giovedì 14 luglio 2011

Meditiamo la montagna

Molte volte, durante un'escursione, capita di fermarsi per prendere fiato, per mangiare qualcosa, o per aspettare l'amico che sistema la gomma forata. In questi momenti la nostra attenzione, molto spesso rivolta a  dove mettere le ruote e focalizzata a non finire rovinosamente per terra, riesce a liberarsi e svolazzare fluttuando tra le vette, le insenature, lambendo verdi prati per poi finire in tuffo tra le fresche acque di una cascata.


Sono questi forse i momenti più magici delle nostre escursioni.

Il coinvolgimento emotivo nel percorrere un sentiero piuttosto che un altro ha la sua importanza, l'adrenalina spesso è inebriante, ma la sensazione più bella è la pace che proviamo nell'osservare il mondo attorno a noi, l'armonia della natura.

E pensare che una volta il mondo era tutto così, prima che l'uomo si mettesse all'opera
e lo deturpasse.
La Pianura Padana è il luogo da cui fuggiamo, è la dimostrazione di quanto l'impatto umano sia catastrofico e deprimente. Purtroppo non c'è limite all'ingordigia umana, e così anche le montagne vengono attaccate dalle ruspe e dal cemento.

La terra e la roccia vengono fresate, bombardate, spianate per far posto alle piste da sci. Si erigono piloni, tirano cavi, ed ecco che una bella funivia è pronta per la grande abbuffata di montagna. Arrivano numerosi i turisti e allora si creano le infrastrutture: strade, parcheggi, gallerie, case, villette, supermercati, palazzetti... arriva la bella vita, lo sballo...

Non c'è più pace, l'armonia è un lontano ricordo, il piccolo boccone non basta più, finché ce n'è si magna! Perché non ci si può accontentare, perché non può bastare una passeggiata con le pelli sotto gli sci, la salita con le proprie gambe, uno sguardo attorno, un momento di meditazione e poi giù in discesa per ritornare in valle. Il bicchierino dello sballo viene offerto dagli stessi comuni, dagli stessi paesi che hanno ripudiato la sana e genuina vita passata, fatta di sacrifici, e pochi soldi. La montagna viene così sfruttata per il turismo di massa, sacrificata, nella sua purezza e bellezza, ferita profondamente, perché l'importante è mettere in tasca qualche soldo in più.

Lo stesso errore commesso in Pianura, dove tutto è stato distrutto per far posto a fabbriche, abitazioni, strade, si sta commettendo in montagna. Penso che chi ha un briciolo di sensibilità nei confronti di ciò che di bello ancora abbiamo, dovrebbe fare di tutto per tutelarlo e perché no, fare dietro front.
Con questo andamento, con la mentalità consumistica che la fa da padrona e la tendenza continua all'espansione, non riesco purtroppo a vedere un futuro roseo per i nostri bei monti ed i nostri patrimoni naturali.

Come contrastare questo blob che avanza? Boicottando le funivie? Muovendosi con mezzi alternativi all'automobili? E poi?

Ara che bel veder! La prima foto è una news! Che depressione...



1 commento:

  1. Sono pienamente daccordo con ciò che pensa Perse. Ogni cosa dipende da noi stessi, quindi ognuno di noi deve cambiare mentalità e azioni verso la Nostra Terra. Siamo tutti chhiacchieroni a parole...vediamo i fatti. L'essenza della vita è avere rispetto per tutto ciò che colgo da essa: dalla natura, alle persone con cui condivido ogni attimo di vita. Grazie Perse perchè smuovi questi cerchi paludosi di ingordigia umana.

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