martedì 10 maggio 2011

a Ponte Caffaro

Marco Toniolo avverte dell'astio in quello che scrivo nel suo forum e mi consiglia di pedalare, macinare chilometri per calmarmi. Ma io sono calmissimo! Comunque l'idea di pedalare mi piace assai...
È un bel po' di tempo che io e Dario stiamo pensando al week end in modalità cicloturismo, ma le nostre biciclette attrezzate per questo tipo di utilizzo sono ancora in fase di assemblaggio ed i fondi per il loro completamento sono sempre scarsi. Occorre portare con sè la tenda, il sacco a pelo, un materassino, i vestiti di ricambio, etc... e non c'è posto per tutto questo, sulle nostre mountain bikes.
Optiamo quindi per un week end in campeggio, spostandoci con l'auto fino a Ponte Caffaro, sistemando il nostro campo base lì e partendo per i giri in bici senza ulteriori spostamenti in macchina.
Anticipiamo il viaggio a venerdì sera perché la voglia di evadere da casa, in queste giornate di sole, ha oltrepassato la soglia di allarme e poi, pensiamo, in questo modo evitiamo di alzarci presto il sabato mattina.

Anche il viaggio in auto è piacevole: si chiacchiera, si ride, si sparano cavolate a raffica, si inventano storie, si fantastica, si mette giù una lista dei pezzi che mancano alle nostre bikes: troppi. Pensiamo ad altro.
Il traffico man mano che ci avviciniamo alla meta è sempre più leggero, siamo a 50 Km/h dietro ad un camper, con la luce del giorno che man mano va attenuandosi.
Troviamo rapidamente il campeggio e montiamo la tenda in men che non si dica, anche se è praticamente buio. Poi la pizza nel vicino ristorante dove si balla il liscio; i nostri sguardi si indirizzano alle poche ragazze che frequentano il locale. Che fame!
In paese, da Olivia, si concluderà la nostra serata da ggiovani seduti al tavolino, con un bicchiere di montenegro, e gli occhi puntati sulla biondina che ci ha portato da bere. Che sete!
Ahh, non siamo proprio capaci di attaccar bottone; ma come si fa! Con voce languida da macio accenno un: "Ciao, lo sai che sei carina?" E giù a ridere! Che semi... 'nom a let che l'è mei!

Altro che dormita e sveglia tardi!
Dario ha un materassino spesso un micron, e dorme scomodamente; io sono sveglio presto per il bisognino mattiniero e, cosa incredibile, con le prime luci del giorno iniziano a cantare in coro una miriade di uccelli, passerini, pavoncini, gallettini... e chi più ne ha più ne metta. Mancava l'aquila ed eravamo al completo. È la natura, e c'è poco da fare: con il buio gli animali vanno a letto e con la luce, si svegliano. In discoteca a sballare, ci vanno solo i "sapiens" di questo mondo...

Così dopo una veloce colazione e la spesa al negozio di alimentari, iniziamo a pedalare lungo la ciclabile che arriva a Storo e poi proseguiamo in salita passando per il Forte d'Ampola, l'omonimo lago e, continuando su ciclabile raggiungiamo il lago di Ledro. Siamo diretti al Tremalzo e proprio lungo la ciclabile, all'altezza di Bezzecca, individuiamo una strada che sale con indicazione Rampiledro - Tremalzo. Non siamo mai saliti lungo questa strada e decidiamo di provarla: un fallimento. La pendenza è estrema e non molla mai; poco dopo desistiamo e per un sentiero un po' freejazz decidiamo di ritornare sui nostri passi. Questa volta ci dirigiamo decisi verso la salita che ci eravamo prefissati inizialmente, e saliamo a Bocca dei Fortini. L'aria si fa sempre più calda man mano che trascorrono le ore e ci si avvicina a mezzogiorno. Incominciamo ad incontrare dei bikers che salgono come noi verso Passo Nota, sono tedeschi che vengono a trascorrere le vacanze in Italia, sul Garda.

Al Rifugio degli Alpini di Passo Nota la sorpresa: sdraiate sul prato almeno una ventina di ragazze. Bionde, more, parecchie carine, cicliste... ma che bel vedere! Verrebbe voglia di tuffarsi in mezzo a loro e farsi sommergere dalle coccole. Invece birretta, panino e succo di mela, a scaldarci come lucertole al sole, con gli occhi a intenti ad osservare attentamente le ultime arrivate, mentre si levano il casco e sciolgono i capelli. Con i pantaloncini in lycra le ragazze stanno decisamente bene, meglio che con i larghi pantaloni da freeride. Ma questo è il paradiso dei ciclisti! Ma solo in Germania hanno questo lusso?

La salita non è ancora finita. Ci stropicciamo gli occhi, stiriamo le gambette e ricominciamo a pedalare sotto un sole che si fa sentire. Altro che birretta: qui servirebbe una fonte inesauribile di Radler a cui attaccarsi. La salita al Tremalzo è un classico per molti, ma purtroppo l'ho percorsa una sola volta, questa è la seconda. Ci fermiamo a tratti per filmare e per ammirare il paesaggio circostante: una meraviglia. La strada è un'opera d'arte, scavata nella roccia, sale a tornanti e a tratti si transita sotto ad alcune gallerie. La compagnia di tedeschi che abbiamo incontrato al Passo Nota sta salendo a sua volta e le ragazze si dimostrano assolutamente all'altezza della situazione in quanto a tenacia, forza a tecnica.

Lo so, Dario vorrebbe sfoderare.... la macchina fotografica ed immortalarle con mille scatti; con la sua sensibilità riuscirebbe a catturare alla perfezione le emozioni che si evidenziano sui loro volti, nel momento in cui, ad esempio, sfoggiano il loro bel sorriso al termine della salita.

Invece no. La timidezza la fa da padrona anche questa volta.
Percorriamo la galleria che ci porta verso la discesa ed il Rifugio Garda, dove ci fermiamo per una fresca limonata. Ora è il momento della meritata discesa, ma per raggiungere il sentiero 416 dobbiamo abbassarci di quota su asfalto per poi risalire di un centinaio di metri. Però poi arriva il bello!
La discesa è decisamente divertente, mai difficile e, accesa la GoPro, iniziamo a saltellare a destra e a manca lungo il singletrack. Ogni tanto solleviamo le ruote da terra per superare in volo un gruppo di rocce o radici, ma all'atterraggio sono cavoli amari. Infatti subisco un colpo alla ruota posteriore e pizzico la camera d'aria. Non ci voleva, però ho con me tutto l'occorrente per sistemare il danno:

l'attack - ormai quasi asciutto
una camera d'aria di scorta - buca
e le pezze - con poco mastice che saggiamente mi rovescio sui pantaloni

Nel frattempo ci raggiungono i bikers tedeschi che abbiamo incontrato a più riprese durante il giro: tutti bravi e parecchio in gamba rispetto alla media... Anche le ragazze scendono tranquille ma sicure. Oltre che belle, anche brave! Io e Dario rosichiamo sempre di più.
In qualche modo riesco a riparare la prima foratura e riparto all'inseguimento di Dario che è partito in fuga nel tentativo di recuperare il gap con le tedescotte... cavallo goloso!

Sto quasi ricominciando a divertirmi dopo la scocciatura con la camera d'aria quando finisco a terra sbattendo violentemente il gomito e successivamente pizzico di nuovo la camera d'aria..
E non se ne può più! Mi domando quanto tempo occorrerà per liberare definitivamente i ciclisti dal pensiero delle forature. Mille anni?
Dario mi raggiunge a piedi e mi sostiene in questi momenti difficili in cui ho solo una gran voglia di urlare a gran voce la mia rabbia; ma tutto questo non serve a nulla, è proprio vero.

Fortunatamente riesco a ritornare in sella e a godermi il bellissimo tratto conclusivo di questo sentiero, che ci porta nuovamente sulla ciclabile della Val di Ledro. Si è fatto tardi e facciamo uno squillo a casa per tranquillizzare i genitori. Ancora un po' di strada e di ciclabile e con il tramonto siamo di ritorno al campeggio dove ci attende una bella doccia calda.
Poi la cena a base di pennette alla bagossa, insalate miste, patate al forno ed una bella fetta di "foresta nera" per concludere in bellezza.

Siamo stanchi, ma sappiamo già che ci riprenderemo perfettamente dopo una bella dormita, freschi e carichi al punto giusto per affrontare un'altra giornata in MTB. Questa volta in compagnia di Milzo, Gigi,  Demon.box, Chikko, Mabande, Vito e Lisabike.

Ma vuoi non fare una passeggiata in paese per digerire? Al bar della sera prima sono tutti incollati alla televisione, intenti a seguire la partita tra Milan e Roma che può proclamare con anticipo la squadra rossonera come campione d'Italia. Ma chissenefrega! Comunque alla fine, dopo un veloce caffè e due passi in un paese che non ha molto da mostrare di storico, se non qualche vecchia malga ormai sopraffatta dalle brutte costruzioni moderne, decidiamo di andare a dormire.
Al posto del carillon un fastidioso carosello di auto e moto strombazzanti, ad ulteriore dimostrazione che di "sapiens" nell'uomo, sorge molto spesso il dubbio che ci sia poco.
Evitiamo di caricare la sveglia, sapendo già che saranno gli uccellini a darci il buongiorno...

3 commenti:

  1. Bel racconto come al solito.
    Dovrò abituarmi a cercarli nel Blog e non nel forum.... Ma bel racconto.
    Aspetto il seguito.

    RispondiElimina
  2. Bravissimo Perse!
    Gran Week End, grazie per la compagnia!

    e che belle le tedescotte! ostis!
    vogliamo un po' di girls tra i BdB!

    RispondiElimina
  3. caso chat! Aspetto il seguito. comunque, da questa prima parte, si capisce che avete una furiosa voglia di figa

    RispondiElimina