, poi riprendiamo a salire per il Passo del Lagastrello. Tutte strade che non ti aspetti, valli che ti stupiscono per la loro bellezza. Il nostro giro non ha nulla da invidiare ad un giro in qualche valle bresciana. La traccia GPS è quasi perfetta, ci indica dove deviare ed inizia un divertente tratto di discesa; transitiamo per qualche piccolo paese, maciniamo chilometri ed il tempo passa, si avvicina l'ora del panino. Ad un certo punto ci immettiamo in una nuova strada, molto larga ma ugualmente poco trafficata. Qui incontriamo un paio di ragazze in bici da corsa che stanno facendo il loro giretto della domenica. Immagino subito i commenti che vi sorgeranno spontanei: "ragazze?" "e allora?" "avete attaccato bottone?" "erano carine?" "non vi sarete lasciati sfuggire un'occasione del genere..."
Diciamo che siamo stati carini e le abbiamo accompagnate per un po' di strada, poi le nostre strade si sono divise e le abbiamo salutate. Non erano comunque i nostri tipi... ecco.

Ops... ma siamo fuori traccia! Il GPS ci mette subito in evidenza che la via da prendere era un'altra. Di sicuro, senza l'aiuto del satellitare saremmo riusciti a tornare a casa, ma percorrendo strade principali, probabilmente trafficate. Invece la deviazione ci porta nel bosco, su stradine secondarie, molto belle e divertenti. Anche Dario è soddisfatto, non si sarebbe mai aspettato un percorso così vario e adatto alla nostra escursione sugli Appennini. Sicuramente non si tratta delle strade più dirette per ritornare a casa, ma a noi non interessa la direttissima, non abbiamo fretta, a noi interessa divertirci e passare delle belle giornate pedalando in tranquillità.

Mangiamo il panino presso una bella chiesetta, poi iniziamo a scendere verso valle, ma il ritorno verso la pianura sarà caratterizzato da un costante saliscendi, sempre "grazie" alla mia traccia...

Transitiamo a sud di Parma, lambendo la provincia di Reggio Emilia e ad un certo punto le colline svaniscono e rientriamo nella Pianura Padana. Sant'Ilario d'Enza, Sorbolo e poi a Nord verso Colorno ed infine, attraversato il Po, Casalmaggiore.

Le temperature sono piuttosto alte, e soffia un forte vento contrario al nostro senso di marcia, facciamo abbastanza fatica anche perché alle spalle abbiamo parecchi chilometri. Propongo una sosta ristoratrice, magari un gelato per recuperare un po' di energie, ma Dario non è d'accordo. Proseguiamo dunque verso Cremona seguendo il serpeggiante corso del Grande Fiume e del suo argine maestro.

Ad un certo punto Dario va in crisi, ha fame e mi chiede qualcosa da sgranocchiare. Non ho più nulla e gli ricordo che poco prima gli avevo proposto una sosta. Ci fermiamo quindi presso un bar a Torricella del Pizzo per bere qualcosa di fresco e mangiare un gelato...

Il vento ci rende la vita difficile, ma abbassiamo la testa e spingiamo sui pedali. Io sono quasi a casa, ma a Dario mancherebbero un bel po' di chilometri per rientrare a Verola, è stanco e si sta facendo sera. Forse sarebbe meglio se si facesse venire a prendere a Cremona, e così sarà.

Uau, che week end. Tutto è andato bene, siamo rimasti soddisfatti del nostro mega girone e abbiamo apprezzato molto le zone dell'Appennino, credo vi ritorneremo al più presto perché meritano.
Magari affronteremo il prossimo viaggio da quelle parti con le bici da turismo, con le borse e tutto il necessario per un po' di wildlife.

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